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come una pazzia generale generata da un clima di malumore contro i Cinesi, che a quanto pare affamavano e sprofondavano nel vizio la città ricavandone cifre favolose. Fu addirittura rispolverata la storiella che i Cinesi stavano raccogliendo tali somme per conto di un Mandarino che aveva la velleità di diventare Governatore della California: una bufala che risaliva alla febbre dell’oro spacciata però come vera da alcuni libri dell’epoca e che purtroppo era già stata usata per sfornare le famose Leggi Razziali in base alle quali “ Nessun Cinese poteva testimoniare in processo contro un bianco” Malgrado il massacro si sia svolto praticamente sotto gli occhi del mondo, grazie anche ai resoconti impietosi scritti in tempo reale da H.M. Mitchell , cronista della Star, il processo si concluse velocemente assolvendo in pratica la città “ vittima degli orrendi commerci dei Cinesi e del clima di violenza della sua Mafia.” Non c’è dubbio che poteri politici influenti abbiano determinato l’archiviazione del processo, quegli stessi che in seguito si servirono del ricordo del massacro per imporre il famigerato “ Chinese Exclusion Act “ del 1882 La verità dei fatti, come al solito, è molto più amara e perfino banale. del massacro, che raschiò a fondo nell’ animo gretto e razzista dei falsi moralisti dell’epoca, c’è l’avidità e il furto.

       Cinesi fumatori d'oppio 1890

       Contrariamente a quanto si crede in Cina l’ oppio non era utilizzato con gli stessi fini di vizio e patologici dell’Occidente, bensì il suo uso era a scopo terapeutico e religioso. Fu solo in seguito alla caduta dell’Impero Qing e alle guerre Anglo-Cinesi del 1830/40 che l’oppio fu volutamente distribuito dalla stessa Inghilterra a larghe mani tra la popolazione Cinese, allo scopo di accrescere il proprio monopolio e convertire gran parte delle coltivazioni agricole necessarie in coltivazioni di oppio, atte all’ esportazione in tutto il mondo. La Cina tentò di frenare la diffusione, ma inutilmente. In seguito alle migrazioni in America la cattiva abitudine e i traffici legati ad essa approdarono in America gestiti , di comune accordo sia dalla Mafia Cinese che dallo stesso Governo degli Stati Uniti. Nella foto una classica sala da oppio Cinese nel 1890.

      

      

      Lo scandalo seguito alla tragedia mise in luce quanto povero e crudele fosse l’animo dei protagonisti, grazie alle numerose inchieste e testimonianze dei sopravvissuti, innanzuùituttolo stesso Hing che mise in piazza prove documentarie della collusione tra lui stesso, la Mafia e la polizia locale e dei “favori ” intercorsi tra di loro. Subito dopo tutta la documentazione e gli atti processuali furono archiviati e l’intero macello nascosto sotto il tappeto. Sarebbero saltati fuori solo molti molti anni dopo grazie alla estenuante ricerca degli Storici e a..congiunture favorevoli, che vedono oggi la Cina come la grande Potenza economica del futuro.

      Al di là di ogni possibile considerazione l’interesse primario di questo libro è informare e aiutare a conoscere i grandi eventi del passato, legati alla old America e al suo primigenio rapporto con la comunità Cinese. . Quindi mi limiterò a raccontarvi come andarono realmente le cose, quella notte del 24 ottobre 1882 a Chinatown.

       Bilderrain quella notte andò in Negro Alley per rubare l’oro di Yuen insieme ad altri suoi compari, un

      ” favore ” chiesto dallo stesso Hing per pareggiare i conti con quel farabutto di Yuen.. L’alleanza e la protezione di Hing, tuttavia, non bastò a salvare Bilderrain dalla raffica di spari degli scagnozzi di Yuen che stavano di guardia al vicolo. C’è da dire che Bilderrain non era uno sceriffo ufficiale ma uno di quei tanti vigilantes autorizzati dalla Polizia stessa, a ” mantenere l’ordine ” nel ghetto: per questo si chiudeva un occhio sugli accordi privati che intercorrevano tra i vigilantes e la Mafia Cinese, ed entrambi gli occhi quando si trattava di favorire traffici clandestini o assassinii privati. D’ altronde la Polizia percepiva una larga fetta degli eventuali proventi e controllava tutti gli eventi in programma, grazie ad una fitta rete di informatori. Così anche quella notte era stata regolarmente informata delle intenzioni dei vigilantes; il suo unico compito era quello di osservare, lasciar fare e nel caso sgombrare il campo da eventuali ostacoli. Lo stesso Maresciallo Frances Baker, capo della Polizia di Los Angeles, aveva traffici personali con la Mafia, in particolare era specializzato nel recupero delle schiave Cinesi che talvolta riuscivano a fuggire, tentando di imbarcarsi clandestinamente verso l’Europa. Le ricompense per l’atto eroico del recupero delle povere donne, accusate legalmente di furto, era molto alta: l’avidità legava quindi a doppio nodo la Polizia con una o l’altra delle bande rivali,in genere chi pagava di più.

