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che l’unica cosa che era riuscito ad ottenere… era convincere Angel che amava contemporaneamente lui e il fratello.

      Si staccò da lei e insieme si misero a passeggiare per il giardino, cingendole le spalle con un braccio. “Scommetto che non hai avuto neanche un attimo di relax per riprenderti dal tuo volo pauroso! – sorrise lui, conoscendo bene quanto lei e Tristian odiassero volare!

      “Beh, – disse Angel, con un mezzo rimbrotto – Avresti potuto parlare con la nonna ed evitarmelo. Lo sai che, quando ti ci metti, ottieni da lei tutto quello che vuoi!”

      “No, non è più così – rispose Hunter con un ghigno – Non dare la colpa a me per quel viaggio in elicottero! Ultimamente lascio tua nonna molto più libera di prendere le sue decisioni!”

      Attraversarono il prato verde e arrivarono in un punto dove sapevano che dalla stanza di Ash potevano essere visti, quindi lui rallentò, ma solo per dispetto. Non era mica un santo!

      “Sei il mio eroe, lo sai ? – gli disse Angel, dolcemente. Lui si bloccò e la guardò – Se non avessi soccorso mia nonna, quando ha avuto l’infarto… Le hai salvato la vita!”

      Ash si avvolse l’asciugamano intorno alla vita, uscendo dal bagno. Una bella doccia calda era proprio quello che ci voleva, per iniziare una settimana di vacanza! Forse avrebbe dovuto impegnarsi per fare una buona impressione sulla famiglia di Angel, e scommettere su di lei! Non aveva mai lavorato così duramente su se stesso per affascinare una ragazza!

      L’ultima che aveva avuto era una vera troia a due facce, e si era visto costretto a darle una bella lezione… ma Angel… Era poco più di una verginella di provincia che aveva quasi dovuto costringere con la forza per baciarla! Ma questo non gli dava fastidio… Se voleva sesso, c’erano abbastanza troie in giro. Poteva uscire con qualcuna e poi tornare da Angel!

      Asciugandosi i capelli davanti allo specchio del comò, notò uno strano riflesso. Voltandosi di botto potè vedere, giù in fondo, Angel e Hunter tanto vicini da sembrare in atteggiamento… intimo!

      Strinse i denti così forte che la mascella gli scricchiolò, alla vista della sua ragazza e di quel ragazzo Indiano che lei chiamava affettuosamente “ Il mio migliore amico!” Dentro di se sapeva che Hunter non si sarebbe mai sognato di usare lo stesso appellativo nei confronti di lei… nessun ragazzo sano di mente lo avrebbe mai fatto!

      “Angel, tua nonna è sempre stata buona con me e mio fratello, anche quando non era necessario! Mi dispiace quello che le è successo! – stava dicendo Hunter con un sospiro, consapevole di mentire. Se Isabel Hart non avesse avuto … quell’attacco di cuore, ora Angel non sarebbe qui! Si sentì un verme, al pensiero di ciò che aveva fatto!

      Lo sciamano della sua tribù gli aveva impartito tutte le conoscenze erboristiche necessarie per far guarire una persona… o anche per stimolare un malanno. In tal modo era stato in grado di mescolare le erbe giuste per procurare quel piccolo infarto a Isabel. Era l’unico modo che era riuscito a trovare per indurre Angel a tornare da lui.

      “Non ringraziarmi per l’aiuto che le ho dato! – esclamò, sotto il peso della sua coscienza sporca.

      Angel gli sorrise e gli posò un bacio leggero sulla bocca, fiera della modestia dell’amico. Si alzò in punta di piedi per baciarlo, perché voleva che lui sentisse quanto gli era grata! Mentre si staccava da lui, i loro sguardi si incrociarono e si mantennero fissi. Angel si sentì invadere le cosce e lo stomaco da una tempesta di emozioni simili a fuochi e fulmini. Non era la prima volta che Hunter le faceva quest’effetto… ma era la prima volta che sapeva che non doveva provare queste cose per lui! Era fidanzata, ora, e desiderare Hunter doveva rimanere un tabù. Deglutì e si staccò violentemente da lui.

      “Comunque ti sono davvero grata! Se mia nonna fosse morta, non so cos’avrei fatto!”

      Hunter chiuse gli occhi: aveva capito che lei stava cercando di mettere un freno al fuoco di passioni che le era divampato dentro. Non poteva impedirsi di provarle… ma mettere un freno, sì. Tuttavia Hunter non poteva permetterle di lasciarlo di nuovo. Non era tipo, lui, da essere gettato nel dimenticatoio così facilmente!

