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è rimasto sorpreso di non avercela fatta, mi par di capire.”

      “No,” disse. “Ma è dura non sperare. Era la mia vera ultima possibilità di uscire di qui prima che mi prenda la malattia. Sognavo di vagare per una spiaggia di Zihuatanejo. Ahimè, non avverrà. Ma abbiamo chiacchierato a sufficienza, detective. Andiamo al perché lei è qui, sul serio. E si ricordi che i muri hanno orecchie.”

      “Okay,” cominciò, poi si sporse in avanti e sussurrò, “sa di domani sera?”

      Anderson annuì. Keri sentì un’ondata di speranza salirle al petto.

      “Sa dove accadrà?”

      Scosse la testa.

      “Non posso aiutarla con il dove,” le sussurrò in risposta. “Ma potrei essere in grado di aiutarla sul perché.”

      “A che mi servirebbe?’ domandò amaramente.

      “Sapere il perché potrebbe aiutarla a scoprire il dove.”

      “Mi permetta di chiederle un perché diverso,” disse, capendo che la rabbia la stava sopraffacendo ma incapace di contenerla.

      “Va bene.”

      “Perché mi sta aiutando?” chiese. “Mi guida dall’inizio, dalla prima volta che l’ho conosciuta?”

      “Ecco quello che le posso dire, detective. Lei lo sa che cosa facevo per vivere, che coordinavo il rapimento di bambini dalle loro famiglie perché venissero dati ad altre famiglie, spesso per commissioni enormi. Era un business molto lucroso. Sono stato in grado di condurlo da una certa distanza usando un nome falso e vivendo una vita felice e semplice.”

      “Come John Johnson?”

      “No, la mia vita felice era come Thomas Anderson, il bibliotecario. Il mio alter ego era John Johnson, il facilitatore di rapimenti. Quando sono stato preso, sono ricorso a qualcuno che conosciamo entrambi per assicurarmi che John Johnson venisse esonerato e che Thomas Anderson non venisse mai collegato a lui. Questo è stato quasi dieci anni fa. Il nostro amico non lo voleva fare. Ha detto che lui rappresentava solo le persone bistrattate dal sistema e che io ero, ed è buffo pensarci adesso, un cancro di quel sistema.”

      “È buffo sì,” gli diede ragione Keri, senza ridere.

      “Però, come sa, so essere convincente. L’ho persuaso che prendevo bambini da famiglie benestanti e indegne per darli a famiglie amorevoli prive delle medesime risorse. Poi gli ho offerto un’enorme quantità di soldi per farmi assolvere. Penso che lo sapesse che stavo mentendo. Dopotutto, come potevano permettersi di pagarmi queste famiglie a basso reddito? E i genitori dei bambini perduti erano davvero tutti terribili? Il nostro amico è molto sveglio. Doveva saperlo. Ma ha avuto qualcosa a cui aggrapparsi, qualcosa da dirsi mentre prendeva da me contanti a sei cifre.”

      “A sei cifre?” ripeté Keri, incredula.

      “Come ho detto, è un business molto lucroso. E quel pagamento era solo il primo. Nel corso del processo l’ho pagato all’incirca mezzo milione di dollari. E con quello, lui era sulla buona strada. Dopo l’assoluzione e la riassunzione al lavoro sotto il mio vero nome, ha persino cominciato ad aiutarmi a facilitare i rapimenti per queste famiglie ‘più degne’. Fin quando riusciva a trovare un modo per giustificare le transazioni, queste non lo mettevano a disagio, ne era persino entusiasta.”

      “Quindi gli ha fatto dare lei il primo morso del frutto proibito?”

      “Sì. E lui ha scoperto che il sapore gli piaceva. Anzi, ha scoperto che gli piaceva il sapore di molte cose grandiose che non era consapevole gli sarebbero potute piacere.”

      “Che cosa sta dicendo, di preciso?” chiese Keri.

      “Diciamo solo che da qualche parte, lungo la strada, ha perso il bisogno di giustificare le transazioni. Ha presente quell’evento di domani sera?”

      “Sì?”

