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possedere, se non ricevuta in eredità.

      Mentre salivano i gradini che portavano alla porta d’ingresso, Jessie ricordò a se stessa di non rendere esplicito alla moglie il proprio disgusto per la vittima. La donna poteva credere che il marito fosse un Dio in terra e ora stava per apprendere l’esatto contrario. Ryan suonò il campanello ed entrambi aspettarono in apprensione per ciò che avrebbero dovuto fare ora.

      La porta venne aperta da una donna minuta e curata che poteva avere quasi quarant’anni. Indossava un tailleur beige e teneva i capelli biondi raccolti in uno chignon. Nonostante il suo aspetto professionale, Jessie capì che non era in ottima forma.

      Aveva sotto agli occhi dei segni scuri impossibili da mascherare anche con un trucco pesante, nonostante il valido tentativo. Gli occhi di per sé erano arrossati, segno di qualsiasi cosa, dalla mancanza di sonno al pianto all’uso di droghe. Nessuna delle opzioni lasciava pensare a niente di buono. Aveva la calza destra percorsa da una lunga riga, cosa che apparentemente non aveva notato, e che quindi suggeriva che i suoi pensieri fossero concentrati altrove.

      “Posso aiutarvi?” chiese con voce roca.

      “Salve, lei è Margo Maines?” chiese Jessie educatamente.

      “Sì,” disse lei sospettosa. “Di cosa si tratta?”

      Jessie guardò Ryan che sembrava pronto a dare la notizia che sapevano l’avrebbe distrutta. Glielo aveva visto fare molte altre volte prima e vide ora la stessa reazione: un irrigidimento della schiena, come se si stesse preparando ad accettare il contraccolpo emotivo che stava per subire. Subito un’ondata di empatia la pervase al pensiero delle tante volte in cui si era trovato in quella condizione durante la sua carriera. Provò un irrefrenabile impulso a proteggerlo questa volta, e fece un leggero passo avanti.

      “Siamo del Dipartimento di Polizia di Los Angeles,” disse, prima che lui riuscisse ad aprire bocca. “Io sono Jessie Hunt e questo è il detective Ryan Hernandez. Temo di avere delle brutte notizie per lei, signora Maines.”

      Margaret Maines, o ‘Margo’ come era chiamata nella biografia di suo marito nel sito della città, parve capire quello che stavano per dirle. Abbassò la testa mentre allungava la mano per appoggiarsi allo stipite della porta. Ryan fece un impercettibile movimento in avanti, pronto a intervenire in caso di crollo.

      Fortunatamente non fu necessario. La donna risollevò lo sguardo con una risoluzione negli occhi che Jessie ammirò, anche se comunque appariva fragile.

      “Andiamo dentro,” disse la signora Maines. “Penso di volermi sedere prima che mi diciate qualsiasi altra cosa.”

      Jessie e Ryan la seguirono nel salotto, dove la donna si sedette su una poltrona, facendo loro segno di accomodarsi sul divano vicino. Quando furono tutti sistemati, li guardò e annuì.

      “Andate avanti,” disse con tono rassegnato.

      Jessie continuò, senza guardare Ryan per vedere se fosse contento che lei avesse preso l’iniziativa.

      “Temo che suo marito sia morto, signora Maines. Il suo corpo è stato rinvenuto questa mattina in un albergo del centro. La sua identità è stata recentemente confermata.”

      La signora Maines annuì, prese una boccata d’aria e allungò una mano a prendere un fazzolettino. Mentre si tamponava gli occhi, rispose.

      “Sapevo che c’era qualcosa che non andava. Non è tornato a casa la scorsa notte. A volte si ferma fino a tardi al lavoro. Ma chiama sempre. E non ha risposto a nessuna delle mie telefonate. Ho effettivamente pensato di chiamare la polizia. Ma me lo sono immaginato che dormiva nel suo ufficio con il telefono silenziato o con la batteria scarica. Non volevo reagire in maniera esagerata. Ho chiamato l’ufficio questa mattina e hanno detto che non si era ancora presentato. Sapevo che c’era qualcosa che non andava. Stavo davvero per chiamare.”

      “Perché non l’ha fatto?” chiese Jessie, mantenendo un tono non accusatorio.

