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in tutti gli anni in cui erano stati insieme, Isaac era stato tentato di tradirlo. Tirò Sam più vicino a sé, con il bisogno di provare un senso di normalità. Matt lo aveva agitato e confuso così tanto, ultimamente, che il loro rapporto ne aveva risentito.

      Respirando il profumo dello shampoo agli agrumi che Sam aveva ancora nei capelli, Isaac si chiese cosa riservasse loro il futuro. Amava Sam dal profondo del cuore. Allora perché all’improvviso aveva cominciato a sognare Matt? Diavolo, quel ragazzo era così giovane da essere suo figlio. Avrebbe dovuto saperlo che sarebbe stato meglio non affittargli l’appartamento sopra il garage.

      Isaac aveva sentito una scintilla speciale quando si erano stretti la mano, il primo giorno di lavoro di Matt. Aveva sentito quella scintilla solo un’altra volta, in passato, ed era successo con l’uomo meraviglioso e amorevole che aveva tra le braccia.

      «Sei preoccupato per Matt?» La voce di Sam lo sorprese.

      Non poteva dire al suo amante che stava pensando a Matt in un modo che esulava dalla preoccupazione. «Sì» rispose alla fine.

      «Dovremmo convincerlo a incontrare Ben Zook.»

      La mano di Isaac scese, spostandosi dallo stomaco di Sam fino a sfiorare i morbidi peli sull’inguine. «Forse, ma non credo che sia pronto ad ammettere di avere un problema.»

      Fece scorrere la punta delle dita sulla mezza erezione di Sam. Erano passate più di due settimane dall’ultima volta in cui avevano fatto l’amore. In quel periodo era già tanto se dormivano nello stesso letto. Non avevano litigato, ma per loro non stare appiccicati tutto il tempo era come averlo fatto.

      Sam si spostò in modo da mettersi sulla schiena. La nuova posizione dava alle mani di Isaac molto spazio per giocare, e così le loro labbra potevano raggiungersi.

      «Ti amo» disse Isaac, guardando gli occhi azzurri di Sam.

      «Sei il mio mondo» gli rispose Sam, prendendo in mano l’erezione di Isaac.

      Baci naturali e confortevoli li guidarono lentamente verso l’orgasmo, in cui si schizzarono reciprocamente il seme sulle mani e sullo stomaco.

      Una volta finito si baciarono ancora, senza la fretta di pulirsi. Isaac guardò l’orologio. Entro due ore avrebbero dovuto alzarsi per iniziare la loro giornata. Due ore in cui sapeva che probabilmente avrebbe sognato Matt. Due ore in cui si sarebbe vergognato di se stesso.

      Capitolo Due

      Dopo aver fermato la macchina nel parcheggio a lui assegnato, Matt rimase seduto nella sua Toyota Camry, vecchia di sei anni, a fissare l’ingresso dei dipendenti. Era il primo giorno nei suoi nuovi spazi alla clinica. Fino a quel momento aveva lavorato in una stanza della palestra locale, The Gym, visto che i dottori avevano affidato a un appaltatore locale, Hal Kuckleman, i lavori di ristrutturazione per aggiungere uno spazio adibito ad ambulatorio e un piccolo ufficio per lui.

      Era diviso da due pensieri contrastanti. Una parte di lui era preoccupata all’idea di vedere Isaac e Sam ogni giorno, mentre l’altra saltava su e giù come un bambino l’ultimo giorno di scuola.

      Puoi farcela. Devi solo essere professionale. Con quella nuova determinazione, Matt scese dall’auto e si diresse verso la porta. Tolse la tessera di sicurezza dal taschino della camicia e la inserì nella fessura. Al segnale della luce verde lampeggiante, Matt entrò.

      Era stato alla clinica diverse volte, ma di solito in quelle occasioni accompagnava dei pazienti o ritirava la loro documentazione. Matt sperava di poter percorrere in fretta il corridoio e infilarsi nel suo ufficio prima di imbattersi in Isaac o Sam.

      Erano trascorse quasi tre settimane dal suo crollo di fronte a entrambi gli uomini. Da allora, Isaac aveva provato in diverse occasioni a prenotargli un appuntamento con Ben Zook, lo strizzacervelli della città.

