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che l’arrivo del Messia è collegato al ritorno sulla terra del profeta Elia, che avrebbe dovuto constatare l’avvenimento ungendo il Messia. Nella tradizione cristiana il ruolo di Elia durante l’avvento di Gesù Cristo è affidata a Giovanni Battista, che «camminerà davanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia» (Luca. 1,17). L’immagine di Giovanni il Battista come asceta del deserto, profeta, fustigatore e «cultore» era simile all’imagine di Elia. Per questo Giovanni doveva appositamente negare in lui l’identificazione con Elia: «Allora gli chiesero: „Chi sei, dunque? Sei tu Elia?“. „Non lo sono“, disse. „Sei tu il profeta?“. „No“, rispose». (Giovanni. 1,21). In questo modo, dal punto di vista della tradizione giudaica, formalmente Giovanni non poteva indicare qualcuno come Messia.

      Ciononostante, durante una delle sue prediche in riva al fiume Giordano, Giovanni vide Gesù avvicinarsi (viene subito in mente il quadro di Alexander Ivanov «L’apparizione del Messia al popolo»). Vedendo Gesù, il profeta si meravigliò molto e disse: «non sono forse io che dovrei essere battezzato da Te, e invece sei Tu a venire da me?». A queste parole Gesù rispose: «spetta a noi adempiere a questa verità» (e cioè rispettare le tradizioni) e ricevette il battesimo da Giovanni. Durante il battesimo «il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, con l’aspetto di una colomba, e venne una voce dal cielo: Tu sei il Figlio mio, l’amato; in te ho posto il mio compiacimento!» (Luca 3:21—22). Il Messia praticamente fu «unto» non dal profeta ma dal cielo stesso. Il Vecchio Testamento smise di essere il piano attuale degli eventi…

      Giovanni Battista venne decapitato per volere della Regina ebraica Erodiade e della sua figlia Salomè, che dopo l’esecuzione portò a sua madre la testa su un piatto. Questo soggetto, dove l’attenzione venne spostata dallo spirituale Giovanni alla danza erotica di Salomè vestita con sette veli, divenne uno dei più importanti nella cultura mondiale, impresso nelle opere di molti maestri della pittura da Giotto a Ken Russel. Per il cristiani del decimo secolo però era più importante proprio San Giovanni. Avendo vissuto nel periodo di passaggio tra Nuovo e Vecchio testamento, secondo la tradizione cristiana fu ugalmente illustre quanto limitato. «Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui». (Matteo 11,11).

      Costruita ai tempi di Sergio III e avendo ricevuto un nuovo patrono celeste, la basilica Lateranense restò in piedi senza essere danneggiata per quasi 400 anni, prima di essere distrutta da un’altra calamità, che questa volta fu un incendio. In questo periodo, durante il pontificato di papa Lucio II, venne consacrato un’altro tempio, in nome dell’apostolo Giovanni Evangelista, autore non solo di uno dei vangeli, ma anche della famosissima «Rivelazione». Giovanni Evangelista49 era il discepolo prediletto di Gesù Cristo, il suo nipote e autore del «Vangelo secondo Giovanni». L’apostolo Giovanni fu vicino a Gesù sia durante la Trasfigurazione sul monte Tabor, sia durante la resuscitazione della figlia di Giairo, sia durante la preghiera nel giardino dei Getsemani. Egli si trovava vicino a Gesù durante l’ultima cena. Colmo d’amore verso il Maestro, Giovanni seguì il Signore al processo, e fu l’unico degli apostoli a recarsi sotto la croce ed essere testimone delle ultime agonie del Salvatore. Morendo, Gesù lasciò in eredità a Giovanni i suoi doveri di figlio verso la madre, la Vergine Maria. Da quel momento, fino all’assunzione di Maria, Giovanni le fece da secondo figlio standole sempre accanto, e Maria a sua volta gli fece da seconda madre che lui amò con tutto il suo cuore.

      Il pontificato di papa Lucio II, durato meno di un anno dal marzo 1144 al febbraio del 1145, fu molto turbolento. A Roma si era formata una repubblica rivoluzionaria intenta a privare il papa dei suoi poteri. Nei vari scontri, gli attivisti delle due fazioni arrivavano spesso a combattere. In uno di essi papa Lucio II, che comandava di persona l’attacco dei suoi seguaci al Capitolino, fu colpito in testa da una pietra e morì poco tempo dopo. Puo essere che siano stati il tumulto anticlericale che regnava a Roma e il pensiero dell’imminente avvicinarsi della prorpia morte a far nascere in Lucio II il presentimento di una catastrofe che stava per accadere. Il suo stato d’animo era perfettamente associabile ad un testo biblico sulla fine del mondo, quale la Rivelazione di Giovanni Evangelista o Apocalisse.

