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ad Angus. Erano passati troppi anni, per essere sicuro che l'essenza che avvertiva o annusava fosse proprio quella del suo nemico. Quel buco avrebbe potuto ospitare qualcun altro, che lui aveva forse incontrato durante i suoi numerosi viaggi. Lui non sarebbe stato felice di trovare il proprio nascondiglio distrutto, quindi, finché non fosse stato sicuro, lo avrebbe lasciato perdere. Comunque, prese nota della collocazione e si voltò per dirigersi di nuovo verso il villaggio di Stewart Glen. Doveva ancora nutrirsi.

      Gli zingari avevano montato l'accampamento sul limitare dei boschi intorno alla cittadina di Stewart Glen. Avevano eretto le tende, scaricato i carrozzoni e messo in mostra le merci per le due successive settimane di baratti, accattonaggio, spettacoli e persino qualche furto. Sarebbero rimasti più a lungo, se ci fosse stato un flusso costante di visitatori pronti a spendere il proprio denaro. O se avessero potuto trovare lavoro nelle fattorie, ma il raccolto era finito, quindi il lavoro sarebbe stato scarso. Persino il clima li avrebbe potuti trattenere nei dintorni, ma in generale preferivano evitare i soggiorni lunghi. Evitavano sempre di logorare quel benvenuto: non c'erano molti posti pronti ad accogliere gli zingari, in quel difficile periodo di pestilenza e povertà.

      Il cielo avvolto nell'oscurità lasciava che i falò e le torce illuminassero l'accampamento di una danzante luce gialla. Broderick perlustrò con lo sguardo le numerose tende e i carrozzoni, avvicinandosi al campo, per scoprire dove si trovava quello di Amice e Veronique. Individuò il carrozzone mistico: la tenda era floscia e Broderick gemette. Aveva mostrato molte volte a Veronique come aiutare Amice a montare la tenda. Lei avrebbe dovuto iniziare ad assumersi più responsabilità. Era semplicemente pigra o le mancava veramente la capacità di montare una tenda correttamente? Quante altre volte Broderick avrebbe dovuto mostrarle come portare a termine quel compito? Scosse la testa. Almeno il loro accampamento si trovava in un punto vantaggioso, ai confini dell'insediamento- vicino alla cittadina, da dove gli abitanti sarebbero entrati in fila nel campo. Un falò invitante bruciava con un bagliore caldo e Broderick si avvicinò alla tenda, da dove poteva vedere l'ombra di Amice, che si preparava per quella serata di predizioni del futuro.

      “C'était la fille,” disse Amice sottovoce, ma l'udito immortale di Broderick colse la sua voce anche a quella distanza. “So che era lei.”

      Broderick si fermò sulla soglia della tenda. La figura curva di Amice si affaccendava lì intorno, sistemando il tavolo e gli sgabelli ed accendendo le lampade a olio. La natura protettiva di Amice lo accudiva come una madre, e lui aggrottò la fronte. Lei aveva saputo qualcosa del suo passato, anche se Broderick non aveva mai parlato a lungo della propria storia. Amice aveva colto dei frammenti e dei pezzi della sua vita negli anni, delle immagini che intuiva dentro di lui, prima che lui imparasse a controllare i pensieri. A volte Broderick si lasciava sfuggire qualcosa durante le loro conversazioni e rivelava ulteriori dettagli delle sue tragedie. Di conseguenza, Amice credeva di sapere di cosa lui avesse bisogno.

      Broderick entrò nella tenda e la strinse in un abbaccio. “Bonsoir, Amice.”

      “Buonasera, figlio mio,” gli rispose lei in francese, ricambiando l'abbraccio, poi continuò a preparare il tavolo per la serata. Accese l'incenso e soffiò sulle braci, fino a quando non avvamparono. Broderick adesso era abbastanza vicino da sentire i suoi pensieri. Lui non mi ascolterà. Farò meglio a non menzionarla affatto.

      Broderick si avvicinò alle spalle di Amice e le sussurrò all'orecchio: “Stai progettando di farmi sposare, eh?”

      Lei si voltò e lo fulminò con lo sguardo. Broderick indietreggiò di colpo, per evitare la sua ramanzina. “Resta fuori dai miei pensieri, Broderick MacDougal! Io non invado la tua mente! Mi aspetto la stessa cortesia!”

      “Ho sentito le tue parole, mentre mi avvicinavo,” protestò lui. I pensieri di Amice le appartenevano e Broderick sapeva che lei odiava l'invasione della sua privacy, ma non poté fare a meno di prenderla in giro. Quei giochi mentali erano piuttosto innocui. “Sei così focosa, per essere una vecchia ragazza! E dimmi, chi avresti in mente?”

