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personalmente. E di ignorare gentilmente chiunque altro.”

      “Mi sta bene. Quindi a che punto siamo?”

      Trudy parlò seria. “Ci muoviamo veloci. Abbiamo ristretto la ricerca a sei veicoli ad alta priorità. Tutti sono passati entro un isolato o due dall’ospedale la scorsa notte, e presentano caratteristiche strane o che non corrispondono.”

      “Dammi un esempio.”

      “Okay. Uno è un camion fornitore alimentare intestato a un ex paracadutista russo. Siamo stati in grado di seguirlo con le videocamere di sorveglianza, e a quanto sembra, è andato su e giù per Manhattan tutta la notte, a vendere hot dog e Pepsi a prostitute, magnaccia e clienti.”

      “Ora dov’è?”

      “È parcheggiato sull’11ma Avenue, a sud Centro Congressi Jacob Javits. Non si muove da un po’. Pensiamo che stia dormendo.”

      “Okay, mi pare che sia appena diventato di bassa priorità. Passalo al NYPD, non si sa mai. Possono svegliarlo e rivoltargli il camion, scoprire se lì dentro ci vende anche qualcos’altro. Prossimo.”

      Trudy scorse la sua lista. Un minivan convertito in auto Uber da un ex fisico nucleare caduto in disgrazia. Un articolato di quaranta tonnellate con richiesta d’indennizzo assicurativo che venne demolito in un incidente e rottamato. Un furgone delle consegne per un servizio commerciale di lavanderia, con le targhe registrate a una non collegabile attività di pavimentazione di Long Island. Un’ambulanza registrata come rubata tre giorni fa.

      “Un’ambulanza rubata?” chiese Luke. “Sembra interessante.”

      Trudy scrollò le spalle. “Di solito si tratta di commercio illegale di organi. Li recuperano dai pazienti deceduti a pochi minuti dalla morte. Devono recuperare gli organi, impacchettarli e portarli fuori dall’ospedale in fretta. Nessuno dà una seconda occhiata a un’ambulanza che aspetta nel parcheggio di un ospedale.”

      “Ma stanotte forse non aspettavano organi. Sappiamo dove sono?”

      Scosse la testa. “No. L’unico luogo che abbiamo è quello del russo. È ancora più un arte che una scienza. Le telecamere di sorveglianza non sono ancora dappertutto, specialmente appena si esce da Manhattan. Vedi un furgone sorpassare una videocamera, poi potresti non vederlo più. O potresti ribeccarlo con un’altra telecamera dieci isolati più in là, o a cinque miglia. L’articolato ha attraversato il ponte George Washington verso il New Jersey prima che lo perdessimo. Il furgoncino della lavanderia è passato per la 138ma Strada verso il South Bronx ed è sparito. Proprio adesso, li stiamo rintracciando tutti con altri mezzi. Abbiamo contattato la compagnia dell’autotrasporto, l’Uber, la compagnia di pavimentazione e il servizio di lavanderia. Dovremmo venire a sapere qualcosa presto. E ho otto persone al quartier generale che setacciano ore di video, in cerca dell’ambulanza.”

      “Bene. Tienimi aggiornato. Che succede con la banca?”

      Il viso di Trudy era di pietra. “Dovresti chiederlo a Swann.”

      “Okay.” Fece un passo verso il piccolo feudo d’angolo di Swann.

      “Luke?”

      Si fermò. “Sì.”

      Gli occhi di Trudy guizzavano per la stanza. “Possiamo parlare? In privato?”

      *

      “Mi licenzierai perché non infrango la legge per te?”

      “Trudy, non ho nessuna intenzione di licenziarti. Perché lo pensi?”

      “È quello che hai detto, Luke.”

      Si trovavano in uno stanzino. C’erano due scrivanie vuote qui e una piccola finestra. La moquette era nuova. I muri erano bianchi e non vi era appeso niente. C’erano una piccola videocamera montata in un angolo, vicino al soffitto.

      Sembrava che la stanza non fosse mai stata usata. Lo stesso centro di comando era aperto da meno di un anno.

