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e smettere di singhiozzare. Ma, anche così, quel senso di solitudine non intendeva scomparire. Si ricordò che le ragazze dormivano in un’altra camera, e Blaine in una terza.

      Ma le sembrava in qualche modo difficile crederlo.

      Da sola al buio, si sentì come se tutti fossero molto distanti, dall’altro capo del mondo.

      Pensò di alzarsi e camminare in punta di piedi per il corridoio, e di unirsi a Blaine nella sua camera, ma …

      Le ragazze.

      Dormivano in camera separate per via delle ragazze.

      Sistemò il cuscino intorno alla testa e provò a riaddormentarsi, ma non riusciva a smettere di pensare …

      Un martello.

      Qualcuno in Mississippi è stato ucciso con un martello.

      Si disse che non era un suo caso, e che aveva detto di no a Brent Meredith.

      Ma, anche quando finalmente riuscì a riaddormentarsi, quei pensieri non l’abbandonarono …

      C’è un killer a piede libero.

      C’è un caso da risolvere.

      CAPITOLO CINQUE

      Entrando nella stazione di polizia di Rushville, prima tappa del suo giro mattutino, Samantha avvertì la sensazione di essersi messa nei guai. Il giorno prima aveva fatto alcune telefonate, che probabilmente non avrebbe dovuto fare.

      Forse dovrei imparare a farmi gli affari miei, pensò.

      Ma, in qualche modo, farsi gli affari propri non le riusciva facilmente.

      Provava sempre a sistemare le cose: talvolta quelle che non si potevano aggiustare, o quelle che altre persone non volevano che fossero aggiustate.

      Come al solito, al suo arrivo, Sam non vide altri poliziotti ma soltanto la segretaria del capo, Mary Ruckle.

      I colleghi agenti la prendevano molto in giro per questo …

      “La buona vecchia affidabile Sam” dicevano. “Sempre la prima ad arrivare e l’ultima ad andarsene.”

      In qualche modo, non sembrava che intendessero farle un complimento. Ma, ripensandoci, trovava naturale che la “buona vecchia affidabile Sam” fosse presa di mira: era la poliziotta più giovane e l’ultima arrivata nelle forze dell’ordine di Rushville. Non era di alcun aiuto il fatto che fosse anche l’unica donna.

      Per un momento, Mary Ruckle non sembrò notare l’arrivo di Sam. Era profondamente impegnata a farsi le unghie, la sua abituale occupazione durante la maggior parte della giornata lavorativa. Sam non riusciva a comprendere il piacere di farsi le unghie. Lei teneva sempre le sue semplici e corte e forse questa era una delle varie ragioni per cui la gente la considerava, beh …

      Poco femminile.

      Non che Mary Ruckle fosse ciò che Sam considerava affascinante. Aveva il viso stretto e cattivo, come se fosse stato messo insieme da una molletta da bucato sulla punta del naso. Eppure, Mary era sposata e aveva tre figli, e pochi a Rushville prevedevano quel tipo di vita per Sam.

      Sam non sapeva che cosa desiderava davvero. Provava a non pensare troppo al futuro. Forse era questo il motivo per cui si concentrava tanto su ogni cosa in cui si imbatteva, giorno dopo giorno. Non riusciva davvero ad immaginare un futuro per se stessa, almeno non tra le scelte che sembravano essere disponibili.

      Mary soffiò sulle sue unghie, guardò Sam e disse …

      “Il Capo Crane vuole parlarti.”

      Sam annuì con un sospiro.

      Proprio come mi aspettavo, pensò.

      Entrò nell’ufficio e trovò il Capo Crane Carter intento a giocare a Tetris sul suo computer.

      “Solo un minuto” balbettò, sentendo Sam entrare nella stanza.

      Probabilmente distratto dall’ingresso, perse rapidamente la partita a cui stava giocando.

      “Dannazione” esclamò, guardando lo schermo.