      “Non avrei mai dovuto insegnarti a perfezionare i tuoi poteri mentali!”

      “Ti procuro troppo denaro, per parlare sul serio,” scoppiò a ridere Broderick.

      “Prova solo a continuare ad invadere la mia mente e vedrai quanto posso diventare focosa! Ti farò un incantesimo e... ti innamorerai di un pollo!” Annuì con enfasi.

      Broderick cercò di trattenersi il più a lungo possibile dallo scoppiare a ridere per quella minaccia ridicola, stringendo forte le labbra, ma alla fine proruppe in una raffica di risatine. “Non ho scelto di nascondermi tra gli zingari per essere sposato in eterno con un pollo! Quale demone dell'Ade ti ha fatto pensare a una punizione del genere?” Broderick scosse la testa, continuando a ridere.

      Amice stessa rise di quella sciocca maledizione, con il corpo curvo che sobbalzava come quello di una bambina. Scosse la testa, respirò a fondo e riprese il controllo della risata. “E' stata la prima cosa che mi è venuta in mente.” Accarezzando il viso di Broderick, disse: “Per favore, sistema la tenda, prima di andartene. So che devi nutrirti.”

      “Va bene.”

      * * * * *

      La pioggia gli bersagliò il viso, mentre teneva indietro la testa e fissava lo sguardo verso le nuvole grigie. Troppo debole per muoversi, troppo debole persino per alzare la testa, emetteva dei respiri deboli e tremanti. Gli girava la testa e non riusciva ad orientarsi nell'ambiente circostante. Sbattendo gli occhi, cercò di schiarirsi la mente. Perdeva sangue. Il taglio sulla coscia faceva colare la sua vita sul campo di battaglia. Con la coda dell'occhio colse un movimento che fece accelerare il suo debole battito. I baffi tremolanti e il naso che si contraeva sembrarono enormi così vicini al viso. La pelliccia bagnata del ratto era arruffata in ciuffi e le gocce cadevano dalle estremità e dai baffi, solleticandogli le guance. Sentiva delle zampine che strisciavano sul suo ventre squarciato, altre lungo il fianco della sua gamba ferita. Lasciò uscire un grido disperato dalle labbra tremanti, con tutta la forza che aveva.

      Tirandosi su a sedere nel letto, con il sudore che gocciolava dal naso, si risvegliò dall'incubo e respirò a fondo per calmare il cuore impazzito.

      Delle mani callose gli sfiorarono il petto nudo, facendolo sobbalzare per quelle sensazioni graffianti, così simili ai ratti. “Su, su, amore,” stridette una voce roca. “E' solo un altro incubo.”

      Lui rabbrividì e si voltò su un lato, lontano da lei. Gli faceva accapponare la pelle, ma era un mezzo per arrivare a uno scopo. Il suo naso di contrasse per il materasso di paglia ammuffito del suo giaciglio, mentre si rannicchiava in posizione fetale. Non ancora per molto, si consolò. Solo un'altra settimana o poco più, poi sarò libero.

      * * * * *

      Le strutture che ospitavano i negozi e le attività di Stewart Glen sovrastavano Broderick con una sentenza opprimente, mentre procedeva nelle strette strade lastricate. Camminava a testa alta e rifiutava di arrendersi al loro scrutinio. Il piccolo villaggio di Stewart Glen era cresciuto in quegli ultimi nove anni, e ciò gli andava molto bene, perché aveva aumentato le sue possibilità di trovare delle anime malvagie delle quali cibarsi. Una densa umidità permeava l'aria fredda, rendendo tutto sfocato e logoro. I suoi passi non facevano rumore sulle pietre, mentre cercava movimenti nell'ombra. Un grido soffocato lo raggiunse dall'oscurità lontana. Il rumore di una zuffa e dei piagnucolii stimolarono la sua sensibilità. Una voce aspra trafisse la sua compassione. Si avvicinò di soppiatto.

      “Me lo devi! Ora dov'è?”

      Il rumore inconfondibile di una mano che colpiva la carne- come quello di una bistecca che sbatteva su un tagliere di marmo- rimbombò nella penombra. Quando Broderick svoltò nel vicolo all'angolo dell'edificio, si fermò sul limitare delle ombre. Un uomo dall'aspetto di un orco torreggiava su un bambino rannicchiato in un angolo; il ragazzino teneva le mani sopra la testa, cercando di difendersi dall'aggressore.

      “Qualsiasi cosa pensi che lui abbia,” disse Broderick interrompendo l'uomo, “credo che a questo punto te l'avrebbe già data.”

      Il bambino osò guardare oltre le gambe da bue

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