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Natale Nell'Abbraccio Del Duca. Amanda Mariel
Читать онлайн.Название Natale Nell'Abbraccio Del Duca
Год выпуска 0
isbn 9788893984744
Автор произведения Amanda Mariel
Жанр Исторические любовные романы
Издательство Tektime S.r.l.s.
Ma il padre continuò a puntarle il dito addosso e a guardarla con occhi duri come pietra. “Per quanto mi riguarda, voi non esistete più.”
“Augustus,” disse la madre con il tono straziato dal dolore e dall’angoscia, “È nostra figlia.”
“Silenzio!” Il padre alzò la mano, con il palmo rivolto verso la madre. “Questa non è più mia figlia.”
Le parole trafissero il cuore di Marina, ma non fu questo a distruggerla… no, le lacrime che scorrevano sulle guance della Madre lo fecero. Marina avrebbe venduto l’ anima per cancellare il dolore che aveva causato a sua madre, l’unica persona che l’ avesse mai amata, e ora proprio lei le aveva spezzato il cuore.
“Mi capite, ragazza?” il Padre continuò a fissarla, gli occhi duri e furiosi.
Marina tentò di parlare ma non uscì alcun suono dalle sue labbra. Invece fece un piccolo cenno con la testa. Non c’era più niente che potesse fare. Aveva già fatto abbastanza.
Aveva distrutto il suo destino e ora doveva . accettarne le conseguenze. Non c’era nient’altro da dire..
“Molto bene.” Il padre appoggiò le mani sulla scrivania. “Voglio che siate fuori di qui entro un’ora. Preparate l valigie e poi raggiungete la carrozza che vi sta già aspettando.”
Fece un altro piccolo cenno, desiderando sprofondare nelle assi del pavimento e scomparire del tutto. Il padre aveva sempre avuto il potere di farla sentire inetta. Questa volta era addirittura peggio perché era riuscita ad attirare le ire del padre su di se.. Poteva a malapena biasimarlo in quanto qualsiasi padre nella sua posizione si sarebbe infuriato.
“E questo è tutto.” Il padre le indicò la porta dello studio. “Scomparite dalla mia vista.”
Marina lottò contro l’impulso di guardare la madre mentre si alzava e si avvicinava alla porta. Non sarebbe morta per la perdita del padre, come era accaduto anni prima, ma il pensiero di perdere la cara madre la stava letteralmente facendo a pezzi. Con mano tremante allungò il braccio verso la porta e la aprì.
La voce del padre la fermò prima che potesse sparire nel corridoio. “Intendiamoci, non porterete con voi nessun oggetto di valore, oltre ai vostri effetti personali. Gioielli e cose del genere rimangono di mia proprietà . Non vi sarà permessa neanche la compagnia di una cameriera.”
Le sue parole di saluto diedero un ultimo colpo alla sua compostezza. Marina permise alle lacrime di sgorgarle dagli occhi mentre barcollava nel corridoio con un disperato bisogno di fuggire da lì.
Non le importava dei gioielli e di tutto il resto. No, questo non aveva alcuna importanza. Le cose vere, concrete – amore, famiglia, amicizia – non potevano essere comprate col denaro. Tuttavia, questa ennesima durezza le confermò ancora una volta quanto al padre importasse poco di lei.
Marina entrò nella sua camera da letto e si buttò sul letto. A lungo permise alle sue emozioni di affluire con violenza. Calde lacrime le rigarono il viso e le sue spalle sussultarono mentre il suo corpo veniva scosso dai singhiozzi. Aveva scatenato l’ inferno, davvero. Ma lei non poteva fare nulla per cambiare le sue azioni passate o la testa di suo padre. Tutto quello che poteva fare era ricostruirsi un futuro.
Esausta, si asciugò la faccia con il dorso delle mani. Piangere non le avrebbe certo fatto bene. Doveva farsi coraggio e affrontare la sua nuova realtà. Sfruttare al meglio le circostanze e tenere d’occhio il futuro. Solo questo le avrebbe permesso di non soccombere..
Riprendendo il controllo, Marina andò verso il suo guardaroba. Scelse alcuni abiti e una camicia da notte, insieme a una vestaglia, poi li mise nella sua valigia. La sua determinazione aumentava ad ogni oggetto che infilava nella borsa da viaggio, e quando alla fine ebbe terminato decise di affrontare il suo destino a testa alta.
Al diavolo il padre!