      Sam si preparò. Probabilmente era già stufo di lei. Perdere una partita di Tetris non doveva aver migliorato il suo umore.

      Il Capo si girò nella sua sedia girevole e disse …

      “Kuehling, siediti.”

      Sam si sedette obbediente di fronte alla sua scrivania.

      Crane unì insieme le punte delle dita delle mani e la fissò per un momento, provando come al solito a sembrare il pezzo grosso che lui stesso immaginava d’essere. E, come al solito, Sam non ne rimase impressionata.

      Crane aveva circa trent’anni, era bello ma non aveva nulla che colpisse l’immaginazione: piacente in un modo che nella mente di Sam si confaceva più ad un agente di assicurazione. Invece, era diventato il capo della polizia, profittando del vuoto di potere che il Capo Jason Swihart aveva lasciato, quando era improvvisamente andato via vent’anni prima.

      Swihart era stato un buon capo e era sempre piaciuto a tutti, inclusa Sam. A Swihart era stato proposto un lavoro grandioso in una società del settore della sicurezza nella Silicon Valley, e l’uomo si era comprensibilmente spostato su pascoli più verdi.

      Perciò, ora Sam e gli altri poliziotti dovevano rispondere al Capo Carter Crane. A Sam, l’uomo sembrava mediocre in un dipartimento pieno di mediocrità. Sam non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma era certa di avere un cervello migliore di quello che possedevano Crane e tutti gli altri poliziotti del luogo messi insieme.

      Sarebbe bello avere una possibilità di dimostrarlo, pensò.

      Infine, Crane disse: “Ho ricevuto un’interessante telefonata ieri sera, da un certo Agente Speciale Brent Meredith di Quantico. Non crederai mai a ciò che mi ha detto. Oh, ma, d’altronde, forse lo farai.”

      Sam si lamentò infastidita e disse: “Avanti, Capo. Andiamo dritti al punto. Ho chiamato l’FBI ieri pomeriggio. Ho parlato con alcune persone, prima di essere finalmente messa in contatto con Meredith. Pensavo che qualcuno dovesse chiamare l’FBI. Dovrebbero essere qui ad aiutarci.”

      Crane fece un sorrisetto e disse: “Non dirmelo. E’ perché sei ancora convinta che l’omicidio di Gareth Ogden dell’altro ieri sia stato opera di un serial killer, che vive proprio qui a Rushville.”

      Sam roteò gli occhi.

      “Ho bisogno di rispiegarlo?” replicò. “L’intera famiglia Bonnett è stata uccisa una notte di dieci anni fa. Qualcuno ha spaccato loro la testa con un martello. Il caso non è mai stato risolto.”

      Crane annuì e disse: “E pensi che lo stesso killer sia sbucato fuori dieci anni dopo.”

      Sam scrollò le spalle e disse: “C’è un collegamento piuttosto ovvio. Il modus operandi è identico.”

      Crane alzò improvvisamente un po’ la voce.

      “Non c’è alcun collegamento. Lo abbiamo già deciso ieri. Il modus operandi è solo una coincidenza. Il meglio che possiamo dire è che Gareth Ogden è stato ucciso da un vagabondo che è passato per la città. Stiamo seguendo ogni pista possibile. Ma a meno che non ripeta lo stesso crimine altrove, è probabile che non riusciremo mai a prenderlo.”

      Sam si sentì improvvisamente impaziente.

      Replicò: “Se è stato soltanto un vagabondo, perché non c’era alcuna traccia di furto?”

      Crane colpì la scrivania col palmo della sua mano.

      “Dannazione, non cedi con nessuna delle tue teorie, vero? Non sappiamo se non c’è stato un furto. Ogden era abbastanza confuso da lasciare la porta di casa aperta. Forse lo era anche da lasciare tanti soldi sul suo tavolino da caffè. Il killer li ha visti e li ha presi, colpendo Ogden alla testa nel farlo.”

      Riunendo di nuovo le punte

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