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della metallurgica della Cina antica. A volte hanno un’iscrizione che ne spiega la loro funzione; uso frequente in libagioni rituali ci fa pensare che il liquore aiutasse a raggiungere uno stato di trans agli sciamani. In queste inscrizioni sui bronzi e in quelli realizzati a scopi rituali sui gusci delle tartarughe o scapole di bovini è dove ritroviamo per la prima volta la scrittura cinese come tale. Si può affermare dunque che la scrittura cinese nasce con la dinastia Shang. O più precisamente con lo spostamento della capitale ad Anyang, da qui è quando si usa costantemente nelle pratiche dei sacerdoti-sciamani. Ancora oggi non conosciamo dettagliatamente il suo sviluppo, prima di Anyang solo si sono ritrovati alcuni gruppi di segni che non si possono definire scrittura, neanche rudimentale, mentre ad Anyang appare una scrittura ben definita. È una scrittura che nei suoi primi pittogrammi descrive semplici fenomeni della natura, come l’acqua, il sole, la luna o le montagne, ma che poi evoluziona descrivendo concetti astratti, sentimenti e idee.

      Anche se il nascere della scrittura cinese sembra strettamente collegato con situazioni di tipo rituale-religioso, il suo utilizzo posteriore vedrà regolare il commercio e servirà per stabilire norme tra i cittadini: le leggi.

      La scrittura delle leggi sarà quella che si diffonderà e propagherà nella cultura Shang, convergendo e aiutando a costruire la base della cultura cinese: con l’apparizione della scrittura si distinguono i popoli e le culture che appartengono all’ambito cinese e quelli che ne restano fuori.

La religione Shang

      La religione shang postulava che Xie, il primo antenato imperiale, era figlio di Shangdi, dio del cielo e signore indiscusso che governa l’universo. Assicura che gli imperatori si trasformavano in dei dopo la loro morte, mentre in vita potevano entrare in contatto con gli antenati deificati intercedendo per conto del popolo. Questa capacità di mediare fra uomini e dei, trasforma l’imperatore nel sommo sacerdote della religione, fatto questo che a sua volta giustifica e perpetua il potere. In questo aldilà era dove governavano gli antenati degli Shang, ed era dove andava la gente comune dopo la morte. Il culto agli antenati che si sviluppa in questo periodo viene generato dal processo di deificazione e dalla conversione ad abitanti del cielo. I potenti, al momento della morte, venivano sepolti con numerosi oggetti di valore: oggetti di bronzo, monete di ciprea, animali, carri e schiavi decapitati a scopo rituale. Nell’ultimo periodo quando il loro potere era all’apice e le ricchezze si accumulavano ad Anyang, si sono ritrovati sepolcri con sacrifici di centinaia di schiavi. L’obbligo principale del re, quello che giustifica la divinizzazione davanti al popolo, veniva rappresentato dal controllo del calendario, la base in una società agricola. Da qui si sviluppano le osservazioni astrologiche, si registrano eclissi di sole e luna, sulla base del calendario Xia che ora viene notevolmente migliorato. Non è casuale che i nomi rituali dei dieci clan della successione reale coincidano con quelli dei giorni dell’unità basica del calendario. Per gli Shang l’anno si divide in sei mesi, ognuno dei quali comprende sei periodi di dieci giorni. Per cui l’anno solo aveva 360 giorni, così che quando lo ritenevano necessario, aggiungevano un periodo di 5 giorni per arrivare ai 365 del ciclo solare. Parallelamente alla religione ufficiale ne esistevano altre più popolari, con dei riferimenti locali, come il culto alla terra (Tu) o al miglio (Gu), per i quali si costruiscono piccoli templi in ogni villaggio ed erano serviti da sacerdoti con caratteristiche sciamaniche chiamati Wu. In questo universo religioso scopriamo anche piccoli templi e credenze relazionati con fenomeni naturali, come il dio del Fiume Giallo, delle montagne, di altri fiumi o boschi, o quelli che venivano venerati secondo le stagioni.

      Nella fase posteriore ad Anyang, ritroviamo numerosi gusci di tartaruga e scapole di bovini, che ci fanno pensare ad uno sviluppo sostanziale delle pratiche religiose e rituali. Con questa nuova esigenza nasce una schiera di sacerdoti, una nuova e più potente figura sociale che era dedita a chiedere pioggia in primavera, vittoria nelle battaglie o esiti di campagne di caccia e spedizioni commerciali.

      L’influenza Shang sullo stato contemporaneo è specialmente culturale e rituale, anche se ancora non conosciamo il centro rituale di questa cultura, esistono però numerosi luoghi dove si pratica la religione. Addirittura, di sovente, la conquista di popoli nomadi si riveste di un aspetto religioso, giustificata dalla mancanza di rispetto ai riti Shang.

