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di ordinaria dimensione, che faccia le funzioni di scala di agguaglio. I sensi rappresentanci una grande colonna, e nulla più, ma quando s'arriva in distanza di soli dieci o dodici passi, allora, come ci cadesse tutt'ad un tratto una benda dagli occhi, vediamo tutta la grandiosità del monumento. Noi impariamo a vedere toccando, e qui l'occhio non dà la misura dell'oggetto che quando siamo vicini a toccarlo, o in istato almeno di agguagliare alcune delle sue parti col nostro corpo: allora un lampo di luce viene a sorprendere la nostra immaginazione scoprendoci la maravigliosa mole che abbiam sotto gli occhi. Io sperimentai più volte questo fenomeno dell'ottica, che le persone dell'arte hanno dottamente spiegato. Il capitello forato in più luoghi ci fa conoscere che altra volta sosteneva una statua. Ignorasi affatto l'epoca della colonna e degli obelischi; ed i nomi di Cleopatra e di Pompeo non possono risguardarsi che quali moderne intitolazioni, mentre questi monumenti sono più antichi de' personaggi da cui ebbero il nome. Quello di Severo dato da taluni alla colonna è ancora più assurdo perchè non ha altro fondamento che l'ignoranza della lingua araba. Questi popoli la chiamano el Souari, vocabolo che significa colonna, e che nella imperfezione della scrittura araba scrivesi cogli stessi caratteri o lettere che il vocabolo Severo; lo che diede luogo all'errore.

      Alcuni Arabi più istruiti pensano che la colonna sia opera d'Alessandro, da loro detto Scander: ma io ho trovato fra i dotti del paese una più rispettabile tradizione, e più analoga alla natura ed alla grandezza dell'oggetto; questa vuole che la colonna fosse inalzata a' tempi di Ercole, ch'essi dicono Scander-el-Carnéinn, ossia Alessandro dai due secoli, perchè la traduzione lo fa vivere due secoli; e non Alessandro dalle due corna, come alcuni autori tradussero questo nome. Carn significa secolo, e carneinn, duale di carn, due secoli.

      Le catacombe o grotte che formano l'antica Necropoli, (città de' morti) sono un altro oggetto degno dell'attenzione del viaggiatore. Molte sono cavate nella roccia a guisa di camere più o meno grandi, con uno, due e tre ranghi di nicchie destinate a ricevere i corpi. Presso alla casa di un marabotto detto Sidi-el-Pabbari vedesi una specie di strada tutta composta di catacombe poste a' piedi di due côlli l'uno in faccia all'altro. Da una banda quasi tutte le catacombe sono chiuse dalla sabbia, ad eccezione di una grandissima che contiene tre sale ed un infinito numero di nicchie. Dall'altro lato numerai undici catacombe in generale assai ben conservate, le quali hanno tre ranghi di nicchie.

      Ma le più magnifiche grotte sono quelle al S. O., due miglia distanti dalla città. Sembra che queste fossero destinate ai re d'Egitto; ed oggi sono ridotte ad estremo deperimento; onde non tutte sono praticabili. Prima d'inoltrarvisi convien tirare alcuni colpi di fucile o di pistola per atterrire le bestie feroci che d'ordinario ricoveransi in questi lugubri soggiorni, come per mettere l'aria in movimento. Si entra poscia con più fiaccole, e muniti d'una corda che serve di guida per il ritorno, attaccandone una estremità all'ingresso.

      Per l'eccessivo calore che vi regna si suda come in un bagno a vapore, talchè prima d'uscire fummo forzati d'intrattenerci mezz'ora nel primo salone, mettendoci gradatamente al livello dell'esterna temperatura. Le tenebre sono così dense, che più fiaccole riunite appena bastano per distinguere alcuna cosa assai da vicino, anche dopo esservi rimasti un'ora, e quando la pupilla dell'occhio ha già acquistato tutto il dilatamento di cui è capace. Le bestie feroci che abitano queste catacombe vi portano le loro prede per divorarle, onde il suolo è pieno di ossa d'ogni specie d'animali, alcune delle quali recentemente spogliate. Non sonovi pipistrelli come in quelle di Amatunta, ma in vece un infinito numero di falene, ossiano farfalle notturne, e mosche di vivaci colori come le cantaridi. Vi si trovano pure molti rospi i di cui buchi s'internano nel suolo, ove trovano l'acqua a poca profondità: la loro pelle d'un bianco grigio sembra coperta di polvere. Tali sono i presenti abitatori di questo soggiorno della morte, che l'uomo preparò con tanto lusso onde perpetuare l'esistenza delle mortali sue spoglie. I corpi postivi dalla vanità, ridotti da più secoli in polvere, non lasciarono veruna traccia, ed ignoriamo i nomi di tutti coloro che fecero scavare questi monumenti.