      I grandi occhi di Trudy lo fissavano con attenzione.

      Luke sospirò. “Ti stavo dando una via d’uscita. Pensavo che lo avresti capito. Se ci sono dei guai, puoi dare la colpa a me. Tutto quello che hai fatto è stato eseguire i miei ordini. Temevi di perdere il lavoro se non avessi eseguito i miei ordini.”

      Lei gli si avvicinò di un passo. Nell’isolamento della stanza, Luke poteva sentire il suo shampoo e il delicato profumo che portava spesso. La combinazione di odori gli fece qualcosa alle ginocchia. Le sentì tremare un po’.

      “Non puoi neanche darmi un ordine diretto, Luke. Non lavori più per l’SRT.”

      “Sono in congedo.”

      Lei fece un altro passetto nella sua direzione. I suoi occhi erano concentrati su di lui come laser gemelli. C’era intelligenza in quegli occhi, e calore.

      “E te ne sei andato… perché? Per causa mia?”

      Scosse la testa. “No. Avevo le mie ragioni. Tu non eri fra queste.”

      “I fratelli Marshall?”

      Scrollò le spalle. “Quando uccidi due uomini in una sola notte, è un buon momento per prendersi una pausa. Forse anche di valutare quello che stai facendo.”

      “Stai dicendo che non hai mai provato niente per me?” chiese.

      Lui la guardò, sbalordito dalla domanda. Aveva sempre avuto l’impressione che Trudy flirtasse con lui, e lui non aveva mai abboccato all’amo. C’era stata qualche volta, ubriaco a qualche festa, dopo brutte litigate con la moglie, che ci era andato vicino. Ma il pensiero di sua moglie e suo figlio l’avevano sempre tenuto lontano dal precipitare in qualcosa di stupido.

      “Trudy, noi lavoriamo insieme,” disse risolutamente. “E io sono sposato.”

      Lei si avvicinò ancora di più.

      “Non mi interessa il matrimonio, Luke,” disse piano, inclinandosi verso di lui, ormai vicinissima.

      Era contro di lui adesso. Luke le mise le mani sui fianchi. Sentiva il calore provenire da lei, e quella vecchia incontrollabile voglia quando le stava vicino, l’eccitazione, l’energia… il desiderio. Lei riuscì a posargli le mani sul petto, e non appena i palmi gli toccarono la camicia, lui seppe che avrebbe dovuto agire subito o abbandonarsi a lei completamente.

      Con un atto finale di supremo autocontrollo, Luke fece un passo indietro e le allontanò delicatamente le mani.

      “Mi dispiace, Trudy,” disse, con la voce roca. “Ti voglio bene. Davvero. Ma non è una buona idea.”

      Lei si accigliò, ma prima di poter dire qualcosa, un pesante pugno colpì la porta di legno.

      “Luke? Sei lì?” Era la voce di Newsam. “Dovresti uscire e vedere questo. Swann ha trovato qualcosa.”

      Si guardarono, Luke sentendosi colpevole come il diavolo al pensiero di sua moglie, anche se non aveva fatto niente. Se ne andò di lì prima che potesse accadere qualcos’altro senza poter fare a meno di chiedersi quanto ciò che era appena successo avrebbe avuto conseguenze sulla loro vita lavorativa insieme.

      E poi, peggio di tutto, non poteva fare a meno di ammettere che, sotto sotto, non aveva nessuna voglia di lasciare la stanza.

      *

      Swann sedeva a una lunga tavola con i suoi tre monitor video allineati davanti a sé. Con la sua calvizie incipiente e gli occhiali, ricordava a Luke un fisico della NASA al controllo missione. Luke era in piedi dietro di lui con Newsam e Trudy, al di sopra delle strette spalle di Swann.

      “Questo è il conto corrente di Ken Bryant,” disse Swann, muovendo il cursore nel centro dello schermo. Luke assorbì i dettagli: depositi, prelievi, saldo totale, un range di date che andava dal 28 aprile al 27 maggio.

      “Quanto è sicura la connessione?” chiese Luke. Diede un’occhiata alla stanza e fuori dalla porta. La stanza principale

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