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che stava accadendo. I suoi operai si sarebbero presi qualche momento per caricare il materiale sui veicoli. Lui si sarebbe assicurato che stessero attenti, così forse per tutto quanto ci sarebbero voluti venti minuti.

      Adam sorrise tra sé e sé. Poco dopo che il materiale fosse stato caricato, lui si sarebbe trovato su un aereo per la costa occidentale. Poco dopo, l’incubo sarebbe cominciato. E non c’era nulla che qualcuno avrebbe potuto fare per fermarlo.

      CAPITOLO OTTO

      5:40

      I cieli sopra la Virginia Occidentale

      Il Learjet a sei posti urlava attraverso il cielo delle prime ore del mattino. Era blu scuro con il sigillo dei servizi segreti sul fianco. Dietro, un frammento del sole nascente faceva capolino al di sopra delle nuvole.

      Luke e la sua squadra usavano i quattro posti davanti come zona di riunione. Avevano messo i bagagli e l’attrezzatura sui sedili posteriori.

      Era riuscito a rimettere insieme la squadra. Sul sedile accanto a lui c’era il grosso Ed Newsam, con i pantaloni cargo kaki e una t-shirt con le maniche lunghe. Aveva un paio di stampelle appoggiate accanto al sedile, appena sotto al finestrino.

      Davanti sulla sinistra di Luke c’era Mark Swann. Era alto e magro, con capelli biondi rossicci e gli occhiali. Aveva allungato le lunghe gambe sul corridoio di passaggio. Indossava un vecchio paio di jeans strappati e un paio di Chuck Taylor rosse. Era stato sollevato dal suo incarico di esca per pedofili, e sembrava che non potesse esserne più felice.

      Direttamente davanti a Luke sedeva Trudy Wellington. Aveva i capelli mossi castani, era snella e attraente nel maglione verde e con i pantaloni eleganti. Indossava grandi occhiali rotondi sul viso. Era molto carina, ma gli occhiali la facevano quasi sembrare un gufo.

      Luke si sentiva bene, non benissimo. Prima di partire aveva chiamato Becca. La conversazione non era andata bene. Anzi, era a malapena andata.

      “Dove vai?” gli aveva detto.

      “In Texas. A Galveston. C’è stata una violazione della sicurezza in un laboratorio.”

      “Il laboratorio BSL-4?” aveva detto. Becca era una ricercatrice sul cancro. Aveva lavorato per anni a una cura per il melanoma. Faceva parte di una squadra, con base in diverse istituzioni di ricerca, che stava riscuotendo un certo successo uccidendo le cellule del melanoma iniettandovi il virus Herpes.

      Luke aveva annuito. “Esatto. Il laboratorio BSL-4.”

      “È pericoloso,” aveva detto. “Lo capisci, immagino.”

      Lui aveva quasi riso. “Tesoro, non mi chiamano quando non c’è pericolo.”

      La voce di lei era fredda. “Be’, fa’ attenzione, per piacere. Ti vogliamo bene, lo sai.”

      Ti vogliamo bene.

      Era un modo strano di dirlo, come se lei e Gunner fossero una squadra che gli voleva bene, ma non necessariamente individualmente.

      “Lo so,” le aveva detto. “Vi voglio tantissimo bene.”

      Ci fu silenzio sulla linea.

      “Becca?”

      “Luke, non posso garantirti che saremo qui quando tornerai.”

      Adesso, a bordo dell’aereo, scosse la testa per schiarirsi le idee. Faceva parte del suo lavoro. Doveva compartimentalizzare. Aveva dei problemi in famiglia, sì. Non sapeva come sistemarli. Ma non poteva neanche portarseli dietro a Galveston. Lo avrebbero distratto da quello che stava facendo, e poteva essere pericoloso, per lui e per chiunque fosse coinvolto. La concentrazione sulla questione doveva essere assoluta.

      Guardò fuori dal finestrino. Il jet spaccava in due il cielo, muovendosi veloce. Sotto di loro scivolavano via delle nuvole bianche. Fece un respiro profondo.

      “Bene, Trudy,” disse. “Che cos’hai?”

      Trudy sollevò il tablet perché lo vedessero tutti. Era raggiante. “Mi hanno ridato il mio vecchio tablet. Grazie, capo.”

