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      “Come se la cavano?” gli chiese piano Ray.

      “La madre ha trascorso quasi tutto il tempo di sopra con il bambino, cercando di tenerlo occupato,” rispose l’agente.

      “E di tenere occupata se stessa,” aggiunse Keri.

      “Credo di sì,” disse, d’accordo, l’agente. “Il padre è stato quasi sempre zitto. Ha trascorso un sacco di tempo a studiare il parco al computer. Ci ha fatto ogni genere di domande sulla sorveglianza, alla maggior parte delle quali non abbiamo risposte.”

      “Okay, grazie,” disse Ray. “Si spera che potremmo fornirgliene alcune.”

      Proprio come aveva detto l’agente, Tim Rainey era seduto al tavolo della cucina, con una mappa Google del Burton Chace Park sullo schermo del laptop.

      “Salve, signor Rainey,” disse Keri. “Abbiamo saputo che ha qualche domanda.”

      Rainey alzò lo sguardo per un momento, apparentemente riconoscendoli a malapena. Poi gli occhi misero a fuoco e fece un cenno di assenso con la testa.

      “Ne ho molte, a dire il vero.”

      “Dica,” disse Ray.

      “Okay. Il biglietto ha detto di non contattare le autorità. Come farete a non farvi vedere?”

      “Innanzitutto abbiamo installato delle telecamere nascoste per tutto il parco,” rispose Ray. “Potremo monitorarle da remoto da un furgone che si trova in un parcheggio vicino. In più il parco è popolato da alcuni barboni, e abbiamo travestito un’agente per farla sembrare una di loro. È lì da ore, per non attirarsi i sospetti degli altri. Abbiamo messo della gente al Windjammers Yacht Club lì accanto, a osservare da una stanza del primo piano con occhiali fumé. Uno di loro è un cecchino.”

      Keri vide gli occhi di Tim Rainey spalancarsi, ma non disse nulla mentre Ray proseguiva.

      “Abbiamo in aria un drone a disposizione, ma non lo useremo a meno che non sia assolutamente necessario. È piuttosto silenzioso e può operare fino a un’altezza di centocinquanta metri. Ma non vogliamo rischiare con quello. In totale, abbiamo quasi una dozzina di agenti fuori sede ma a sessanta secondi dal posto per assisterla se le cose dovessero mettersi male. Inclusi io e la detective Locke. Saremo su una barca civile, al porto, abbastanza distanti da evitare sospetti ma abbastanza vicini da osservare gli eventi con il binocolo. L’abbiamo pensata bene, signor Rainey.”

      “Okay, è ovvio. Allora io cosa devo fare, esattamente?”

      “Sono contento che l’abbia chiesto,” disse Ray. “È ciò che vedremo adesso. Perché non ci prepariamo qui, dato che ha già la mappa?”

      Lui e Keri si sedettero uno a un fianco e uno all’altro di Rainey e lei prese il comando.

      “Dunque, dovrebbe incontrarlo sul ponte tra le pergole sul retro del parco vicino all’acqua. Ed è esattamente quello che farà,” disse Keri. “Il parco sarà ufficialmente chiuso, perciò non può lasciare la macchina nel parcheggio del parco, quello con il parchimetro. Probabilmente in parte è per questo che vuole farlo a mezzanotte. Qualsiasi macchina nella zona sarebbe sospetta. Lei parcheggerà nella zona pubblica a un isolato di distanza. Gli spiccioli glieli diamo noi. Tutto quello che deve fare è parcheggiare, pagare, e andare verso la zona di consegna. Chiaro, fin qui?”

      “Sì,” disse Rainey. “Quando avrò i soldi del riscatto?”

      “Li prenderà al centro commerciale Waterside, vicino al parco.”

      “E se il rapitore sta osservando?”

      “Va tutto bene,” lo rassicurò Keri. “La consegna a lei la farà il suo capo, proprio davanti agli ATM della Bank of America. Uno dei nostri detective lo sta istruendo proprio adesso. Ci saranno agenti nell’area, sempre fuori vista, nel caso in cui il rapitore cercasse di prendere i soldi in quel momento.”

      “Traccerete i soldi con una specie di localizzatore GPS?”