      Matt ridacchiò tra sé e sé. Che diavolo poteva saperne un tizio del Wyoming della PTSD? Scosse la testa mentre infilava la chiave nella serratura del suo nuovo ufficio. Aprendo la porta, fu accolto dall’odore dell’intonaco fresco e da due splendidi dottori appoggiati alla sua scrivania.

      «Ta-Daaa» disse Sam, allargando le braccia.

      Le pareti azzurre esaltavano alla perfezione gli occhi di Sam. Matt era ben consapevole che avrebbe potuto facilmente perdercisi. Fece un passo involontario verso il dottore.

      «Cosa ne pensi?» chiese Isaac.

      La domanda fermò Matt. Merda. Addio alla sua determinazione ad agire in modo professionale. Si voltò verso il dottore più giovane. «È fantastico» gli rispose, notando il modo in cui la vernice azzurra gli metteva in risalto i capelli neri e la carnagione abbronzata. Oh, diavolo, era nei guai.

      I dottori si separarono come il Mar Rosso e gli indicarono la grande scrivania di legno. «È bellissima» disse lui un po’ in soggezione davanti a quel mobile che sembrava di mogano antico e aveva le gambe intagliate. Matt pensava che fosse la scrivania più bella che avesse mai visto.

      «È il nostro regalo di benvenuto» spiegò Sam.

      Matt scosse la testa. «Non so cosa dire.»

      «Un grazie è sufficiente, per noi» intervenne Isaac.

      «Grazie. Eh. Wow.» Girò attorno a Sam e si sedette sulla sedia da ufficio in pelle con lo schienale alto. Impossibile non fare paragoni con il minuscolo ripostiglio delle scope che aveva usato come ufficio a Denver.

      Passando le mani sulla superficie lucida, Matt guardò Isaac. «Dove l’avete presa?»

      «Non siamo stati noi» rispose Isaac. «L’ha trovata Ryan Bronwyn del negozio di antiquariato. Gli abbiamo solo detto che volevamo qualcosa di speciale.»

      «Beh, direi proprio che ci ha azzeccato» disse Matt con un sorriso. Non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che quei due uomini gli avessero fatto un regalo così generoso e costoso.

      Sam gli mise una mano sulla spalla e strinse appena un po’. «Ryan ha detto di riferirti che può procurarsi una credenza abbinata, se sei interessato.»

      Matt fu così scioccato da quel tocco intimo che non sentì nemmeno una delle parole uscite dalla bocca di Sam. Vide le labbra muoversi, ma tutto ciò a cui riuscì a pensare fu quella mano esperta che si faceva strada lungo il suo petto per appoggiarsi sulla patta dei suoi pantaloni. Cazzo, il pensiero gli fece venire un’erezione, che cercò di coprire con nonchalance. «Ehm, scusa, cos’hai detto?» chiese a Sam.

      «Ryan ha una credenza che si abbina alla scrivania, se sei interessato» ripeté Sam.

      «Va bene» disse Matt con un cenno del capo. «Ci farò un salto per dare un’occhiata.»

      Girò lo sguardo su Isaac e fu sorpreso di vedere gli occhi del dottore fissi sulla sua erezione intrappolata dietro la patta dei pantaloni color cachi. Improvvisamente preoccupato che Sam potesse notare quell’indiscrezione, si alzò.

      «Penso che mi piacerebbe controllare le attrezzature terapeutiche, adesso.»

      Isaac sbatté le palpebre e diventò di una bellissima sfumatura di rosso. Sembrava sapere che Matt lo aveva sorpreso a guardare. Se solo Isaac avesse saputo che Matt voleva che lui facesse di più che guardare...

      * * * *

      Mentre Matt supervisionava ogni apparecchiatura, Isaac controllò di nascosto il giovane fisioterapista. Si vergognava un po’ di se stesso, ma non aveva appuntamenti per un’altra mezz’ora e Sam non era in giro, quindi non lo avrebbe sorpreso a guardarlo.

      Mentre dava un’occhiata al fondo della stanza, Matt si voltò e lo guardò. «Avete comprato dei pesi?»

      Isaac sorrise e si avvicinò al bellissimo uomo più giovane. «Spero che non ti dispiaccia, ma Sam e io abbiamo pensato che sarebbe stato bello poterci allenare per conto nostro ogni tanto.»

      Matt scosse la testa. «Non mi dispiace affatto. Ho passato due anni ad allenarmi usando solo pesi come questi.»

      «Sembra

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