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ma sembra che questo li manderà in una completa bancarotta. Conosco i tedeschi molto bene e temo che se andremo avanti con tutti questi risarcimenti di guerra, creeremo solamente un altro mostro.”

      “Spero che tu abbia torto, Ernest. Questa non era la ‘guerra per terminare tutte le guerre’?”

      Ernest gli lanciò un'occhiata torva. “Spero sia veramente così. Vedremo.”

      La sua prima assistente, Jane, riuscì a farsi rimandare in Inghilterra e fu sostituita da una ex Wren piuttosto carina di nome Margaret. Era stata nelle Wren durante la guerra ed era rimasta a libro paga del governo dopo che il loro corpo era stato dismesso. Era stata assegnata alla Commissione per l'Armistizio perché parlava francese.

      Smith gliela presentò e lui ne fu immediatamente impressionato. Aveva un'aria intelligente e comprensiva al contrario di Jane, che aveva passato la maggior parte del tempo a lamentarsi di essere intrappolata in città. Interrogò il suo amico su di lei. “É un bel tipo – in realtà non il mio genere, ma piuttosto carina. Ma dico, non ti starai mica innamorando?”

      “Certo che no!” disse Ernest imbarazzato. “Ma in realtà non so nulla di lei.”

      “Oh, è tutto molto semplice. Suo padre è un parroco da qualche parte sulla costa meridionale. Aveva un fratello, credo, ma è stato ucciso sulla Marna all'inizio della guerra. Si è unita alle Wren per dare una mano durante lo sforzo bellico – credo lavorasse come autista. Sembra abbia studiato da segretaria e a causa del suo lavoro con le Wren, aveva un buon grado di nulla osta nella sicurezza ed è stata assegnata alla Commissione per l'Armistizio quando è finita la guerra. Credo che sua madre sia mezza francese e per questo è stata un contatto utile qui.”

      “Sai che ti dico: la mia ragazza è una sua buona amica. Perché non organizziamo una serata insieme?”

      “Sì, perché no? Sarebbe divertente.”

      Un paio di giorni dopo Smith lo invitò ad andare a un varietà alle Folies-Bergère: “un po' spinto, mi sa” disse Smith “donne nude, così sembra.”

      Lo spettacolo fu, in effetti, audace rappresentando le “piccole donne nude” di Paul Derval che divenne il segno distintivo del varietà. Sebbene mostrassero tutto, fu piuttosto tranquillo – fondamentalmente quadri statici dove il sesso era del tutto soppresso. Fu audace ma poco solleticante. Ernest all'inizio fu imbarazzato per la sua accompagnatrice, ma Margaret sembrò essere di larghe vedute e lei e l'amica di Smith, Pauline, risero per alcuni degli effetti e parlarono in modo entusiastico degli elaborati costumi succinti.

      Dopo lo show, Ernest accompagnò Margaret agli alloggi che lei e Pauline condividevano, lasciando Smith e la sua ragazza per conto loro. “Un po' scandaloso, no?” disse Ernest.

      “Suppongo di sì. Ma era anche piuttosto coraggioso, no?”

      “Non l'ha sconvolta, quindi?”

      “No, certo che no. Ho pensato che le donne nude fossero piuttosto divertenti, no?”

      “Sì, ora che me lo dice, lo erano” disse Ernest, poi scoppiò a ridere, “Che strana conversazione! ‘Divertenti’ – ‘Pruriginose’ sarebbe una parola migliore.”

      “Ne è rimasto solleticato quindi?”

      Ernest arrossì e balbettò ma Margaret gli mise una mano sul braccio “non si senta imbarazzato, sto solo scherzando. Ho trascorso una piacevole serata, grazie.”

      Nel corso delle settimane successive, cenarono assieme alcune volte, talvolta con Smith e Pauline, altre solo loro due. Andarono a qualche spettacolo o in qualche bar ad ascoltare del jazz dal vivo, una musica che entrambi amavano. Una di quelle sere, dopo un concerto jazz a particolarmente buono, Ernest propose che andassero nel suo appartamento a bere un caffè.

      “E la tua portinaia?” chiese Margaret.

      “Dovremo solo intrufolarci silenziosamente.”