      “È parto del suo ingegno,” disse Anderson. “Attenzione, lui non vi partecipa. Ma ha capito che c’era un mercato per quel tipo di roba e per tutte le festività più piccole e simili nel corso di tutto l’anno. Ha riempito quella nicchia. Essenzialmente controlla la versione esclusiva di quel… mercato nella zona di Los Angeles. E pensare che prima di me lavorava in un ufficio a una sola stanza accanto a un negozio di ciambelle rappresentando immigranti illegali che talvolta venivano accusati di crimini sessuali da poliziotti a caccia di gloria.”

      “Allora lei ha sviluppato una coscienza?” chiese Keri a denti stretti. Era disgustata, ma voleva risposte, e temeva che a essere troppo aperta col disgusto avrebbe fatto chiudere Anderson. Lui parve percepire come si sentiva lei, ma proseguì comunque.

      “Non ancora. Non è stato questo. È accaduto molto dopo. Circa un anno e mezzo fa ho visto sui notiziari locali la storia di una detective e del suo partner che avevano salvato questa ragazzina rapita dal ragazzo della sua babysitter, inquietante davvero.”

      “Carlo Junta,” disse Keri automaticamente.

      “Giusto. Comunque, nella storia hanno accennato che la detective era la stessa che era entrata all’accademia di polizia qualche anno prima. E hanno mostrato un filmato preso da un’intervista dopo il diploma all’accademia. Diceva di essere entrata nelle forze dell’ordine perché sua figlia era stata rapita. Diceva che anche se non era riuscita a salvare sua figlia, magari da poliziotta avrebbe potuto aiutare a salvare la figlia di un’altra famiglia. Le suona familiare?”

      “Sì,” disse dolcemente Keri.

      “Quindi,” continuò Anderson, “dato che lavoravo in una biblioteca e avevo accesso a ogni tipo di vecchi filmati dei notiziari, sono tornato indietro e ho scoperto la storia di quando la figlia della signora era stata rapita e la conferenza stampa immediatamente successiva, in cui implorava perché sua figlia tornasse sana e salva.”

      Keri tornò alla conferenza, che era quasi tutta offuscata. Ricordava di aver parlato a una dozzina di microfoni sparati davanti alla faccia, implorando l’uomo che le aveva preso la figlia in un parco, che l’aveva gettata in un furgone come una bambola di cenci, di restituirgliela.

      Ricordò l’urlo di “ti prego, mamma, aiutami” e le codine bionde che saltavano allontanandosi da lei mentre Evie, che all’epoca aveva solo otto anni, spariva oltre il campo verde. Ricordò i pezzi del ghiaino che aveva ancora incastrati nei piedi durante la conferenza, intrappolatisi lì quando aveva corso a piedi nudi per il parcheggio, rincorrendo il furgone finché questi non l’aveva lasciata nella polvere. Ricordava tutto.

      Anderson aveva smesso di parlare. Lo guardò e vide che aveva gli occhi rigati di lacrime, proprio come lo erano quelli di lei. Lui insistette.

      “Dopo, ho visto un’altra storia qualche mese più tardi dove questa detective aveva salvato un altro bambino, stavolta un ragazzino rapito mentre andava agli allenamenti di baseball.”

      “Jimmy Tensall.”

      “E un mese dopo aveva trovato una bimba che era stata presa proprio dal carrello del supermercato. La donna che l’aveva rapita si era fatta fare un finto certificato di nascita e progettava di portare la piccola in aereo in Perù. Lei l’ha beccata al gate quando stava per salire a bordo.”

      “Me lo ricordo.”

      “È stato allora che ho deciso di non poterlo fare più. Ogni transazione mi ricordava di quella conferenza stampa in cui lei implorava per il ritorno di sua figlia. Non potevo più tenere la cosa a distanza di sicurezza. Mi sono addolcito, immagino. E più o meno in quel periodo, il nostro amico ha commesso un errore.”

      “Quale?” chiese Keri sentendo un formicolio che le veniva solo quando percepiva che stava per essere rivelato qualcosa di grosso.

      Thomas Anderson la guardò, e lei capì che stava combattendo contro una decisione interiore piuttosto grande. Poi il sopracciglio gli si lisciò e gli occhi gli si schiarirono. Pareva aver fatto la sua scelta.

      “Lei si fida di me?”

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