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è permesso picchiarmi, solo il capo della casa può farlo, secondo perché, per quanto forte mi picchierai non lo farò e terzo perché te le restituirò.”

      “Restituire. Restituire? Tu piccolo bastardo. Razza di screanzato!”

      Smythe condivideva il suo studio con un gruppo di bulli. Ascoltarono con interesse questo scambio di battute. Uno di loro disse “piccolo stronzetto, va bene. Va’ avanti, Smythey, picchialo.”

      Smythe andò verso Godfrey, le mani sui fianchi, “ultima possibilità, rospetto, andrai o no al chiosco dei dolciumi?”

      “Non ci andrò” disse Godfrey.

      Smythe sollevò il pugno e mirò al suo volto, ma Godfrey fece un passo indietro ed evitò il colpo. Finì, però, contro uno degli amici di Smythey, che lo spinse in avanti mentre Smythey colpiva di nuovo. Questa volta il colpo lo centrò con violenza sul mento. Sentì i denti sbattere tra loro e barcollò. Le lacrime riempirono i suoi occhi ma riuscì a schivare un secondo colpo e colpì con un pugno i genitali di Smythey. Smythey crollò a terra in preda ai dolori mentre i suoi compagni attaccarono Godfrey ma, prima che riuscissero a raggiungerlo, la porta dello studio si aprì e il capitano della casa, un ragazzo di nome Carter, entrò.

      “Che diavolo è tutto questo chiasso?”

      “Questo zotico si è rifiutato di andare al chiosco di dolciumi per Smythey e poi lo ha colpito sulle palle.”

      “Beh, mostra uno spirito combattivo, devo dire. Però non posso permettere che le matricole disobbediscano alle persone più grandi – altrimenti dove andremmo a finire?” Si girò verso Godfrey. “Perciò fa’ come dice.”

      “No”, disse Godfrey. “Non sono uno schiavo, non lo farò!”

      “Cosa? Mi stai disobbedendo? Sono il capitano della casa, lo sai!”

      “Sì, lo so, ma non fa alcuna differenza, puoi picchiarmi se vuoi, ma non andrò.”

      “Veramente? Bene, molto bene. Vieni nel mio studio. Vuoi essere picchiato, sei venuto dall’uomo giusto.”

      Fece entrare Godfrey nel suo studio lì vicino dove gli altri responsabili della casa erano in attesa alle loro scrivanie. Avevano sentito il litigio ed erano impazienti di sapere cosa stesse succedendo.

      “Questo bambino” sogghignò Carter, “questo bambino si rifiuta di fare quello che gli è stato detto. Credo che si meriti una lezione, no?”

      Gli altri sorveglianti furono d’accordo con entusiasmo, anche se uno di loro, uno studente di nome Mitchinson fu meno entusiasta. “Ha mostrato del fegato ad affrontare quella merda di Smythe. Non credo dovresti punirlo per aver fatto quello che tutti vorremmo fare.”

      “Dobbiamo imporre della disciplina, temo, Mitch. Piegati su quella sedia, ragazzo.” Prese un bastone da una mensola vicina alla porta dello studio, si allontanò da Godfrey, poi corse verso di lui e colpì con violenza la sua schiena con il bastone. Godfrey sussultò ma non disse nulla. “Bene, ragazzo. Abbassa i pantaloni, poi vedremo quanto sei veramente coraggioso.” Godfrey lo fece con riluttanza e di nuovo il responsabile della casa prese la rincorsa e lo colpì con forza. Anche se voleva urlare per il dolore, Godfrey si sforzò di stare calmo.

      Il responsabile colpì altre quattro volte prima che intervenisse Mitchinson. “Dai. È sufficiente. Si presume che se ne diano al massimo sei.” Carter sollevò di nuovo il bastone, ma Mitchinson si mise davanti a lui e afferrò il bastone. “Ho detto che è abbastanza.”

      Con riluttanza Carter disse a Godfrey di tirarsi su i pantaloni. “questo ti sarà di lezione” disse.

      “In realtà” disse Mitchinson gentilmente, “credo che gli insegnerà qualcosa di completamente diverso da quello che intendevi, giusto? Tra l’altro, quale è il tuo nome?”

      “Jenkins” disse Godfrey, stringendo i denti mentre tirava su i pantaloni sul suo posteriore dolorante.

      “Bene, Jenkins, faresti meglio a uscire da qui. Brucerà per un giorno o due, temo. A proposito, se ti andasse di unirti all’OTC, vieni a trovarmi. Gestisco la sezione dell’esercito e sono alla ricerca di ragazzi duri per il mio plotone. Credo che potresti essere proprio quello che sto cercando.”

      Pochi giorni più tardi, Godfrey incrociò Mitchinson in corridoio. “Hai ripensato a quello che ti ho detto?” chiese.

      “Sì. Credo che mi piacerebbe ma mio padre è un ufficiale della marina e so che vuole che faccia parte della sezione navale.”

      “Peccato. E tu cosa ne pensi?”

      “In realtà ci ho pensato. Non mi piacciono particolarmente i pantaloni a zampa d’elefante. Forse dovrei pensare alla sezione dell’esercito.”

      “Bravo, vieni a vederci alla sfilata di mercoledì.”

      Ci si aspettava che tutti i ragazzi al Kings, tranne gli obiettori di coscienza, entrassero a far parte di una delle sezioni dell’OTC, Esercito, Marina o l’appena formata RAF. Venivano fornite le uniformi e la maggior parte dei cinque trimestri successivi erano dedicati a imparare a marciare e a sfilare prima di sostenere un esame di profitto. Se si passava, si poteva decidere se lasciare gli OTC o andare avanti con un addestramento più specialistico. Mitchinson era noto per scegliere gli allievi che voleva per il suo plotone – il che dava una meritata reputazione di esclusività. Essere invitato a farne parte era una sorta di riconoscimento per un ragazzo nuovo.

      All'inizio c'erano un sacco di marce e di parate, ordini urlati da un ragazzo più anziano. Ogni errore o infrazione guadagnava un solenne rimprovero. “Tu orribile ometto” era l'insulto più comune, sia che fosse rivolto a un ragazzo che per errore avesse girato a sinistra invece che a destra, o che fosse arrivato con il distintivo non perfettamente lucidato. Il povero furfante veniva mandato a correre attorno al campo di parata portando sopra la testa un pesante fucile Lee Enfield fino a quando il suo tormentatore decideva che aveva sofferto a sufficienza.

      L'addestramento sembrò a Godfrey completamente senza senso. Il massimo del divertimento lo ebbe quando fecero una esercitazione notturna. Non accadde molto, rimasero solo seduti in un campo con un piccolo falò e un piccolo contenitore che conteneva latte di razioni. Le latte sembravano identiche ma alcune contenevano una sorta di stufato, altre una zuppa insapore e una aveva una barretta di cioccolato molto più apprezzata. Uno dei ragazzi del plotone di Godfrey era riuscito a recuperare una piccola bottiglia di rum che si divisero prima di cercare di dormire sul terreno umido. Erano stati dati a ognuno di loro cinque proiettili a salve per i loro vecchi fucili – con l'avvertimento di non usarli a meno che non fosse strettamente necessario.

      Intorno alle due del mattino, Mitchinson arrivò per dir loro che un attacco simulato avrebbe presto avuto luogo. “Il plotone di Smythe cercherà di prendervi di sorpresa. Restate all’erta e restate qui,” disse, guardando dritto verso Godfrey.

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