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di avere le traveggole, si voltò verso gli altri. “Avete sentito anche voi?” chiese, mentre il vento gli sferzava contro.

      “Sì,” annaspò Hazel. “È il professor Ametisto. Ma come fa a parlarci?”

      “Non ne ho idea,” balbettò Oliver come risposta.

      “Ascolta,” continuò la voce del preside che sembrava venire simultaneamente da ogni punto. “È molto importante.” Parlava frettolosamente, con tono urgente e insistente. “La Scuola degli Indovini sta crollando e c’è solo un modo per salvarla. Devi trovare lo Scettro di Fuoco.”

      Lo Scettro di Fuoco? pensò Oliver, scervellandosi per cercare nella propria mente qualche informazione al riguardo. Ma non trovò nessun indizio. Non aveva mai sentito parlare dello Scettro di Fuoco.

      “Cos’è?” chiese parlando da dentro il vortice. Non sapeva da che parte proiettare la voce, perché non aveva idea di dove si trovasse effettivamente il professor Ametisto. “Dove lo troviamo?”

      Questa volta, quando il professor Ametisto parlò, la sua voce apparve distorta. Era come se parlasse attraverso un telefono cellulare con scarsa connessione. Le parole andavano e venivano gracchiando. “Perso nel tempo…”

      “Scusi, cos’ha detto?” chiese Oliver, gridando disperato.

      Ci fu silenzio.

      “Professore?” tentò ancora Oliver. “Non sento quello che dice!”

      Ma improvvisamente l’attenzione di Oliver fu distolta da Ralph. L’amico gli stava tirando furiosamente il braccio.

      “Oliver, guarda,” gli disse.

      Oliver girò la testa dietro la spalla. E quello che vide riempì di sollievo tutto il suo corpo. Erano Esther, Walter e Simon. Finalmente!

      I tre si tenevano stretti tra loro, proprio come stavano facendo Oliver, Ralph e Hazel. Oliver si sentì travolto dal sollievo nel vedere che erano usciti dalla scuola e che ora sarebbero nuovamente stati tutti quanti insieme. Qualsiasi cosa fosse questa impresa…

      Oliver stava proprio per chiedere ad Hazel e Ralph se potevano tentare di ‘nuotare’ verso gli altri, quando la voce del preside risuonò ancora.

      “Oliver?” chiese il professor Ametisto. “Puoi sentirmi?”

      “Sì!” gridò Oliver. “La sento! Mi dica dello Scettro di Fuoco!”

      “È andato perduto,” disse il preside. “Non so dove. Non so quando.”

      Oliver sentì crescere la tensione. Se il professore non sapeva dove né quando si trovasse lo Scettro di Fuoco, allora dove e quando li stava portando questo portale? Forse era per questo che non si stava comportando come un portale temporale normale. Perché ancora non aveva una destinazione finale!

      Il pensiero era preoccupante. Ma proprio come faceva generalmente quando le cose sembravano pericolose, Oliver ricordò a se stesso che il professor Ametisto era immensamente saggio. Oliver si fidava ciecamente del suo mentore. Sapeva che il preside non lo avrebbe mai messo in una situazione di inutile pericolo.

      “Come facciamo a trovarlo?” chiese Oliver al professor Ametisto, che ora ipotizzò trovarsi ancora all’interno della Scuola degli Indovini, intento a proiettare la propria voce nel vortice che li teneva attualmente intrappolati tra tempo e spazio, piuttosto che trasportarli oltre.

      “Sono sceso a due possibilità,” gridò il professore. “La prima…”

      La sua voce venne interrotta.

      Oliver si sentiva ansioso. Doveva sapere dove stava andando! Doveva sapere il perché! Aveva bisogno della guida del suo mentore se voleva avere anche una minima possibilità di trovare lo Scettro di Fuoco e salvare la Scuola degli Indovini!

      “Professore!” gridò nel vorticante vuoto. “Professore? Professore!”

      Ma ancora una volta le sue richieste trovarono risposta nel silenzio.

      Sollevò lo sguardo verso Hazel e Ralph, che ancora stavano aggrappati alle sue braccia. Avevano entrambi un’espressione preoccupata.

