Скачать книгу

che?

ELENA

      Della vostra presunzione che vi rende perfino scortesi.

      SCENA V

Anselmo e dettiANSELMO

      La carrozza della Contessa di Francofonte, la carrozza della Baronessa Roveri. (via).

ELVIRA

      Addio, Elena. (si alza).

ELENA

      Che fretta!

ELVIRA

      Alle nove vengono da me gli amici di mio marito, se tardo se ne vanno. Gli uomini non sanno più aspettare. Mi accompagnate, Rulfi?

ELENA

      Oh vedrai che non potrà. Gli uomini si fanno pregare ora.

RULFI

      Infatti devo andare all'Apollo. Stassera fanno il ballo prima dell'Opera.

ELENA

      Allora si capisce.

ELVIRA

      Voi D'Aspri?

PAOLO

      Ho appuntamento all'Apollo anch'io: anzi, Contessa, dovreste metterci voi sino alla porta del teatro. L'allungate di così poco.

ELVIRA

      Ma sì, figuratevi! Buona sera. (saluta. Elena accompagna Elvira fino all'uscio, chiacchere e risa, via Elvira, Paolo e Rulfi).

RUBACONTI (a Lorenzo)

      Vieni?

LORENZO

      Volevo proportelo, mi secco… io dopo pranzo…

RUBACONTI

      Hai bisogno d'aria come me.

LORENZO

      Aspetta, avverto mia moglie.

RUBACONTI

      Fai…

LORENZO (va presso Gemma e le dice)

      Io vado, sai?

GEMMA

      Benissimo.

LORENZO (torna a Rubaconti)

      Andiamo?

RUBACONTI

      Guarda, s'alza la Baronessa. (Masina s'alza e saluta i vicini). Andiamocene nella confusione a modo della Corte. (si ecclissano senza esser veduti).

MASINA (in piedi ad Elena)

      Vado anch'io.

ELENA

      Buona sera.

MASINA

      Ho un posto in carrozza. Chi viene dalle mie parti?

ENRICO

      Io.

MASINA

      Bravo. Ah! mentre mi ricordo, Elena, quella famosa ricamatrice non ha finito ancora?

ELENA

      La colpa è d'Enrico che doveva disegnare le cifre.

ENRICO

      Oh, guarda!

MASINA

      Ve ne siete scordato?

ENRICO

      Del tutto. Ma le disegnerò stassera, mi faccio un nodo al fazzoletto.

ELENA

      Senza di che…

MASINA

      E me le porterete domani?

ENRICO

      Mi darete da pranzo?

MASINA

      Sarà un doppio favore che mi fate. (a tutti) Addio. (va ad Elena) Rimani. (via Masina, Enrico, Lorenzo e Rubaconti).

      SCENA VI

Elena, Gemma, Filippo, D'Almèna, Del Sannio, poi TeodoroELENA

      Eh! che galanteria! tutti così.

D'ALMÈNA

      E voi ve ne affliggete?

ELENA

      Vorrei poter far del male a qualcheduno.

D'ALMÈNA

      C'è Filippo per questo.

ELENA

      Non basta. (entra Teodoro) Oh, zio!

TEODORO (la bacia in fronte poi saluta Gemma)

      Contessa. Non è venuto ancora il mio protetto?

ELENA

      No.

GEMMA

      Ah! il viaggiatore! Come si chiama?

TEODORO

      Il dottor Sarni. Gli ho detto alle nove e mezzo.

ELENA

      Sono le nove.

TEODORO

      Tu mi cederai un tuo salotto per riceverlo.

GEMMA

      E perchè non in questo?

TEODORO

      Non sarebbe caritatevole lasciargli indovinare le delizie del soggiorno di Roma, nel momento che sta per intraprendere un viaggio da cui è miracolo se torna.

ELENA

      Ma se lo credi un viaggio così pericoloso, perchè lo aiuti ad andarci?

TEODORO

      Io non sono il custode del genere umano, e tanto meno dei signori professori, dottori, scrittori, compositori, seccatori e compagnia bella: ci pensino da sè, che la sanno lunga. La spedizione è allestita dal governo Svedese che avea promesso un posto al dottor Sarni. Ma i posti sono pochi ed all'ultimo momento due ufficiali Russi sollecitano l'imbarco: se l'ottengono, il Sarni è scartato. La cosa sarà decisa fra otto giorni e il dottore sapendo che io fui ministro a Stoccolma e che sono amicissimo di quel Presidente del Consiglio, venne da me per una commendatizia un po' calorosa presso quest'ultimo. Ho promesso di scriverla e m'è venuto un fiore d'eloquenza. Nel mio mestiere ho imparato che bisogna sempre aver l'aria di dar molta importanza agli uomini di studio. Quando sapremo se esiste un mare chiuso piuttosto che un mare libero e che ragione hanno i fenomeni elettrici, non avremo rubato il bacino al barbiere e non occorrerà allo Stato nè uno scrigno di più, nè un carabiniere di meno. Ma gli uomini che hanno il coraggio di affrontare un simile viaggio è meglio che lo facciano. Rimanendo in patria, sarebbero capaci di vagheggiare Dio sa che progressi di civiltà e di metterci sossopra ogni cosa.

ELENA

      Oh, oh, lo credi da tanto?

TEODORO

      Avessi sentito con che fuoco perorava la sua causa! Neanche per andare a nozze. Con che serietà parlava del dovere che ha ogni uomo di giovare agli uomini e di mettere la vita per lo scoprimento di una verità. Non c'è che dire, è un uomo forte.

D'ALMÈNA

      Oh! un uomo forte! sentite, Marchesa?

ELENA

      E con ciò?

D'ALMÈNA

      Un uomo forte. E il vostro proposito di poc'anzi di far andare la testa in giro al primo che aveste incontrato?

ELENA

      Parte.

FILIPPO

      Buon per voi che non siete esposta…

ELENA

      Ad uno scacco? Oh sì che sarebbe così difficile!

GEMMA

      Andiamo colle bravate! Ora ti vanteresti di non lasciarlo partire?

ELENA

      Gran cosa! Che ne dite D'Almèna?

D'ALMÈNA

      Non dico nulla.

ELENA

      Non credete che se volessi?

GEMMA

      Ma non vuoi.

ELENA (a Teodoro)

      Quando parte il tuo dottore?

TEODORO

      Posdomani.

ELENA

      Presto. È ben deciso di partire?

TEODORO

      Irrevocabilmente.

ELENA

      Se riuscissi a trattenerlo, che ne direste, D'Almèna?

D'ALMÈNA

      Non sarebbe il modo d'ispirargli l'eroismo.

ELENA

      Ma vi mostrerei che si possono ottenere dei sagrifizi. Va la scommessa?

D'ALMÈNA

      Scherziamo, eh?

TEODORO

      Io ci avrei un gusto matto.

FILIPPO

      E le vostre paure come agitatore?

TEODORO

      Oh!

Скачать книгу