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La plebe, parte IV. Bersezio Vittorio
Читать онлайн.Название La plebe, parte IV
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Автор произведения Bersezio Vittorio
Жанр Зарубежная классика
Издательство Public Domain
Chiamò i secondini perchè Andrea fosse ricondotto al suo stanzone, ed egli medesimo, ripiegate le sue carte, s'accinse ad uscire col segretario: ma il prigioniero, quando fu alla soglia, si fermò ed esclamò con forza:
– Un momento!.. Ah! per salvarsi, un padre di famiglia può anche violare una tal promessa. Sono disposto a dir tutto. Ecco l'indirizzo del luogo ov'io passai tuttedue le notti di sabato e di domenica; vadano colà e troveranno l'uomo che forse deve a me se ancora trovasi in vita.
Il giudice fece scrivere dal segretario l'indirizzo che Andrea gli disse; domandò che nome avesse quell'uomo di cui l'inquisito parlava, ed Andrea rispose che l'ignorava.
– Si prenderanno informazioni: disse asciuttamente e di mala voglia il fiscale; e ricordatevi bene che le frottole non vi serviranno di nulla.
Il marito di Paolina fu ricondotto in carcere.
Quel giorno medesimo il signor Tofi ebbe una viva soddisfazione. Egli in questo succedersi di gravi avvenimenti sentiva di molto la mancanza di Barnaba, cui non aveva più visto dopo quel colloquio avvenuto fra di loro, nel quale egli all'agente caduto in disgrazia aveva manifestato i voleri e gli ordini dei superiori; e per riaverlo al suo fianco avrebbe dato non so che cosa. Aveva fatto cercare di lui, ma Barnaba, oltre il palese, aveva un domicilio nascosto, sconosciuto anche dal suo capo, e non era stato possibile averne notizia. Quel dì dopo l'interrogatorio di Andrea, l'ufficio di polizia ricevette da quello fiscale una comunicazione, in cui dicevasi uno degli imputati aver cercato di stabilire l'alibi allegando d'essere rimasto tutta notte in via tale, casa tale, al tal piano, senza voler dire il nome della persona che in quel quartiere abitava; si prendessero informazioni di che luogo fosse quello e chi vi abitasse, ma con molta cautela per non dare la sveglia, se per caso vi fosse colà dei complici.
Era una missione delicata; e poi una specie di ispirazione d'istinto lo mosse: il Commissario decise di andare in quel luogo esploratore egli medesimo. Assunse l'aspetto d'un buon borghese ed andò a picchiare (che non c'era campanello) alla porta dell'indicatogli quartiere. Venne ad aprirgli la faccia melensa di Meo, che rimase ancor più melensa nel vedersi innanzi una persona che non conosceva.
– Oh! disse lo stupido. Credevo che fosse il medico!
– Son ben il medico per l'appunto: rispose il Commissario cacciandosi innanzi.
– Ma!.. E quell'altro?
– Quell'altro non ha potuto venire, ed ha mandato me in sua vece.
Traversò senz'altro con tutta sicurezza quella prima cameretta che serviva d'entrata, e s'intromise nella seconda stanza, nella quale vide un letto su cui giaceva un uomo. Mandò un'esclamazione e in un salto fu presso il giacente. In costui aveva riconosciuto Barnaba.
CAPITOLO VIII
Torniamo indietro di due giorni, a quella sera ed a quel momento in cui Barnaba cadeva sulla neve della strada, trafitto alle reni dall'affilato pugnale di Graffigna. Abbiamo visto che nell'ombra della notte due persone accostantisi al luogo del commesso delitto, apparivano agli occhi spaventati di Marcaccio, il quale gettando l'allarme come se fosse loro addosso la forza pubblica, fuggiva e faceva fuggire il suo complice.
Que' due uomini erano invece, come già fu detto, Macobaro l'ebreo, e il marito di Paolina, che ultimi erano usciti dalla bettolaccia di Pelone. Il vecchio rigattiere che giunse primo sopra il caduto, lo schivò col suo passo barcollante per l'età, e mormorò fra i denti:
– Un ubriaco fradicio. Be', ch'e' dorma costì sulla neve; ciò gli vorrà far passare i vapori.