      Oliver iniziò a sentir crescere nello stomaco un senso di inutilità. Come avrebbe mai potuto trovare lo Scettro di Fuoco se non sapeva neanche dove stava andando e dove avrebbe dovuto dirigersi?

      Ma poi lo colpì un pensiero improvviso. La bussola di bronzo che il professor Nightingale gli aveva dato all’Università di Harvard era ancora nella grande tasca della sua tuta da lavoro. Era un antico pezzo di tecnologia indovina, una delle tantissime invenzioni create dagli indovini per avere aiuto nel loro compito di proteggere l’universo dai Malvagi che viaggiavano nel tempo. Magari quella gli avrebbe dato qualche indizio, aiutandolo a guidarlo in questa impresa.

      Oliver infilò la mano nella grande tasca centrale e sentì le dita che venivano a contatto con il freddo metallo della bussola. Quindi tirò fuori lo strumento che era grande come il palmo della sua mano. Sebbene fosse tremendamente scosso dalla forza del vento, Oliver vide che la grossa lancetta principale puntava verso il simbolo di una fiamma.

      “Oh no!” gridò improvvisamente Hazel.

      Oliver sollevò gli occhi dalla bussola e vide che i gradi occhi grigi dell’amica erano sgranati e pieni di ansia. Guardò quindi davanti a sé e vide la cosa più strana che mai gli fosse capitata. Il portale si stava dividendo in due gallerie diverse!

      Oliver sussultò. Non aveva mai visto una cosa del genere prima d’ora. I portali per i viaggi nel tempo erano già di per sé un’esperienza complicata per la mente, e vedere addirittura il tunnel che si divideva a metà non poteva che creare ulteriore confusione. Si stava destabilizzando? Andando a pezzi proprio davanti a loro occhi?

      Ma no. Oliver mise insieme i tasselli nella sua mente. Il professor Ametisto aveva detto che c’erano due luoghi dove forse era possibile trovare lo Scettro di Fuoco. Ora, lui, Ralph e Hazel erano lanciati verso uno dei due tunnel, mentre Esther, Simon e Walter erano diretti verso l’altro.

      “Oh,” gridò Oliver, il petto stretto da una dolorosa consapevolezza. “Il professor Ametisto ci sta dividendo!”

      Accadde tutto molto velocemente. Prima che Oliver avesse il tempo di capire del tutto la stranezza degli eventi, le gallerie furono a ridosso e loro si trovarono a sfrecciare attraverso l’ingresso: lui, Hazel e Ralph da una parte; Esther, Simon e Walter dall’altra. Lui sarebbe finito in qualche punto del tempo insieme ad Hazel e Ralph, mentre gli altri tre sarebbero capitati da qualche altra parte. Un tempo diverso. Un posto diverso. Magari addirittura una dimensione diversa.

      Il pensiero era troppo da sopportare per Oliver. Aveva appena riavuto indietro Esther e ora lei gli veniva strappata via un’altra volta. Provò un improvviso senso di rabbia nei confronti del professor Ametisto per averlo infilato in quel tormento non necessario.

      Agendo d’istinto per proteggere la ragazza che amava, Oliver lanciò la bussola verso il tunnel alla sua destra. Ebbe appena il tempo di vederla scomparire nel vuoto, seguita dalle figure vorticanti di Esther, Simon e Walter, prima di volare diretto nel tunnel di sinistra, scomparendo alla vista.

      Dove stanno andando? pensò Oliver con ansia. E adesso che ci penso: dove stiamo andando noi?

      Non c’era modo di saperlo. Come non c’era modo neanche per sapere se avrebbe mai più rivisto Esther, Simon e Walter. Una squadra aveva il compito di trovare lo Scettro di Fuoco. Per quanto riguardava l’altra, Oliver poteva solo fare delle ipotesi.

      Tutto quello di cui poteva essere sicuro era che lo Scettro di Fuoco era la chiave per salvare la Scuola degli Indovini. E che in qualsiasi luogo e tempo sarebbe finito, in qualsiasi punto della storia il portale l’avrebbe sputato fuori, lui sarebbe stato senza Simon e Walter.

      E sarebbe stato senza Esther.

      CAPITOLO TRE

      Gridando, Esther si sentì

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