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salendo di furia la scaletta). Tanto meglio, tanto meglio, allora, signore! Potremmo esser noi la loro commedia nuova.

      Qualcuno degli attori (fra i vivaci commenti e le risate degli altri) Oh, senti, senti!

      Il padre (seguendo sul palcoscenico la Figliastra). Già, ma se non c’è l’autore!

      Al Capocomico: Tranne che non voglia esser lei…

      La Madre, con la Bambina per mano, e il Giovinetto saliranno i primi scalini della scaletta e resteranno lì in attesa. Il Figlio resterà sotto, scontroso.

      Il capocomico Lor signori vogliono scherzare?

      Il padre No, che dice mai, signore! Le portiamo al contrario un dramma doloroso.

      La figliastra E potremmo essere la sua fortuna!

      Il capocomico Ma mi facciano il piacere d’andar via, che non abbiamo tempo da perdere coi pazzi!

      Il padre (ferito e mellifluo) Oh, signore, lei sa bene che la vita è piena d’infinite assurdità, le quali sfacciatamente non han neppure bisogno di parer verosimili; perché sono vere.

      Il capocomico Ma che diavolo dice?

      Il padre Dico che può stimarsi realmente una pazzia, sissignore, sforzarsi di fare il contrario; cioè, di crearne di verosimili, perché pajano vere. Ma mi permetta di farle osservare che, se pazzia è, questa è pur l’unica ragione del loro mestiere.

      Gli Attori si agiteranno, sdegnati.

      Il capocomico (alzandosi e squadrandolo) Ah sì? Le sembra un mestiere da pazzi, il nostro?

      Il padre Eh, far parer vero quello che non è; senza bisogno, signore: per giuoco… Non è loro ufficio dar vita sulla scena a personaggi fantasticati?

      Il capocomico (subito facendosi voce dello sdegno crescente dei suoi Attori) Ma io la prego di credere che la professione del comico, caro signore, è una nobilissima professione! Se oggi come oggi i signori commediografi nuovi ci danno da rappresentare stolide commedie e fantocci invece di uomini, sappia che è nostro vanto aver dato vita – qua, su queste tavole – a opere immortali!

      Gli Attori, soddisfatti, approveranno e applaudiranno il loro Capocomico.

      Il padre (interrompendo e incalzando con foga). Ecco! benissimo! a esseri vivi, più vivi di quelli che respirano e vestono panni! Meno reali, forse; ma più veri! Siamo dello stessissimo parere!

      Gli Attori si guardano tra loro, sbalorditi.

      Il direttore Ma come! Se prima diceva…

      Il padre No, scusi, per lei dicevo, signore, che ci ha gridato di non aver tempo da perdere coi pazzi, mentre nessuno meglio di lei può sapere che la natura si serve da strumento della fantasia umana per proseguire, più alta, la sua opera di creazione.

      Il capocomico Sta bene, sta bene. Ma che cosa vuol concludere con questo?

      Il padre Niente, signore. Dimostrarle che si nasce alla vita in tanti modi, in tante forme: albero o sasso, acqua o farfalla… o donna. E che si nasce anche personaggi!

      Il capocomico (con finto ironico stupore) E lei, con codesti signori attorno, è nato personaggio?

      Il padre Appunto, signore. E vivi, come ci vede.

      Il Capocomico e gli Attori scoppieranno a ridere, come per una burla.

      Il Padre (ferito) Mi dispiace che ridano così, perché portiamo in noi, ripeto, un dramma doloroso, come lor signori possono argomentare da questa donna velata di nero.

      Così dicendo porgerà la mano alla Madre per aiutarla a salire gli ultimi scalini e, seguitando a tenerla per mano, la condurrà con una certa tragica solennità dall’altra parte del palcoscenico, che s’illuminerà subito di una fantastica luce.

      La Bambina e il Giovinetto seguiranno la Madre; poi il Figlio, che si terrà discosto, in fondo; poi la Figliastra, che s’apparterà anche lei sul davanti, appoggiata all’arcoscenico. Gli Attori, prima stupefatti, poi ammirati di questa evoluzione, scoppieranno in applausi come per uno spettacolo che sia stato loro offerto.

      Il capocomico (prima sbalordito, poi sdegnato) Ma via! Facciano silenzio!

      Poi, rivolgendosi ai Personaggi: E loro si levino! Sgombrino di qua!

      Al Direttore di scena: Perdio, faccia sgombrare!

      Il direttore di scena (facendosi avanti, ma poi fermandosi, come trattenuto da uno strano sgomento) Via! Via!

      Il padre (al Capocomico) Ma no, veda, noi…

      Il capocomico (gridando) Insomma, noi qua dobbiamo lavorare!

      Il primo attore Non è lecito farsi beffe così…

      Il padre (risoluto, facendosi avanti) Io mi faccio maraviglia della loro incredulità! Non sono forse abituati lor signori a vedere balzar vivi quassù, uno di fronte all’altro, i personaggi creati da un autore? Forse perché non c’è là indicherà la buca del Suggeritore un copione che ci contenga?

      La Figliastra (facendosi avanti al Capocomico, sorridente, lusingatrice) Creda che siamo veramente sei personaggi, signore, interessantissimi! Quantunque, sperduti.

      Il Padre (scartandola) Sì, sperduti, va bene!

      Al Capocomico subito: Nel senso, veda, che l’autore che ci creò, vivi, non volle poi, o non potè materialmente, metterci al mondo dell’arte. E fu un vero delitto, signore, perché chi ha la ventura di nascere personaggio vivo, può ridersi anche della morte. Non muore più! Morrà l’uomo, lo scrittore, strumento della creazione; la creatura non muore più! E per vivere eterna non ha neanche bisogno di straordinarie doti o di compiere prodigi. Chi era Sancho Panza? Chi era don Abbondio? Eppure vivono eterni, perché – vivi germi – ebbero la ventura di trovare una matrice feconda, una fantasia che li seppe allevare e nutrire, far vivere per l’eternità!

      Il capocomico Tutto questo va benissimo! Ma che cosa vogliono loro qua?

      Il padre Vogliamo vivere, signore!

      Il capocomico (ironico) Per l’eternità?

      Il padre No, signore: almeno per un momento, in loro.

      Un attore Oh, guarda, guarda!

      La prima attrice Vogliono vivere in noi!

      L’attor giovane (indicando la Figliastra) Eh, per me volentieri, se mi toccasse quella lì!

      Il padre Guardino, guardino: la commedia è da fare;

      al Capocomico: ma se lei vuole e i suoi attori vogliono, la concerteremo subito tra noi!

      Il capocomico (seccato) Ma che vuol concertare! Qua non si fanno di questi concerti! Qua si recitano drammi e commedie!

      Il padre E va bene! Siamo venuti appunto per questo qua da lei!

      Il capocomico E dov’è il copione?

      Il padre È in noi, signore.

      Gli attori rideranno. Il dramma è in noi; siamo noi; e siamo impazienti di rappresentarlo, così come dentro ci urge la passione!

      La figliastra (schernevole, con perfida grazia di caricata impudenza) La passione mia, se lei sapesse, signore! La passione mia…per lui!

      Indicherà il Padre e farà quasi per abbracciarlo; ma scoppierà poi in una stridula risata.

      Il padre (con

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