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bisognava cercare queste nelle prime fasi di un caso di omicidio seriale. Cosa avevano in comune le vittime che le distingueva e le rendeva bersagli? E quali erano, invece, le differenze tra di loro?

      Il fatto di essere state prese di mira per la loro età e la loro avvenenza era un’ipotesi alquanto valida. Avrebbe potuto trattarsi o meno di opportunità, come avevano già considerato.

      Ma per quanto riguarda le differenze?

      “La distanza tra le città potrebbe essere rilevante. Quaranta minuti di auto.”

      “Potrebbe essere del posto,” disse Shelley. “O forse si sta spostando.”

      Zoe inclinò la testa. “Secondo le statistiche, la maggior parte degli assassini seriali colpisce entro un determinato raggio dalla propria residenza. Di solito non così vicino da non sentirsi al sicuro. Abbastanza lontano da non destare sospetti, ma comunque abbastanza vicino da potersi spostare agevolmente. È possibile ipotizzare un raggio di due ore da entrambe le città.”

      Shelley diede un’occhiata alla mappa. “Ci sono troppe città all’interno di questo raggio,” disse. “Dovremo restringerlo ancora.”

      Cos’altro avrebbero potuto usare?

      “Lorna non avrebbe dovuto essere da sola quando è stata uccisa,” disse ad alta voce Zoe, riflettendoci su. “L’eventualità che l’assassino fosse in agguato potrebbe voler dire due cose: o che fosse consapevole di quel cambiamento di programma, o che stesse semplicemente aspettando che passasse qualcuno a caso.”

      Shelley stava mordendo una delle sue unghie, rosicchiandone i bordi. “L’amica che le ha dato buca,” disse. “Non dovrebbero esserci problemi a rintracciarla. Abbiamo il cellulare di Lorna?”

      “Non ancora,” disse Zoe, controllando il registro delle prove che lo sceriffo le aveva consegnato. “Qualcuno sta cercando di sbloccarlo. A quanto pare è protetto da una password. Probabilmente ci vorrà un mandato per convincere la compagnia telefonica a fornirci l’accesso.”

      “Allora gli account social,” disse Shelley con risolutezza, tirando fuori il suo cellulare e iniziando ad aprire pagine.

      “Non sono sicura che ci abbiano già dato i nomi,” disse Zoe, sfogliando le pagine del rapporto relativo alle proprietà di Lorna.

      “Non ne abbiamo bisogno,” disse sorridendo Shelley. Sollevò lo schermo. Su di esso era chiaramente mostrata un’immagine di Lorna, visualizzata sul feed di una pagina Facebook. “In questa zona non ci sono molte Lorna Troyes.”

      Zoe si avvicinò, sporgendosi sul tavolo in modo da poter vedere meglio. “Qualche post recente da parte di una Cora?”

      Shelley fece lentamente scorrere in basso il feed. “Sì! Ecco, guarda: ha taggato sia se stessa che Lorna in un ristorante un paio di settimane fa. Cora Day.”

      “Ottimo lavoro.” Zoe annuì. “Ma scommetto che non siamo così fortunate da scoprire che Michelle Young fosse un’amicizia in comune.”

      Shelley aggrottò la fronte, girando nuovamente verso di sé lo schermo e scorrendo rapidamente la pagina verso il basso, cercando nell’elenco delle amicizie di Lorna. “No, a quanto pare no.”

      “Forse possiamo vedere se hanno qualche interesse o qualche amico in comune a parte Cora,” suggerì Zoe. “Io guarderò il profilo di Michelle, tu resta su quello di Lorna. Possiamo dire ad alta voce i nomi degli amici in ordine alfabetico e vedere se qualcuno combacia.”

      Shelley la assecondò, tornando all’elenco delle amicizie di Lorna e leggendo i nomi uno dopo l’altro. Zoe, che per fortuna era stata in grado di trovare Michelle abbastanza facilmente attraverso la sua immagine del profilo, guardò a sua volta l’elenco alfabetico degli amici della ragazza. Nessuno di loro corrispondeva.