Barnaba era caduto, ma non aveva perso menomamente la cognizione. Aveva sentito la fredda lama penetrar nelle viscere; gli era stato impedito il pur mandare un grido dallo spasimo e dal sangue che si era precipitato alla gola, ma egli non s'era tuttavia smarrito dell'animo. Quando vide che i due uomini da cui era stato assalito fuggivano ratti, Barnaba aveva creduto davvero ancor egli che una pattuglia od alcune guardie di polizia di servizio sopraggiungessero, e fatto uno sforzo per levarsi, puntando la mano al suolo, riuscì a tirar su il capo e guardare verso il nuovo sopravvenuto; riconobbe Macobaro, e fu sul punto di lasciarsi ricadere senza cercarne aiuto ned altro, perchè troppo sospettava delle attinenze di quel vecchio con coloro che lo avevano trafitto: ma il rigattiere non aveva ancora fatto il giro intorno al corpo del caduto, per continuare il suo cammino, quando giungeva a quel punto anche Andrea, il quale se nei fumi del vino aveva ammortito alquanto il rimorso della mala opera commessa, non ci aveva però attutiti quell'istinto pietoso e quel sentimento d'umanità che erano nella sua natura.
– Un povero diavolo che ha male: diss'egli curvandosi sopra Barnaba che stava ancora col capo eretto a guardare.
La fisionomia dell'operaio ispirò fiducia nel ferito.
– Sì, diss'egli colla poca voce che aveva, ho male, ho molto male; mi fareste una fiorita carità ad aiutarmi a levar su, ed accompagnarmi a casa, che non è lontano; e ne avreste buon compenso, ve ne assicuro.
Alla parola di compenso la cupidigia fece drizzar le orecchie e fermare il passo a Macobaro.
– Oh, oh! diss'egli accostandosi, e' mi pare di conoscere questa voce.
Andrea passò un braccio sotto il corpo del caduto per sollevarlo, ma ritirò con ribrezzo la mano, sentendosela bagnata d'un tepido umore attaccaticcio.
– Santa Madonna! Questo è sangue!..
– Sì, sono ferito: ma non sarà nulla… Ch'io possa soltanto giunger presto a casa mia.
– Qui conviene correre a chiamare soccorso, ad avvisare la giustizia…
Barnaba trattenne pei panni Andrea che pareva voler prendere le mosse.
– No, no; diss'egli con istraordinaria energia. Non voglio nessuno; la giustizia non ha da saperne nulla… Me la farò da me, la giustizia… se scampo.
Jacob aveva riconosciuto pienamente il segreto agente della polizia, sulla cui condizione, da lungo tempo egli aveva più che sospetti.
– Egli è l'Eterno medesimo che me lo manda a stromento della mia vendetta: diss'egli fra sè. Quand'io salvi dalla morte costui, potrò per suo mezzo perdere quell'altro senza rovinar me.
Si chinò ancor egli con tutta premura verso il ferito.
– State di buon animo, gli susurrò, noi vi trarremo fuori d'ogni rischio. Solo ch'io possa esaminare la vostra ferita, e vedrete. Nella mia famiglia, da tempo immemoriale ci abbiamo conoscenza d'ogni fatta ferite e segreti infallibili per guarirle. Andiamo adunque a casa vostra e non dubitate di nulla.
Andrea prese fra le braccia il ferito, e recandoselo come se fosse un fantolino, s'affrettarono verso quella strada, entrarono in quella casa e salirono quelle scale cui Barnaba loro indicò, di guisa che pochi minuti dopo, il trafitto era disteso sopra il suo letto, e Macobaro visitatolo e fattagli una fasciatura a suo modo, lo rassicurava affermando che nessun organo essenziale era stato offeso dalla lama, la quale s'era miracolosamente insinuata fra le viscere, e che perciò non solamente sicura, ma sollecita sarebbe stata la guarigione.
Andrea aveva acceso il fuoco ed aiutato l'ebreo in tutto ciò che aveva potuto; e in codeste cure prodigate al ferito, era passata oramai la notte. Barnaba, ringraziati i due suoi soccorritori, aveva voluto rinviarli alle case loro ed alle loro bisogna, ma Andrea aveva risposto non aver egli più casa ove ricoverarsi, nè famiglia che avesse da inquietarsi de' fatti suoi, e quindi poter benissimo rimanere a custodia del malato, come grande n'era pure il bisogno. Macobaro ancor egli protestò che a casa sua non ci aveva da andare, nè voleva, e che anzi se non si fosse trattato d'una sì rincrescevole disgrazia, sarebbe stato lieto fosse nata occasione da dovere star lontano dalla sua dimora; e così avvenne che Ester, rimasta sola in casa, potesse di là fuggire, come vedemmo.
Ma prima che il vecchio ebreo, la mattina di poi, abbandonasse il letto dell'infermo per tornare a casa sua, fra quei due aveva luogo un breve colloquio a parole interrotte, il quale era però importantissimo,