      Sulla base delle successive dichiarazioni di Yuen, scampato al massacro, quella notte Bilderrain era addirittura in compagnia di Hing, e per questo era stato aperto il fuoco contro di lui. Col senno di poi c’è da credergli. Le due fazioni mafiose si trovavano quindi alla resa dei conti: unico compito della Polizia era quello di rimanere neutrale.

       retrobottega negozio Chinatown 1880

       Le Autorità Americane, in primis la Polizia locale, hanno sempre avuto intimi rapporti con la Mafia Cinese. Veniva esercitato un esclusivo controllo non solo sull’ oppio e sulle spezie, ma soprattutto sul commercio ( ufficiale o clandestino) di manodopera e prodotti Cinesi che venivano importati in America a bassissimo costo , incidendo negativamente sui prezzi dei prodotti nazionali, che quindi crollavano. I grandi Imprenditori, inoltre, come le ferrovie che ricevevano enormi sovvenzioni statali ,utilizzavano spesso i lavoratori Cinesi preferendoli a quelli Americani ed Europei poichè costavano di meno e lavoravano il doppio. Durante l’epoca dei primi Sindacati i Cinesi furono utilizzati come ” crumiri ” dagli stessi imprenditori per bloccare le rivendicazioni della classe operaia. . Tutto ciò inasprì enormemente l’opinione pubblica, che iniziò a vedere i Cinesi come pericolosi e intenti alla concorrenza sleale. Nella foto il retro di un classico negozio di spezie a Chinatown, 1880.

      

      

      A tale scopo erano state messe di vedetta due vecchie conoscenze di Los Angeles, due poliziotti eroici che si erano già distinti in azioni difficili durante le sommosse Messicane, come la cattura e l’uccisione del bandito Tiburzio Vasquez . I due si chiamavano Emil Harris e George Garde ; la loro consegna era di rimanere nei paraggi senza immischiarsi, qualsiasi cosa succedesse. Davanti alla folla inferocita non solo non mossero un dito ma anzi minacciarono quelli che cercavano di fare qualcosa per impedire i linciaggi, come da testimonianze rispettabili. Tuttavia non apparvero mai davanti al coroner come imputati e in seguito furono promossi ai gradi alti della Polizia. Thompson fu colpito a morte quasi subito, e questo è certo. Un evento frequente e ormai privo di sorprese a Chinatown, dove solo nella settimana precedente il massacro erano state registrate ben 44 vittime nei vicoli, tra cui 4 poliziotti. Infine Robert Thompson non era quello che si dice uno stinco di Santo, ma anzi i più lo conoscevano come faccendiere, truffatore e strozzino, nonchè proprietario dell’infimo locale Blue Wings il cui imperativo erano sesso e droga. Allora COSA quella notte scatenò l’ira di 500 persone, una follia tale da permettere alla massa di torturare uccidere e mutilare a sangue freddo 19 poveracci Cinesi catturati a caso, nonchè saccheggiare demolire e bruciare gran parte di negro Alley davanti agli occhi della Polizia e della città di Los Angeles? Ciò che sorprende di quella notte è non solo l’eco di un omicidio ormai all’ ordine del giorno ma l’estrema velocità in cui la folla si organizzò e, come un sol uomo, si riversò nel quartiere dividendosi in scaglioni, ognuno con un compito preciso. Balzò immediatamente all’ occhio del mondo che il massacro fu un evento premeditato nel quale rimasero coinvolti per loro stessa ammissione parecchi notabili della città, nonchè uomini politici di peso. Ecco qualche nome: cominciamo proprio da H.M. Mitchell, reporter della Star, già Sceriffo

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