      Shelley sospirò. “Allora è un buco nell’acqua.”

      “Non è detto,” le disse Zoe. “Questo è pur sempre un territorio abbastanza piccolo, e non è detto che chiunque aggiunga automaticamente qualsiasi persona che incontra al proprio elenco di amicizie. Dovremmo dare un’occhiata ai loro post e alle registrazioni. Forse entrambe frequentavano regolarmente gli stessi posti.”

      Shelley convenne. “Inizierò a fare un elenco,” disse. “Aggiungerò qualsiasi cosa risalente agli ultimi mesi. Poi confronteremo gli appunti.”

      Zoe si mise all’opera, controllando il feed di Michelle. Fu un lavoro lento. A quanto pare Michelle aveva avuto l’abitudine di scrivere sulla propria pagina qualsiasi pensiero o considerazione, spesso in modo talmente vago che sembrava che soltanto il diretto interessato potesse comprenderli. C’era spesso una raffica di commenti sotto questi nebulosi aggiornamenti, in cui venivano richiesti ulteriori dettagli che Michelle non si era mai premurata di fornire.

      Ma, un momento: quello lì era … ?

      “Cora Day?” disse Zoe a voce alta. “Era quello il suo nome?”

      “Sì,” disse Shelley, alzando lo sguardo. “Hai trovato qualcosa?”

      “Ecco,” rispose Zoe, mostrandolo alla sua partner. “Pare che dopotutto si conoscessero.”

      C’era una fotografia che mostrava Michelle e un gruppo di altre donne. In piedi sulla sinistra, sorridente, c’era una donna taggata come Cora Day.

      “È lei,” confermò Shelley. “Dov’è stata scattata?”

      Zoe consultò i tag. “In un locale notturno in città. Continuerò a cercare. Potrebbe esserci dell’altro.”

      C’era dell’altro, e non impiegò molto tempo a trovarlo. Lì, qualche post più in basso, c’era un commento da parte di Cora: il primo che aveva visto ma, in termini cronologici, il più recente.

      Qualsiasi cosa fosse successa tra le due donne, non sembrava fosse stato qualcosa di piacevole.

      “Ascolta questo,” disse Zoe, leggendo ad alta voce. “Sei così prevedibile, troia. Piantala di postare aggiornamenti su di me. Se vuoi dirmi qualcosa, dimmelo in faccia.”

      “E questo cos’è?” sussultò Shelley.

      “È un commento da parte di Cora Day sulla pagina Facebook di Michelle Young,” disse Zoe con tono trionfante. “A quanto pare erano amiche, almeno fino a questo momento. Michelle le ha risposto di andare a farsi fottere e Cora non ha mai replicato. Immagino che a questo punto le due si siano bloccate a vicenda.”

      “Quando è successo?” domandò Shelley con aria pensierosa.

      Zoe controllò la data. “Poco più di un mese fa.”

      “Quindi, ricapitolando,” disse Shelley, con un sorriso che lentamente stava prendendo vita sul suo viso, “Cora Day litiga con Michelle Young, e circa un mese più tardi questa viene trovata morta. Poi Cora annulla appuntamento con Lorna Troye per un’escursione pre-programmata, lasciandola sola, e anche Lorna viene uccisa, oltretutto con lo stesso metodo.”

      “E il medico legale dice che è del tutto possibile che il sospettato che stiamo cercando possa essere una donna, soprattutto considerando la scarica di adrenalina che avrebbe potuto permetterle di colpire con più forza del previsto.”

      “Oltre al fatto che l’assassino era abbastanza sicuro di sé da avvicinare entrambe le donne in pieno giorno quando erano da sole, senza indurle a scappare dalla paura, molto probabilmente perché loro già lo conoscevano.”

      “A quanto pare abbiamo un sospettato,” disse Zoe, cogliendo la palese eccitazione di Shelley. E, in fin dei conti, perché no? Poteva benissimo essere questa la pista che avrebbe dato una svolta al caso.

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