      “Sì,” ammise Ray, inserendosi nella conversazione, “e anche la borsa. Ma i localizzatori sono piccolissimi. Quello nella borsa verrà cucito nella cucitura. I tag messi sui soldi sono minuscoli, delle etichette trasparenti piazzate su banconote indipendenti. Persino se trovasse le esatte banconote i tag sono difficilissimi da vedere.”

      Keri sapeva perché Ray aveva risposto a quella domanda. Era chiaro dall’espressione amareggiata di Rainey che non era contento dei localizzatori. Non lo diceva, ma sapevano che temeva che avrebbero potuto mettere in pericolo Jessica.

      Ray aveva preso la parola in modo da essere il portatore della sgradita informazione. In quel modo il rapporto e la fiducia che Keri stava sviluppando con l’ansioso padre non sarebbero stati minati. Keri fece un impercettibile cenno col capo per ringraziare il partner. Rainey parve non notarlo. Keri sapeva che era agitato da quello che aveva detto Ray, ma non obiettò. Proseguì.

      “E cosa faccio dopo?’ chiese a Keri, distogliendo visibilmente lo sguardo da Ray.

      “Come ho detto, dopo aver preso i soldi del riscatto, vada in macchina al parcheggio a un isolato dal Chace Park. Poi smonti dalla macchina e vada a piedi al ponte tra le pergole. Nell’area ci saranno degli agenti, ma lei non li vedrà. E preoccuparsi di queste cose non è il suo lavoro. Tutto ciò che deve fare è andare al ponte con i soldi.”

      “Che succede quando arriva?” volle sapere Rainey.

      “Chiederà di sua figlia. In teoria, avrà l’impressione che lei sia solo. Perciò non sembrerà giusto dargli i soldi senza combattere. Si insospettirebbe. Dubito seriamente che l’avrà portata con sé. Potrebbe dirle un luogo. Potrebbe dirle che le manderà il luogo via messaggio una volta che sarà in salvo. Potrebbe dire che le manderà il luogo via FedEx…”

      “Pensa che Jess non sarà lì?” la interruppe Rainey.

      “Ne sarei molto sorpresa. Averla con lui vorrebbe dire mollare tutto il suo potere. La cosa migliore che può fare per tenerla in riga è farle temere ancora per la salvezza di Jessica. Deve prepararsi alla forte possibilità che non ci sia.”

      “Capisco. E poi?”

      “Dopo essersi mostrato dubbioso sulla consegna del denaro, gli dia i soldi. Non cerchi di negoziare un altro piano con lui. Non cerchi di sopraffarlo. Potrebbe essere instabile. Probabilmente sarà armato. Non vogliamo fare niente che possa causare uno scontro.”

      Tim Rainey annuì riluttante. A Keri non piacevano le vibrazioni che emanava e decise che doveva essere più forte.

      “Signor Rainey. Ho bisogno che mi prometta che non farà niente di stupido. La cosa migliore per noi è o che le dica dove trovare sua figlia o che torni con lei dopo la consegna. Anche se non le dice niente, non vada nel panico. Lo seguiremo. Al momento giusto lo cattureremo. Se prende la faccenda nelle sue mani potrebbe finire male sia per lei che per Jessica. Sono stata chiara, signore?”

      “Sì. Non si preoccupi. Non farò niente che possa mettere in pericolo Jessica.”

      “Certo che no,” disse Keri, rassicurante nonostante i suoi dubbi. “Ciò che farà è portare a termine la consegna, andare alla macchina, e tornare qui. Noi ci occuperemo di qualsiasi altra cosa quando accadrà, okay?”

      “Mi metterete un microfono?” chiese, non rispondendole direttamente.

      “Sì,” disse Ray, riprendendo la parola, “e anche una minuscola telecamera. Non si vedrà nessuno dei due, soprattutto di notte. Ma la telecamera ci potrebbe aiutare a identificarlo. E l’audio ci farà sapere se si trova in pericolo.”

      “Potremo comunicare?”

      “No,” gli disse Ray. “Cioè, ovviamente noi saremo in grado di sentire lei. Ma darle un auricolare sarebbe rischioso. Potrebbe vederlo. E vogliamo che resti concentrato su ciò che lei deve fare.”

      “Un’altra cosa,” aggiunse Keri. “C’è la possibilità che non venga affatto. Potrebbe spaventarsi e fare dietrofront.

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