Poteva rinnegarla. Poteva mandarla via. Poteva bandirla dalla sua casa e dalla società – ma non poteva distruggerla. Non poteva prendersi suo figlio e il suo futuro. In qualche modo avrebbe trovato un modo per salvarli entrambi. Un sorriso le increspò le labbra quando si rese conto che avrebbe potuto magari crescere il suo bambino, e ancor più, ottenere quello che desiderava.
Marina appoggiò la mano sulla sua pancia gonfia e guardò in basso dove il suo bambino le riempiva l’ addome. “Andrà tutto bene, piccolino.”
La porta cigolò e Marina si mise sulla difensiva mentre la madre entrava nella stanza. La mamma abbracciò Marina con calore. “Sono terribilmente addolorata.”
“Non avete nulla di cui rimproverarvi,” disse Marina, poi sprofondò nel calore della madre, nutrendosi dell’affetto che lei le offriva. L’unico vero amore che avesse mai provato proveniva dalla mamma, e di questo le sarebbe sempre stata grata.
“Mi dispiace per il dolore che vi ho causato.” Marina si irrigidì leggermente, aspirando il profumo di lavanda della madre mentre l’abbracciava. Come desiderava poter consolare sua madre, alleviare il dolore che le aveva causato. Purtroppo, un abbraccio non avrebbe mai potuto cancellare la ferita che Marina aveva causato, e non solo a sua madre,
Marina si staccò dalla madre e la guardò, sperando che la mamma potesse intuire l’amore e la gratitudine che irradiavano dalla sua anima. “Devo andare,” la voce di Marina si incrinò tradendo le sue forti emozioni
Una lacrima scivolò dagli occhi della madre mentre con il dorso della mano accarezzava la guancia di Marina. “Cambierà idea, tesoro. Dategli un po’ di tempo e lo farà. Lui non vi caccerà davvero. Non per sempre.”
Marina non osava dare credito alle parole della madre perché sapeva che il padre non le avrebbe mai permesso di tornare. Ma si impose di non sconvolgere ancora di più la madre esponendo il suo pensiero. Invece, si sforzò di sorridere. “Fino ad allora…” La gola le si chiuse definitivamente e le parole echeggiarono mute “Sì, finché non tornate, cara.” La mamma la baciò sulla fronte. “Per amor vostro sicuramente lo farà.”
Marina si allontanò e sollevò la valigia dal letto. Liberando un respiro che non si era resa conto di aver trattenuto, alzò il mento e uscì dalla stanza.
Una silenziosa speranza si fece luce nel suo cuore mentre si dirigeva verso la carrozza in attesa. Una speranza per il futuro, quello che avrebbe condiviso con suo figlio.
CAPITOLO 1
Chishire Inghilterra, 1812
La carrozza rimbalzò e ondeggiò lungo una stradina innevata nell’Inghilterra settentrionale. “Ahi!” Marina premette una mano sulla sua piccola schiena dolorante mentre il cocchiere fece ancora un altro tuffo nella strada. Aveva viaggiato per giorni con solo un po’ di pausa. Il viaggio avrebbe lasciato indolenzito chiunque, ma immaginò che fosse ancora più difficile per una signora nelle sue condizioni.
IL padre aveva dato ordine al cocchiere – un uomo che Marina non aveva mai incontrato prima – di fermarsi solo se strettamente necessario e questi aveva preso la cosa alla lettera. L’unica volta in cui le era stata concesso di scendere dalla carrozza fu quando si dovette cambiare i cavalli. Aveva dormito, mangiato e si era persino alzata in piedi nel suo piccolo spazio. La mente le si ribellò, la nausea aumentò al pensiero di arrivare da sua zia.
Per quanto fossero orribili le sue condizioni, sicuramente sarebbe stato molto peggio una volta arrivata a casa di zia Teresa. Non aveva mai incontrato una donna più compassata, severa e fredda. Una volta, quando Marina aveva solo dieci anni, era stata sorpresa a rubare un pezzo di una crostata dolce mentre era in visita da sua zia. La donna l’ aveva punita con la cinghia . Dopo averla picchiata, aveva costretto la bambina a trascrivere versetti della Bibbia sul il peccato di rubare e a pregare per il perdono.
Marina sospirò mentre si massaggiava dei piccoli cerchi sulla schiena palpitante. Poteva a malapena immaginare come sua zia l’avrebbe messa in riga per la trasgressione di cui si era macchiata. Di sicuro sua zia la vedeva come un’ atea, incinta e non sposata, una specie di eretica!. E