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      “Anche tu devi andare a casa, Trina”. Kiera fece un ultimo tentativo per convincermi ad andarmene.

      Mi chinai e accarezzai la testa del cane. “Sono a casa.”

      ***

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      Quella veterinaria mi odiava e non avevo idea del perché. Avevo un conto da pagare piuttosto alto, ma ciò non avrebbe dovuto fare differenza. Se avesse veramente amato gli animali, non si sarebbe lamentata tanto di dover aiutare quelli che più avevano bisogno di lei.

      Era arrivata in ritardo, senza scusarsi, ma aveva trovato il tempo di fermarsi per un caffè.

      “Ho sentito del combattimento tra cani di ieri sera.” Sospirò mentre apriva la sua borsa. “Tutti in città ne sanno fin troppo.”

      “Il posto era pieno.” Rabbrividii al ricordo.

      “Sono tutti in subbuglio. Si accusano e si denunciano a vicenda per esserci stati.”

      “Bene. Non sarebbe potuto succedere a della gente migliore.” Aprii gli sportelli delle gabbie dei cani e feci loro cenno di uscire. “Non so come stiano dentro, ma penso che guariranno dalle ferite esterne. Un paio di buoni pasti non faranno male.” Il mio amico dagli occhi azzurri venne al mio fianco e gli grattai il pelo sul capo.

      “Non si dimentichi che dipende da quelle persone per le donazioni.” Mi guardò mentre si sedeva al suolo per esaminare il primo cane. Avrei voluto darle una sberla. Ogni volta che veniva mi trattava come una pezza da piedi. Non capivo perché avesse scelto di fare la veterinaria. Aveva la stessa compassione di Ryker. “Lei non può pagare tutti con la buona volontà e le migliori intenzioni.”

      “Di cosa si preoccupa di più, di questi cani o del suo conto in banca?” Avrei voluto che ci fosse qualcun altro da poter chiamare oltre a quella donna. Eravamo troppo lontani dalla città per convincere gli altri veterinari a fare visite a domicilio.

      “Penso che la risposta sia ovvia.”

      Sì, lo era. Non risposi, non volendola lí un secondo di più di quanto fosse necessario. Dammi la diagnosi, la ricetta e fai attenzione che la porta non ti sbatta contro il culo mentre esci.

      Si tolse lo stetoscopio dalle orecchie. “Questi non sono cani. Sono lupi.”

      Santo cielo.

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      Capitolo cinque

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      Shadow

      Un rumore di vetri che si frantumavano nell'ingresso svegliò tutti nel rifugio.

      “Cosa diavolo sta succedendo?” disse Major, gettandosi contro le sbarre della sua gabbia. Nonostante il baccano nel rifugio provocato dall’accaduto, l’opera di distruzione continuò. L'aggressore aveva un ritmo regolare, rompendo con la sua arma tutto ciò che si trovasse davanti. Il legno si spezzava e il metallo prendeva una botta.

      “Sono gli scagnozzi di Ryker”, risposi. Non potevo vederli, ma non c'era dubbio: “Sento il loro odore.”

      Il male aveva un fetore ben distinto, come un acido che mi bruciava le narici. Bloccati in quelle gabbie, non c'era niente che nessuno di noi potesse fare per fermarli.

      Gli uomini di Ryker volevano solo dare un avvertimento. Quantomeno quella volta.

      Anche dopo aver scoperto che eravamo lupi, Trina ci aveva tenuti. Aveva detto che non avrebbe potuto lasciarci liberi finché non fossimo stati abbastanza in forma da sopravvivere. Non c'era bersaglio maggiore a Sawtooth di un lupo malato.

      “Fottuti codardi”, ringhiò Baron, il naso premuto contro la rete della sua gabbia. “Attaccare il rifugio quando è noi che vuole.”

      “Trina lo ha fatto andare in prigione”, gli ricordai.

      “Quando usciremo di qui, è ovvio che gliela faremo pagare a quel bastardo”, aggiunse Dallas. “Entrambi i nostri branchi sono stati colpiti. Dovremmo collaborare.”

      Major mi guardò fisso. Non aveva mai esitato a sottolineare quanto mi ritenesse un debole. Avevamo stili diversi e il mio includeva consentire ai miei fratelli di essere una parte vitale della squadra. Ora tutto quello che Major aveva era X, che non aveva detto una parola durante l'attacco. Ma avrebbe portato a termine il lavoro, qualunque cosa gli fosse stata richiesta e non ci avrebbe mai ripensato.

      “È una buona idea.” Non mi tirai indietro. “Operiamo in zone diverse e otterremo informazioni differenti. Nessuno si aspetterà mai che lavoriamo insieme.”

      “Può esserci un solo leader.” La versione di Major di un sì.

      “Lo so.” Strinsi gli occhi su di lui. “Vedremo chi di noi lo sarà, voglio dire.”

      ***

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      “Santo cielo!” Kiera, la prima a passare per quella che era stata la porta, lasciò cadere la sua tazza di caffè. “Che diavolo è successo qui?”

      “Controlla gli animali!” Trina corse attraverso la stanza. “Assicurati che stiano tutti bene.”

      Le nostre gabbie occupavano la stanza anteriore e il rifugio era pieno. Gli altri animali abbaiavano e gridavano per le donne, avvertendole dell'attacco.

      “Perché qualcuno dovrebbe fare una cosa del genere?” Lyssie rimase indietro. Qualcosa mi diceva che non era la prima volta che aveva a che fare con una violenza insensata. “È un rifugio per animali.”

      “Abbiamo pestato i piedi a qualcuno.” Kiera emerse dalla stanza delle gabbie. “Tutti stanno bene da questa parte. Spaventati, ma nessuno è ferito.”

      “Sì, anche qui stanno tutti bene.” Trina si fermò in mezzo alle nostre gabbie. “Ho avuto delle reazioni avverse in città dopo la lotta tra cani. Mi hanno detto di non sputare nel piatto dove mangio e altre cose carine.”

      “Abbiamo avuto quella gomma a terra quando abbiamo lasciato il lavoro il giorno dopo il salvataggio”, aggiunse Lyssie, avvolgendo le braccia intorno alla vita. “Non gli avevo dato importanza, ma ora non mi sembra una coincidenza.”

      “Devo chiamare Randy.” Trina sospirò mentre apriva le nostre gabbie. “Pensate a qualsiasi altra cosa insolita che avete visto da quella notte. Deve sapere tutto, nel caso ci fosse qualcosa dietro. Se qualcuno vi ha guardate di traverso, ditelo. Non è il momento di tacere. Ce la possiamo fare. Sarà difficile, ma nessuno ci intimidirà per aver fatto la cosa giusta per questi animali.”

      Il fatto che stessimo mettendo le donne in pericolo trovandoci là mi dispiaceva tremendamente. Se fossi stato umano, avrei insistito perché si allontanassero da noi. Non avevano idea di cosa fosse capace Ryker. Era molto più pericoloso di quanto sembrasse.

      Ma se fossi stato umano, avrei potuto proteggerle.

      Le ragazze si fecero il mazzo per ripulire la stanza anteriore, cercando di riportare tutto alla normalità. Spazzarono via i vetri rotti, coprirono le finestre danneggiate e ripararono tutto quello che potevano. Nessuno venne ad aiutarle. La cosa non mi sorprese. Trina chiamò il dipartimento di polizia, ma le altre

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