      A pochi passi all'ovest delle catacombe vedonsi i bagni di Cleopatra, i quali sono composti di tre camere cavate nella roccia, di forma quasi quadrata di circa undici piedi da ogni lato. L'acqua del mare può entrarvi per tre aperture alcuni piedi più alte del suolo. Bagni accanto alle case della morte?.. Per chi, ed in qual tempo furon fatti?.. Nulla, assolutamente nulla sappiamo di tutto questo. Oh perdita irreparabile della biblioteca d'Alessandria…! Ma io rispetto la decisione del Califfo del maggior de' profeti.

      Seguendo la riva del mare una lega più all'O. si trova l'abitazione d'un marabotto detto Sid iel-Ajami. È questo il luogo in cui sbarcò l'armata francese.

      CAPITOLO XXIX

      Abitanti d'Alessandria. – Corrispondenza. – Clima. – Notizie storiche.

      La mescolanza degli abitanti d'Alessandria è cagione che vi si parlino tutte le lingue del mondo; ma tutte male, perchè in questa moderna Babele si dimentica poc'a poco il linguaggio materno per parlare i diversi idiomi di coloro, dai quali desideriamo di essere intesi. I fanciulli imparano nello stesso tempo senza maestro tre o quattro lingue senza che mai ne sappiano una perfettamente.

      I Cofti discendenti, come ognun sa, dagli antichi abitanti d'Alessandria e dell'Egitto sono adesso ridotti ad un migliajo d'individui o poco più, quasi tutti commercianti. Avevano altra volta pel loro culto un magnifico tempio, che fu spianato per iscoprire il fuoco della piazza.

      Di Greci stabilmente domiciliati in Alessandria non vi sono quaranta famiglie; ma sempre vi sono molti Greci di passaggio, perchè la maggior parte de' bastimenti che vi approdano o sono greci o con equipaggio greco. Il patriarca d'Alessandria, uomo rispettabile e dotto, risiede col vescovo nel convento di questa religione. Sonovi inoltre alcuni cattolici della Siria, che fanno un piccolo commercio eventuale.

      Si contano in Alessandria più di trecento Giudei occupati del commercio, e dell'usura, i quali mantengono una vivissima corrispondenza con Livorno. Adesso non hanno che alcune sinagoghe provvisorie, perchè la loro grande sinagoga corse il destino della chiesa de' Cofti.

      I Cristiani ed i Giudei del paese vestono all'orientale, senza verun segno che li distingua dagli altri; sono ben trattati dai Turchi e dagli Arabi: perciò fanno i loro affari, celebrano le loro feste, professano la propria religione, e spiegano tutto il lusso che loro piace con tutta libertà, e senza timore d'avanie.

      I Franchi, ossia Europei di qualunque nazione, e le loro donne vestono all'europea con tutto il lusso, e secondo la moda giornaliera. Abitano tutti in un quartiere che rassomiglia perfettamente ad una città d'Europa. Uomini e donne escono dalle case loro di giorno e di notte, suonano e cantano per le strade senza che giammai un musulmano commetta contro di loro la più piccola scortesia. Questa libertà stendesi ancora a' semplici protetti dei consolati, i quali vestiti all'europea godono degli stessi diritti degli Europei, quantunque siano giudei del paese. Quale differenza con Marocco!

      I Cattolici possedono in Alessandria una chiesa ed un convento posti sotto la protezione della Francia, come lo sono tutti gli stabilimenti religiosi di Levante, d'ordinario poi sono mantenuti dalla Spagna.

      Le donne del paese cristiane ed ebree sortono velate, e vivono ritirate come le musulmane, mentre le europee godono della stessa libertà che hanno in Europa. Tra le cristiane e le ebree non sono rare le belle: ma se della bellezza delle musulmane dobbiamo giudicarne da' loro fanciulli, non potressimo formarcene una vantaggiosa idea, perchè tutti hanno forme ributtanti, ventre grosso, gambe corte e cagnesche, testa sproporzionata, occhi affetti d'oftalmia e cisposi, colore citrino verdognolo: mentre i figli delle europee nati ed ellevati in Alessandria sono belli e ben fatti come nella patria de' loro genitori. Quanto diversi sono i fanciulli musulmani di Féz, che frequentemente ci mostrano delle figure angeliche!

      In vista dell'estesissimo commercio di questa città parrà strano che non siavi alcuno stabilimento pubblico per diramare le lettere, e perciò la corrispondenza si eseguisce per mezzo dei patroni de' batelli che vengono frequentemente da Smirne, da Costantinopoli, e da altri luoghi. Arrivati in Alessandria scorrono le strade e le case colle lettere avviluppate in un fazzoletto, e chiunque aspetta lettere, domanda il sacco, e visita tutte le lettere perchè d'ordinario il portatore non sa leggere, onde la corrispondenza rimane esposta

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