      Lui scosse la testa e sorrise appena. “Basta parlare di me. Adesso dicci tutto. Per favore.”

      “Parto dal presupposto che non sappiate nulla.”

      Luke annuì. “Okay.”

      “Allora. Stiamo andando al Galveston National Laboratory, a Galveston, in Texas. È uno dei soli quattro edifici conosciuti con livello di biosicurezza 4 degli Stati Uniti. Sono gli edifici di ricerca in microbiologia con la maggior sicurezza, con i protocolli di sicurezza più estesi per i lavoratori. In questi posti vengono trattati alcuni dei più letali e infettivi virus e batteri noti alla scienza.”

      Swann alzò una mano dal grembo. “Hai detto uno dei quattro edifici conosciuti. Ce ne sono di sconosciuti?”

      Trudy si strinse nelle spalle. “Alcune società in scienze naturali, soprattutto quelle con un numero limitato di azionisti, potrebbero avere degli edifici BSL-4 senza che il governo lo sappia. Sì, è possibile.”

      Swann annuì.

      “Ciò che distingue quello di Galveston è che gli altri tre BSL-4 si trovano su installazioni governative altamente sicure. Galveston è l’unico che si trova su un campus accademico, fatto che è stato ripetutamente sollevato come preoccupazione per la sicurezza prima che l’edificio fosse aperto, nel 2006.”

      “Che cosa hanno fatto, allora?” disse Ed Newsam.

      Trudy sorrise di nuovo. “Hanno promesso di stare super-attenti.”

      “Ottimo,” disse Ed.

      “Andiamo al punto,” disse Luke.

      Trudy annuì. “Okay. Tre notti fa è mancata la corrente.”

      Luke si mosse appena mentre Trudy esponeva le informazioni che il direttore del laboratorio aveva condiviso con Susan e il suo staff la sera prima. L’addetto alla sicurezza notturna, la donna, la fiala di Ebola. Sentì tutto, ma ascoltava appena.

      Un’immagine di Becca e Gunner sul patio mentre stava partendo gli passò per la mente. Cercò di scacciarla, ma lei restò lì. Per un lungo secondo tutto ciò che vide fu Gunner con lo sguardo basso e avvilito sul persico spigola sulla griglia.

      “Pare proprio un sabotaggio,” disse Newsam.

      “Con tutta  probabilità lo è,” disse Trudy. “Il sistema è stato costruito per ridondanza, e non solo la prima fonte di energia ha smesso di funzionare, ma non ha funzionato neanche la ridondanza. Una cosa del genere non succede spesso, a meno che qualcuno non la faccia succedere.”

      “Che cosa sappiamo della donna che in quel momento si trovava nell’edificio?” disse Luke. “Come si chiama? Sappiamo qualcosa di nuovo su di lei?”

      “Ho fatto qualche ricerca. Aabha Rushdie, ventinove anni. Ancora scomparsa. Ha un curriculum esemplare come junior scientist. Dottorato in microbiologia. Lode al King’s College di Londra. Addestramento avanzato nei protocolli BSL-3 e BSL-4, inclusa una certificazione per lavorare da sola in laboratorio, cosa che non tutti raggiungono.

      “È stata a Galveston tre anni, e ha lavorato su molti programmi importanti, incluso il programma sulle armi di cui ci occupiamo noi.”

      “Okay,” disse Swann. “Questo è un programma sulle armi?”

      Trudy alzò una mano. “Ci arrivo tra un minuto. Lasciami finire con Aabha. La cosa più interessante che la riguarda è che è morta nel 1990.”

      Tutti fissarono Trudy.

      “Aabha Rushdie è morta in un incidente d’auto a Delhi, India, quando aveva quattro anni. I genitori si sono trasferiti a Londra subito dopo. Poi hanno divorziato, e la madre di Aabha è tornata in India. Il padre è morto di attacco cardiaco sette anni fa. E cinque anni fa improvvisamente Aabha è tornata in vita, con un passato, certificazioni scolastiche, lavori e brillanti raccomandazioni da docenti universitari dell’India, tutto quanto giusto in tempo per fare il dottorato in Inghilterra.”

      “È un fantasma,” disse Luke.

      “Sembrerebbe

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