      Camminarono lungo la strada verso l'appartamento. Ernest lentamente prese la mano di Margaret e sentì lei stringergli le dita e appoggiare la sua testa sulla sua spalla. Arrivati al condominio, Ernest silenziosamente estrasse la chiave, la mise nella serratura e la girò per aprire la porta. Lentamente la spinse e, con un cigolio, si aprì. Entrarono e salirono le scale fino al suo appartamento. Aprì la porta e fece entrare Margaret.

      Lei si sedette su una piccola sedia vicino a un tavolino mentre Ernest si mise a preparare il caffè. Le offrì un brandy, ma lei rifiutò. Lui portò il caffè sul tavolo e si sedette sull'unica altra sedia presente nella piccola stanza.

      “Piuttosto piccolo, no?” disse Margaret.

      “Sì, fortunatamente non passo molto tempo qui e perciò non ha molta importanza. É grande abbastanza per me.”

      Margaret guardò il piccolo scaffale pieno di libri vicino al letto. “Oh, ti piace Flaubert?” disse.

      “In realtà no – sto solo provando a interessarmi. Il mio francese non è in realtà così buono, temo.”

      “Mi piace Madame Bovary – molto romantico.”

      “È tragico – questo in realtà mi scoraggia, troppo cupo.”

      “Perché?”

      “C'è stata anche troppa sofferenza recentemente, senza dover leggere della povera Madame B che si avvelena.”

      “Hai avuto una guerra così terribile?”

      Raccontò a Margaret dello Jutland, e di come a poco a poco si era rimesso dalle ferite, “ma ancora mi sveglio di notte sudando freddo e vedendo quei poveri marinai avvolti dalle fiamme.” Sussultò.

      Margaret si alzò e andò dietro alla sedia di Ernest. Dopo avergli messo gentilmente le braccia attorno al collo, gli sussurrò “povero caro. Che orrore. Vorrei poterti aiutare.” Poi sussurrando dolcemente come se fosse un bimbo piccolo lo fece dondolare lentamente.

      Ernest sentì la sua tensione sciogliersi e le lacrime inondare i suoi occhi. Improvvisamente non fu più in grado di trattenerle e cominciò a piangere. Piegandosi sulle braccia di Margaret si lasciò andare. Il suo dolore e la sua sofferenza emersero e si arrese alle sue carezze gentili e comprensive mentre lei gli sussurrava, “qui, qui, amore mio, sono qui, mi prenderò cura di te.”

      Dopo pochi minuti, ritornò in sé. Mise le sue mani sulle braccia di Margaret e gentilmente le spostò. Girandosi, prese il suo viso tra le mani e si baciarono dolcemente.

      Lei si allontanò e guardò l'orologio vicino al letto. “Oh, è già quest'ora? Devo andare – chiudono la porta dopo mezzanotte.”

      “Ti accompagno.”

      “No, tesoro, va bene. Ti vedrò domani. Ma faremo meglio a vederci fuori di qui, non vogliamo che la tua portinaia si faccia un'idea sbagliata!”

      La aiutò a mettersi la giacca e scesero le scale in punta di piedi. Ernest aprì la porta e lei uscì dietro di lui. Quando fu per strada si girò e gli diede un bacio molto dolce sulla fronte. Lui fece per tirarla verso di sé ma lei gli mise un dito sulle labbra e dolcemente lo allontanò. “Buona notte, amore mio” disse prima di girarsi e andare verso casa.

      Il mattino successivo si incontrarono, sentendosi un po' come degli scolari disubbidienti. Esternamente lavoravano come prima, ma il loro segreto era chiaro per gli amici e per i colleghi nonostante tentassero di nasconderlo.

      A Ernest e Smith venne detto di andare a Londra per parlare del lavoro fatto a Scapa Flow per smantellare la flotta tedesca. Smith organizzò affinché prendessero un ferry da Dieppe, poi un treno per Londra, ma Ernest lo convinse che avrebbero dovuto volare di nuovo. Il pensiero di andare per mare lo terrorizzava ancora. Fecero lo stesso itinerario che Ernest aveva già fatto e si registrarono in un hotel a Westminster.

      A cena quella sera, Smith era ansioso di scoprire di più su Ernest e Margaret. “Tu e Maggie sembrate essere diventati piuttosto amici” osservò.

      Ernest si ritrovò ad arrossire. “Sì, è una gran brava ragazza.”

      “Gran brava ragazza? Tutto qui? Sembra che tu sia piuttosto preso

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