      La prese per mano e, con lei al fianco, si avviò verso la porta della hall. “Dai, avviamoci – disse.

      Ashton si aggrappò così forte al davanzale di legno della finestra, da farlo scricchiolare. Angel non gli aveva mai dato motivo di essere geloso, prima, ma il modo in cui guardava Hunter … la tenerezza con cui gli aveva dato quel bacio casto, gli faceva salire il sangue al cervello! No, la cosa non gli piaceva nemmeno un po’! Non l’aveva mica accompagnata a casa per vederla flirtare con altri!

      Angel entrò nell’ascensore, cercando di scrollarsi di dosso l’ultima scarica elettrica che le aveva suscitato il contatto con Hunter. “Allora, dove dormirò stanotte? – esclamò, sapendo che quello era un vecchio gioco tra loro.

      Quando erano più giovani lei, Hunter, Tristian e Ray si erano divertiti molto a nascondere i registri della reception e a scambiare il numero delle stanze, solo per creare casini. E la cosa ora le sembrava ancora più divertente, perché Hunter era il responsabile della stessa cosa per cui in passato erano stati tutti puniti.

      Lui scrollò le spalle: “Ho pensato che volessi stare vicina a tuo fratello.” Allungò la mano e premette il pulsante del quarto piano. “ Così, ti ho ridato la tua vecchia stanza.”

      “Sono felice di riavere la mia bella enorme stanza! – sorrise lei, compiaciuta, perché le stanze ai piani superiori erano molto più grandi di quelle dei piani bassi. Inoltre, questo la faceva sentire ancora di più a casa. “Grazie, Hunter!”

      “Beh, ho sempre pensato che voi due siate un po’ viziati – rispose lui, facendole l’occhiolino – Ecco perché ho deciso di dormire anch’io in albergo!” Tirò fuori la chiave dalla tasca. Era quella della stanza proprio vicina quella di Angel, e lui vi si era trasferito lì già da un mese. In tal modo riusciva a sentirla vicina, anche se Angel era tanto lontana!

      “Davvero ti sei trasferito a Sanctuary? – chiese lei, incredula. Lui e Ray avevano sempre fatto la spola da casa loro al resort, per evitare di lasciare la madre sola di notte… e questo già molto prima che Ray prendesse la patente! I due fratelli amavano moltissimo la madre, e facevano in modo di darsi il cambio per starle vicino.

      Quando l’ascensore toccò il piano, Hunter mise una mano sulla porta, per tenerla aperta. “Scusami, Angel, ma avevo pregato Tristian di non dirti niente. Non volevo che ti preoccupassi per noi.” I suoi occhi s'incupirono, sapendo che se lei gli avesse fatto una sfuriata avrebbe avuto perfettamente ragione.

      “Allora dimmelo ora! – esclamò la ragazza. Aveva una bruttissima sensazione. Aveva sempre pensato che Hunter non fosse il tipo da tenerla all’oscuro di qualcosa, e per la prima volta si chiese se invece non si fosse sbagliata. – Cos’è che non so?”

      “Nostra madre è morta un mese fa, perché la casa ha preso fuoco.” Deglutì a fatica come uno che si sforza di parlare. “ I vigili del fuoco hanno detto che si è trattato di un incidente. Deve essersi addormentata mentre stava cucinando.”

      Gli occhi di Angel si spalancarono e si riempirono di lacrime. “Oh, Hunter, perché non me lo hai detto? Se lo avessi saputo… sarei tornata molto prima! – esclamò.

      “Non volevo che tu… mi vedessi così..– rispose Hunter, mentre Angel lo abbracciava per la terza volta in mezz’ora.

      Lasciò andare la mano perché la porta si chiudesse, e poi premette il bottone di arresto. Questa volta il ragazzo perse il controllo e la cinse con le braccia per attirarla a sé, lasciando che il profumo dei capelli di lei lenisse in parte il suo dolore. Un dolore che non aveva niente a che fare con la morte di sua madre.

      Angel avrebbe voluto tanto confortarlo, ma non appena i loro corpi entrarono in contatto e lui la schiacciò verso la parete dell’ascensore, infilando una gamba tra le sue cosce, si sentì immediatamente presa dalla passione.

      “Oddio, Angel… – le sussurrò Hunter sulla morbida pelle del collo, mentre sentiva il pene inturgidirsi al di sotto della stoffa dei calzoni. Spingendole ancora di più la gamba tra le cosce le sollevò la testa premendo sulle sue labbra

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