      L’Apocalisse, o La Rivelazione di Giovanni Evangelista – l’ultimo libro dei testi canonici, scritta da Giovanni sull’isola di Patmos, dove venne mandato in esilio dall’imperatore Domiziano. In una caverna dell’isola, Giovanni ricevette da Dio la grandiosa e sacra rivelazione dell’Apocalisse, che descriveva simbolicamente i fatti che dovranno avvenire alla fine dei tempi – prima, durante e dopo il secondo avvento di Gesù Cristo. Si tratta di un libro speciale, attorniato da un alone di misteriosa forza e figuratività. Nella chiesa ortodossa è l’unico di tutti i libri del Nuovo Testamento a non essere letto durante le funzioni. Il testo della Rivelazione di Giovanni Evangelista non è incluso nel calendario liturgico.

      Ad ogni modo, i patroni celesti della basilica Lateranense, oltre a Gesù, sono due San Giovanni – il Battista ed Evangelista.

      È curioso il fatto che la tradizione esoterica rapporti questi due santi al dio romano Giano. Il dio pagano dell’Inizio e della Fine, Giano, veniva raffigurato con due faccie che guardavano nelle direzioni opposte. Uno dei volti rappresentava un giovane e l’altro – un vecchio barbuto. Gli ermeneutici dell’epoca del Rinascimento spesso rappresentavano i due Giovanni o come vecchi barbuti, o come giovani effeminati. Basta ricordare le immagini di Giovanni il Battista nei quadri di Leonardo da Vinci, il quale conferiva al profeta sembianze androgine.

      Nell’antichità, le feste in onore di Giano (che oltretutto era anche il dio delle porte e di tutti i passaggi) si svolgevano nei giorni del solstizio d’estate e del solstizio d’inverno. Come a confermare le antiche tradizioni, vicino alla basilica Lateranense, nel XVI secolo nelle mura Aureliane fu creata una porta, alla quale venne dato il nome di… Porta di San Giovanni.

      Ma diamo un’occhiata più attenta alle varie allusioni esoteriche.

      La celebrazione del giorno di Giovanni Battista coincide con il solstizio d’estate. Nell’antica Roma in quel giorno si celebrava la festa della dea della fortuna, Fors Fortuna, l’adorazione della quale era vietata negli altri giorni. I romani credevano che in questo giorno si fondessero il mondo reale e quello soprannaturale50. La festa pagana di Ivan Kupala in Russia, che ha perso il prorio nome originale negli annali della storia, è diventata l’analogo della celebrazione della nascita di Giovanni Battista in tutti i paesi dove si professa la religione cristiana. Bisogna anche sottolinaere, che egli è l’unico santo, oltre alla Vergine Maria, ad essere celebrato nel giorno della sua nascita e non della sua morte.

      Secondo le credenze popolari, in questo giorno l’acqua e il fuoco stringono un’alleanza, dalla quale scaturisce una forza mistica. Nel medioevo, durante la notte del solstizio d’estate, nei campi vicino alla basilica Lateranense venivano appiccati fuochi, nel fumo dei quali si potevano intravvedere le sagome delle streghe che volavano. Con il termine streghe i romani intendevano le malvagie figure bibliche di Erodiade e Solomè. Secondo la leggenda, le due donne, colpevoli della morte di Giovanni Battista, si pentirono delle prorie azioni e piansero dolorosamente sulla testa mozzata del profeta inondandola di lacrime. Dai loro lamenti e urla scaturì una tromba d’aria, che trasportò in alto le malvagie donne. Da quel dì, madre e figlia sono condannate ad un’eterno errare nelle correnti d’aria, e nella notte della celebrazione di Giovanni Battista le loro sagome potevano essere intraviste nel fumo dei fuochi che venivano accesi. La rugiada, che si formava la mattina dopo, somboleggiava le lacrime versate dalle due peccatrici, e secondo le credenze medioevali era un’ottimo rimedio contro l’infertilità.

      Anche ai gironi nostri, ogni anno, il 23—24 giugno, in piazza Laterano si svolge l’allegra celebrazione della festa di San Giovanni, con la rituale consumazione di aglio e lumache, che secondo le credenze scacciano le forze oscure: il primo con il suo odore, le seconde con le proprie corna.

      Anche durante l’inverno si celebra la festa in onore di un Giovanni. Il giorno del solstizio d’inverno nella chiesa cattolica coincide

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<p>49</p>

L’apostolo Giovanni veniva anche chiamato con il soprennome di «Teologo», poichè nel suo Vangelo Gesù viene chiamato con il termine Parola di Dio. Sempre nel suo Vangelo vengono descritti i dialoghi del Signore e i suoi atti, nei quali veniva svelata la dottrina della natura divinia del Figlio del Signore e dello Spirito Santo.

<p>50</p>

La commedia di Shakespeare «Sogno di una notte di mezz’estate», dove gli avvenimenti hanno luogo prorio nella notte del solstizio d’estate, secondo una delle versioni fu scritta in occasione del festeggiamento della regina Elisabetta I del giorno di San Giovanni il Battista.