Lo stato Shang

      Lo stato Shang era fortemente militarizzato. L’organizzazione del suo esercito avveniva con batterie di cento soldati con armi di bronzo, utilizzavano carri da guerra sui quali combattono gli aristocratici. L’esercito non solo serve alla difesa dall’esteriore. Nel paese abbondavano le città fortificate, governate dai nobili con discendenze o provenienza familiare con i reali, che avevano una certa autonomia per dominare il popolo nel proprio territorio e riscuotere tasse tra i contadini. Il nobile solo doveva sostenere il re con le tasse e accompagnarlo in guerra. Lo sviluppo dello stato shang si basa nel commercio (tartarughe e conchiglie di ciprea usate come monete), la guerra (con campagne continue contro i popoli vicini) e la religione (articolata intorno al culto per gli antenati e un clan che vive in città fortificate).

      Gli Shang sono organizzati in villaggi intorno al centro cerimoniale; il più importante è quello della capitale dove risiede il re. Lo stato Shang è quindi composto da vari stati che riconoscono l’egemonia del principale. Vi sono ancora molti stati barbari, anche all’interno della frontiera ci sono villaggi che non riconoscono né la cultura né la religione imposta dagli Shang.

      Nella pratica, nei luoghi più vicini alla capitale erano i parenti del re a governare sulle terre, allontanandosi dal centro troviamo gli alleati che riconoscono la superiorità spirituale del re, e nelle lontane terre periferiche ci sono villaggi commerciali che mantengono una periodica comunicazione con la capitale.

      Vediamo quindi che gli Shang non erano i re di un mondo unito sotto di loro, bensì i governanti più potenti di un mondo multicentrico e multiculturale. Le dinastie posteriori, con desiderio di legittimare il dominio nella Cina centrale, attribuiranno un potere e controllo politico agli Shang che possibilmente non hanno mai avuto.

Gli Shang ad Anyang

      La prima capitale degli Shang, Erligang, venne abbandonata repentinamente ed ancora non ne conosciamo la ragione. Il cambio di capitale ad Anyang si fece sotto il re Pan Geng. Fu questo re a trasferire la capitale sulle sponde del fiume, e proprio una serie di catastrofiche inondazioni sono quelle che metteranno fine alla prima fase della dinastia Shang e la definitiva ubicazione delle successive capitali in zone montane, a salvo dai capricci del fiume. Vicino al fiume gli Shang mantengono il potere per 263 anni, ed è dove ritroviamo il vero sviluppo di questa società: qui creano la scrittura cinese, arrivano al massimo splendore nella fusione del bronzo e raggiungono un maggiore sviluppo sia politico che economico. Fino ad oggi hanno ritrovato due capitali shang vicino ad Anyang. La prima, Huanbei, è stata scoperta da pochi anni, qui si può ammirare una delle grandi costruzioni Shang. È la città recintata, con un centro politico cerimoniale composto da più di 25 edifici su un totale di 10 ettari, provvista di strade ampie quasi 8 metri e con 2 metri di marciapiede. Si pensa che questa fu la capitale fondata da Pan Geng.

      La seconda, Yinxu, dovrebbe esser stata fondata da Wu Ding, nonostante sia stata scoperta nella prima decade del XX secolo, non si sono ritrovati resti anteriori al suo regno. Durante i 59 anni che Wu Ding regnò realizzò numerose campagne militari che estesero il dominio Shang. In questa urbe troviamo un’estesa produzione di bronzi, più numerosi sacrifici umani, e sempre più accentuata la concentrazione di poteri nella figura del re. Si dice che uno dei suoi più famosi generali si chiamava Fu Hao ed era una delle sue mogli.

      Fu la sua sepoltura l’unica tomba imperiale degli Shang scoperta intatta, (anche se poi saccheggiata); nella tomba si sono ritrovati favolosi tesori, ricca di bronzo e con un buon numero di animali e schiavi sacrificati in forma rituale. Fu Hao sostiene diverse campagne militari contro il nord e occupa il governo di alcune città importanti. Il ruolo delle donne nobili con gli Shang è praticamente uguale a quello degli uomini, anche se sono impossibilitate a raggiungere i vertici del potere. Agli inizi di questa dinastia la società manteneva ancora forti linee matriarcali. Ci sono testimonianze di Re che offrono in sacrificio la figura paterna e uomini che si incorporano nel clan delle donne. Questo dato ci fa pensare che le donne non siano solo le padrone della casa ma anche della famiglia. In questa epoca si fanno sacrifici per le antiche regine, e i figli si considerano discendenti dalle madri. Si fa uso di un ampio concetto di “padre” e “madre”,

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