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href="http://www.pride-publishing.com/cowboy-pride">Cowboy Pride

       Cowboy Rules

       Anthologies

       Fabulous Brits: Moor Love

       Naughty Nooners: Dalton’s Awakening

       Gaymes: Highland Gaymes

       Unconventional at Best: A New Normal

       Unconventional in Atlanta: Seeing Him

       Unconventional in San Diego: Fate’s Bridge

       Unconventional in Kansas City: Kiss Me, Cowboy

      Cattle Valley

      TERAPIA FISICA

      CAROL LYNNE

      Titolo originale dell’opera: “Physical Therapy” Copyright © Carol Lynne 2008

      Cover Art: Copyright © Anne Cain 2008

      Pubblicato nel 2007 da Pride Publishing

      ISBN 978-1-80250-068-4

      Traduzione italiana: “Terapia Fisica” Chiara Vitali 2021

      Con la collaborazione di Noemi Mureu

      Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi ed eventi sono frutto dell’immaginazione dell’autrice o sono usati in modo fittizio e non devono essere considerati come reali. Qualsiasi riferimento a fatti realmente accaduti o a persone, in vita o defunte, è puramente casuale.

      Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere utilizzata, riprodotta elettronicamente o stampata senza autorizzazione scritta, fatta eccezione per brevi citazioni inserite nelle recensioni.

      Attenzione: Questo libro contiene scene di sesso esplicite rivolte a un pubblico adulto.

      Pubblicato nel 2020 da Pride Publishing, United Kingdom.

      Pride Publishing is an imprint of Totally Entwined Group Limited.

      Cattle Valley

      I dottori Sam Browning e Isaac Singer hanno aperto la Cattle Valley Medical Clinic quando erano entrambi appena usciti dalla scuola di medicina. È la cosa migliore che abbiano mai fatto, oltre ad amarsi per più di venticinque anni. Il loro ambulatorio ha molto successo e la loro vita sessuale è particolarmente vivace, ma ultimamente la routine ha iniziato a prendere piede. Visto l`aumento della popolazione cittadina, i dottori decidono che è ora che la clinica assuma un fisioterapista. Pensavano entrambi che assumere Matt Jeffries per telefono e offrirgli l`affitto dell`appartamento sopra il loro garage fosse una buona idea. Questo finché Matt non si presenta alla loro porta con le valigie in mano.

      Tre mesi dopo essere tornato dalla guerra in Iraq, Matt ha problemi ben più grandi dell`attrazione che prova per i suoi due maturi datori di lavoro. Incubi e flashback lo costringono a restare chiuso nel suo guscio. Riusciranno i due dottori a offrire al giovane fisioterapista ciò di cui ha bisogno?

      Ringraziamenti

      Questo libro è dedicato al dottor Chad Neal.

      Grazie per l’aiuto e la comprensione.

      Riconoscimento dei Marchi Commerciali

      L’autrice riconosce lo stato di marchio e i proprietari degli stessi dei seguenti prodotti menzionati nell’opera:

      Toyota Camry: TOYOTA JIDOSHA KABUSHIKI KAISHA TA Toyota Motor Corp.

      Miller-Lite: Miller Products Company

      Capitolo Uno

      «Jeffries!» gridò il pilota quando saltò sull’elicottero.

      Merda. Anche Matt si precipitò sul velivolo. Fece capire a Chuck che era tutto a posto alzando un pollice nel momento in cui il Blackhawk si sollevò da terra. Mentre volavano sopra la periferia di Baghdad, Matt sentì il sudore che iniziava a colargli lungo la schiena sotto il giubbotto antiproiettile. Quello era l’Iraq. Non importava che il sole fosse tramontato da ore, o che loro volassero a più di sessanta metri d’altezza, la temperatura era ancora intorno ai trenta gradi.

      Poco più avanti vide l’incendio causato dall’autobomba che era stata guidata contro un avamposto dell’esercito, e il fumo che si alzava gli bruciò le narici. Dal rapporto che avevano ricevuto via radio, dovevano aspettarsi feriti gravi e diverse vittime.

      A Matt venne un nodo allo stomaco. Era qualcosa a cui non si era mai abituato. Non importava se conoscesse o no i soldati coinvolti, erano comunque soldati e, per questo, suoi fratelli e sorelle.

      Chuck fece atterrare l’elicottero con mano leggera. Senza perdere tempo, saltarono entrambi a terra e si misero a correre. Nei pochi caotici minuti che seguirono, venne fatto il triage sui feriti. I soldati che erano riusciti a scampare all’attentato senza ferite gravi aiutarono a caricare coloro le cui vite dipendevano dal loro arrivo al Sina Hospital di Baghdad.

      Dopo pochi minuti, il Blackhawk era di nuovo in aria, mentre Matt cercava disperatamente di salvare un ragazzo di circa vent’anni. «Forza» disse mentre gli eseguiva il massaggio cardiaco.

      Accanto a lui il suo amico Danny lavorava su un caporale a cui un pezzo di metallo volante aveva reciso una gamba.

      Sangue. C’era sempre tanto sangue. Un odore ramato, qualcosa che non avrebbe mai dimenticato. «Come sta il tuo paziente?» chiese Danny attraverso l’auricolare.

      Matt scosse cupo la testa. Sapeva che se avesse continuato con il massaggio cardiaco il giovane sarebbe arrivato vivo in ospedale, ma da quel momento in poi la prognosi sarebbe stata grave. Però i miracoli accadevano, e Matt sperava che quello fosse il caso.

      Una mano gli strinse la manica. L’attenzione di Matt si spostò sul terzo soldato ferito a bordo dell’elicottero. L’uomo era privo di sensi quando lo avevano caricato, e aveva un frammento di scheggia conficcato nel collo. Sapevano tutti che era meglio non toccarlo, così si erano limitati a caricarlo a bordo e a somministrargli una flebo.

      «Aiutami» ansimò il ferito rivolto verso di lui.

      Evidentemente durante il trasbordo sull’elicottero la scheggia di metallo nel collo doveva essersi leggermente spostata. Spruzzi di sangue arterioso schizzavano verso l’alto a ogni respiro che l’uomo faceva.

      Matt si guardò intorno all’interno del Blackhawk. Nessuno era libero per aiutare quell’uomo che si stava dissanguando. Matt sapeva che se avesse fermato il massaggio cardiaco sul giovane di cui si stava già occupando, il ragazzo sarebbe sicuramente morto a pochi minuti dall’ospedale. Merda.

      Quella era la parte peggiore del suo lavoro. Era come giocare a essere Dio ogni santo giorno. Come si faceva a vivere con il senso di colpa per aver sacrificato un paziente per salvarne un altro?

      Con un respiro profondo, Matt continuò con le compressioni. Guardò l’uomo sanguinante accanto a lui. «Cerca di rilassarti. Siamo quasi arrivati.»

      «Per favore» lo implorò

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