      “Gordon era molto particolare. Odiava la cattiva pubblicità. Sentivo la sua voce nella testa che mi diceva ‘Se chiami la polizia, la cosa finirà sui giornali. Sarà tra le notizie. Il mio avversario alle prossime elezioni la trasformerà in qualcosa di atroce, indipendentemente da quanto sia innocente. Nella politica moderna non c’è spazio per errori nelle relazioni pubbliche’. Era un maestro nell’evitare la cattiva pubblicità. Ora mi chiedo se avrei potuto evitare questo se avessi chiamato.”

      Jessie pensò che era ironico che un tizio preoccupato delle relazioni pubbliche stesse apparentemente portando avanti una specie di relazione, pagando con quello che sembrava un fondo illecito. Ma lo tenne per sé.

      “Non si biasimi, signora Maines,” disse Ryan. “Da quello che posso dire finora, pare che suo marito sia morto la scorsa notte. Nessuna sua chiamata avrebbe potuto salvarlo.”

      La donna parve leggermente sollevata dall’affermazione e sospirò profondamente. Pareva dibattuta se fare una domanda, ma alla fine si buttò.

      “Com’è successo?”

      Jessie, sentendosi leggermente codarda, determinò che gli anni di esperienza di Ryan sarebbero tornati utili per questo aspetto e decise di lasciar rispondere lui.

      “Magari possiamo risparmiare i dettagli per dopo, signora Maines,” suggerì lui gentilmente.

      L’espressione distrutta sul volto della donna venne subito sostituita da una combinazione di irritazione e risolutezza.

      “Mi dica la verità, detective. È chiaro che non si tratta di cause naturali. Prima o poi lo verrei comunque a sapere. E preferisco sentirlo prima nella privacy di casa mia che in qualche freddo obitorio, circondata da un gruppo di estranei. Preferisco di gran lunga due estranei a dieci.”

      “Sì, signora,” rispose lui. “Ha ragione. Non si è trattato di cause naturali. Temo sia stato strangolato a morte. Le circostanze che fanno da contorno all’omicidio sono in un certo senso… audaci. Devo continuare?”

      “Prego,” insistette la signora Maines con voce piatta.

      “Pare che si trovasse all’hotel per un incontro con una donna ancora sconosciuta. Non conosciamo il movente dell’interessata. Sappiamo solo che è stato probabilmente drogato, poi derubato e strangolato.”

      Jessie guardò la donna mentre il suo volto si induriva. Provò un pizzico di ansia chiedendosi se Margo Maines stesse per vomitare o esplodere. Non fece nessuna delle due cose.

      “Sono piuttosto sicura che si tratti di furto con narcotizzazione,” insistette con tono secco mentre si metteva a sedere più eretta. “È impossibile che Gordon sia andato di sua volontà in una camera d’albergo con una donna, a meno che la sua chiarezza mentale non fosse stata in qualche modo alterata.”

      Jessie ricordò il video al bar, in cui Gordon flirtava allegramente per una buona mezz’ora prima di andare a prenotare la stanza d’hotel. Si chiese se fosse suo dovere distruggere la bolla di certezza di sua moglie, ma decise che non era il suo lavoro.

      Un altro momento di codardia morale.

      “In ogni caso,” disse Ryan con voce da ‘andiamo avanti’, chiaramente non volendo neanche lui metterla alla prova, “anche se abbiamo la conferma che si tratta di lui, avremo bisogno di qualcuno che venga all’ufficio del medico legale per il riconoscimento formale del corpo. Se preferisce che sia uno dei suoi dipendenti a farlo, possiamo assecondare i suoi desideri.”

      “No, lo farò io,” disse la donna.

      “Grazie,” disse Ryan. “C’è un’altra cosa. Non abbiamo molte piste che ci portino alla donna che sospettiamo dell’omicidio di suo marito. Ma ha preso tutte le carte di credito e i documenti.”

      “E il suo orologio?” lo interruppe la signora Maines.

      “Quale orologio?” chiese Ryan.

      “Aveva un Rolex con le sue iniziali incise sul retro.”

      “Non l’abbiamo trovato sulla scena,” disse Ryan. “Ma lo aggiungeremo alla lista degli oggetti mancanti.”

      “Gli ho regalato quell’orologio

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