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e lo immaginò esplorare altre parti del proprio corpo; improvvisamente si trovò ad avere bisogno di lui. Kyran alzò lo sguardo su di lei. Il desiderio dell’uomo prese una svolta disperata, e la sua fervenza le fece sanguinare ulteriormente la ferita.

      Si interruppe qualche secondo più tardi. Stava respirando pesantemente, e Mack notò che gli si era gonfiata una vena del collo. “Dovrò darti il mio sangue. Morirai dissanguata prima che quella ferita guarisca”.

      “No, non voglio il tuo sangue” obiettò lei. Le si rivoltò lo stomaco al pensiero di farsi dare del sangue da qualcuno.

      Kyran si alzò in piedi e le mise le mani sulle spalle. “Sei incredibile. Non puoi continuare a sanguinare” la ammonì.

      “Sono molte cose, Kyran, principalmente sono stronza, ma mai incredibile”. L’uomo ridacchiò e si morse un polso, poi lo portò all’altezza della bocca di Mackendra che si limitò a guardarlo.

      “Non dirmi che hai paura” la sfidò. Mackendra non si tirava mai indietro di fronte a una sfida. Quindi tirò verso di sé il polso sanguinante di Kyran, e le risalì la bile in gola. Si trovò costretta a deglutire diverse volte prima di poter procedere.

      Una volta riacquistato il controllo dello stomaco in rivolta, Mackendra si avvinse al polso di lui e prese a succhiare con foga con l’intenzione di fargli male. Ottenne però l’effetto contrario. Sorprendentemente il sangue di Kyran aveva il sapore del miele; non era assolutamente repellente, e la riscaldò da dentro. Le presero a formicolare le vene, le vennero i brividi e le si strinse lo stomaco dall’eccitazione sessuale. Era l’ultima reazione che si aspettava di avere, ma non riusciva a negare la lussuria che provava.

      Mackendra gemette a lungo e gli succhiò il polso con crescente trasporto, e sentì il corpo irrigidirsi. Si ritrovò ad allontanare la bocca dal braccio di lui per esprimere completamente l’orgasmo che la scosse. La ragazza respirava pesantemente nel terminare il proprio apice, e Kyran si allungò per strappare un pezzo di edera da un albero che si trovava nelle immediate vicinanze. Mack si rese conto delle intenzioni di lui, e non si sorprese quando le portò le mani sopra la testa. La ragazza si mise sulla difensiva quando l’uomo le portò attorno ai polsi un’estremità del rampicante. “Cosa diamine credi di fare?”

      “Non parlare a meno che non te lo dico io. Non ti farò del male, voglio solo assaggiarti. Il tuo dolce aroma mi sta tormentando” ribatté Kyran nel sistemare anche l’altra estremità del rampicante attorno all’albero a cui era appoggiata. Quindi le tolse gli stivali e i pantaloni.

      “Io…” esitò Mackendra quando sentì i denti di lui sulla coscia indenne. La punta dei canini le grattò la pelle senza ferirla. Poi la mordicchiò delicatamente, e la lingua di lui si avventurò nel sesso di lei. La ragazza era combattuta, incerta se ordinargli di fermarsi o implorarlo di darle di più. Era innegabile che volesse scoprire come sarebbe finita quella situazione, specialmente perché ciò che stava facendo era paradisiaco.

      Kyran era un amante aggressivo, e Mackendra si aspettava che fosse un esperto di tutte le pratiche sessuali, quando in realtà sembrava incerto e con poca esperienza. L’uomo le passò la lingua nel sesso bagnato senza distogliere lo sguardo da lei. Si accorse che Kyran era corrucciato, come se stesse osservando le reazioni di lei per capire che cosa le piacesse. Quindi le sollevò i fianchi nel tentativo di applicare più pressione sul punto giusto. Non gli ci volle molto tempo per concentrare i propri sforzi sul clitoride di Mackendra. Quest’ultima si trovò sempre più vogliosa, quindi si dimenò muovendo i fianchi.

      “Più forte” lo implorò.

      Le grandi mani di lui la vincolarono tenendola ferma, e Kyran ringhiò contro la carne delle parti intime di lei. La sensazione che provò fu elettrizzante. La ragazza fece per allungarsi verso di lui, ma incontrò resistenza nel rampicante che le bloccò i polsi. Voleva toccarlo, ma doveva ammettere che la sensazione di essere alla sua mercé era molto più erotica di quanto credeva sarebbe stato.

      “Non muoverti” ordinò.

      “Allora dammi di più, Kyran. Mi piace quello che fai, ma devi usare anche le dita. Penetrami come hai fatto prima” protestò lei, quindi l’uomo obbedì con piacere.

      Mackendra si accorse di quanto fosse difficile per Kyran. Era come se desiderasse farlo per sé. Era come se volesse farlo più di qualsiasi altra cosa, e allo stesso tempo non volesse. Stava per fermarlo, ma evitò quando si rese conto che l’uomo era sempre più a proprio agio con l’azione intima. La lingua di lui le danzò sulla carne e le succhiò il clitoride, applicando più pressione quando i muscoli di lei si strinsero attorno alle proprie dita.

      Le accarezzò il fianco con la mano libera, fermandosi quando raggiunse le vicinanze del seno. Poi le tracciò il contorno del seno con un dito, stuzzicandola prima di afferrarlo completamente. I capezzoli di Mackendra, già turgidi a causa della brezza notturna, si indurirono ulteriormente dal piacere. Kyran ne strizzò la punta, facendole inarcare la schiena.

      Il vampiro non riuscì a distogliere lo sguardo dalla ragazza mentre si faceva una scorpacciata delle sue membra. La voglia nei suoi occhi la spinse oltre al limite, facendole raggiungere l’apice. L’uomo però non si fermò, continuando a leccare e succhiare la carne sensibile di lei.

      “Fermati Kyran, è un punto troppo delicato. Anche io voglio assaggiarti” gli disse lei senza fiato.

      “No” negò lui agitando velocemente le dita, quindi strappò l’edera, alzandosi in piedi e raggiungendo il ruscello. Poi si accucciò e si risciacquò con forza il viso.

      “In che senso, è un altro dei tuoi blocchi?” Domandò lei, incapace di nascondere la propria irritazione. Si svincolò le mani nel riflettere su ciò che era appena successo.

      “Non ho nessun blocco, Mackendra. Dobbiamo andarcene. Siamo stati qui troppo a lungo” la voce di lui non lasciava spazio all’interpretazione, il che la confuse più che mai.

      Aveva visto il lato vulnerabile e quasi umano di lui quando inizialmente aveva armeggiato nella propria esplorazione. Era chiaro che non l’avesse mai fatto prima, e per qualche strana ragione le piaceva essere la sua prima. Per un istante lo immaginò in grado di essere amorevole e premuroso, ammonendosi immediatamente per aver anche solo pensato a qualcosa del genere. Gli uomini della sua vita erano stati solamente una delusione, e non avrebbe permesso a sé stessa di pensare diversamente di quel vampiro.

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