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e Linda avrebbero saputo come rapportarsi a lui? Avrebbero apprezzato parlare con lui come Riley amava fare? Avrebbero condiviso qualcuno dei suoi interessi?

      O avrebbe finito per sentirsi solo e fuori posto?

      Ma Riley si sforzò di ricordare a se stessa che non erano certo questioni di cui spettasse a lei preoccuparsi.

      Questo è davvero per il meglio, si ripeté ancora una volta.

      Presto, fin troppo presto, per quanto riguardava Riley, Scott e Melinda terminarono i loro biscotti e il caffè, e ringraziarono Gabriela per i deliziosi snack. Era giunta l’ora di andarsene. Dopotutto, sarebbe stato un lungo viaggio di ritorno a Omaha.

      Scott prese le valigie di Liam e le portò all’auto.

      Melinda prese calorosamente la mano di Riley.

      La donna disse: “Ancora una volta, semplicemente non potremo mai ringraziarla abbastanza per esserci stata per Liam, quando lui ne aveva bisogno.”

      Riley si limitò ad annuire, e Melinda seguì il marito fuori.

      Poi, Riley si ritrovò faccia a faccia con Liam.

      Il ragazzo aveva gli occhi spalancati, e guardò Riley come se avesse appena compreso che stava per andarsene.

      “Riley,” disse, con la voce stridula in quel suo tipico e affascinante modo da adolescente: “non abbiamo mai avuto la possibilità di giocare una partita a scacchi.”

      Riley provò un senso di rimorso. Liam aveva insegnato ad April a giocare, ma in qualche modo, Riley non era mai stata presente per giocare con lui.

      Ora si sentì come se non fosse stata presente per troppe cose.

      “Non preoccuparti” rispose. “Possiamo giocare online. Voglio dire, hai intenzione di restare in contatto, non è vero? Ci aspettiamo tutte di sentirti. Molto. Se non sarà così, verrò io ad Omaha. Non penso che tu voglia l’FBI che bussi alla tua porta.”

      Liam scoppiò a ridere.

      “Tranquilla” il ragazzo disse. “Resterò in contatto. E giocheremo senz’altro a scacchi.”

      Poi, aggiunse con un sorriso malizioso: “Ti prenderò davvero a calci nel culo, sai.”

      Riley sorrise e lo abbracciò.

      “Nei tuoi sogni” rispose.

      Ma, naturalmente, sapeva che lui aveva ragione. Lei era piuttosto brava con gli scacchi, ma non tanto da poter vincere contro un ragazzo brillante come Liam.

      Quasi sul punto di piangere, Liam uscì dalla porta. Entrò nell’auto con Scott e Melinda, e questi misero in moto, uscendo dal vialetto e se ne andarono.

      Mentre Riley restava ad osservare, sentì Jilly e Gabriela pulire in cucina.

      Poi, qualcuno le strinse la mano. Si voltò e vide April, che la guardava con preoccupazione.

      “Stai BENE, mamma?”

      Riley riusciva a malapena a credere che fosse April a mostrare compassione al momento. Dopotutto, Liam era il suo ragazzo quando si era trasferito da loro. Ma la loro relazione era stata messa in pausa da allora. Dovevano essere “hermanos solamente” come aveva detto Gabriela: fratello e sorella soltanto.

      April aveva gestito il cambiamento con grazia e maturità.

      “Sto BENE” Riley rispose. “ E tu?”

      April sbatté leggermente le palpebre, ma sembrava in grado di controllare perfettamente le proprie emozioni.

      “Sto bene” rispose.

      Riley ricordò qualcosa che April aveva pianificato di fare con Liam alla fine dell’anno scolastico.

      Lei disse: “Hai ancora intenzione di andare a quel campeggio estivo per gli scacchi?”

      April scosse la testa.

      “Senza Liam, non sarebbe lo stesso.”

      “Capisco” Riley rispose.

      April strinse un po’ più forte la mano della mamma, e disse: “Abbiamo fatto davvero una buona cosa, non è vero? Voglio dire, aiutare Liam.”

      “Senz’altro” Riley rispose, stringendo anch’essa la mano della figlia.

      Poi, restò a guardare sua figlia per un momento. Sembrava così incredibilmente adulta in quel momento, e Riley si sentì davvero orgogliosa di lei.

      Naturalmente, come tutte le madri, si preoccupava per il futuro di April.

      Recentemente, si era preoccupata in maniera particolare, quando April le aveva annunciato la sua intenzione di voler diventare agente dell’FBI.

      Era quello il tipo di vita che Riley voleva per sua figlia?

      Ricordò ancora una volta a se stessa …

      Ciò che voglio io non conta.

      Il suo compito come madre consisteva nel fare tutto ciò che poteva per realizzare i sogni di sua figlia.

      April stava cominciando a sembrare un po’ ansiosa sotto l’intenso e amorevole sguardo materno,

      “Um, qualcosa non va, mamma?” la ragazza domandò.

      Riley si limitò a sorridere. Aveva aspettato il momento giusto per parlare di qualcosa di speciale con April. E, se quello non era il momento giusto, non riusciva ad immaginare quale potesse essere.

      “Andiamo di sopra” Riley disse ad April. “Ho una sorpresa per te.”

      CAPITOLO DUE

      Mentre Riley accompagnava April al piano superiore, si domandò se avesse davvero preso la giusta decisione. Ma sentiva l’eccitazione della figlia in merito alla natura della “sorpresa”.

      Pensava che April sembrasse anche un po’ nervosa.

      Non più nervosa di me, Riley comprese. Ma non avrebbe potuto essere diversamente.

      Entrarono entrambe nella camera da letto di Riley.

      Un’occhiata all’espressione sul volto della figlia convinse Riley a non fornire alcuna spiegazione anticipata. Andò allora al suo armadio, dove una piccola cassetta di sicurezza, nuova fiammante, era poggiata su una mensola. Digitò dei numeri nella tastiera, poi estrasse qualcosa e lo depose sul letto.

      April sgranò gli occhi dinnanzi a quello che vide.

      “Una pistola!” esclamò. “E’ …?”

      “Tua” Riley disse. “Beh, legalmente è ancora mia. La legge della Virginia dice che non puoi possedere una pistola fino al compimento dei diciotto anni. Ma puoi imparare con questa, fino ad allora. Lavoreremo insieme lentamente, ma se impari a impugnarla bene, allora sarà tua.”

      La bocca di April era spalancata.

      “La vuoi?” Riley chiese.

      April non sembrava sapere che cosa dire.

      Era un errore? Riley si chiese. Forse April non si sentiva ancora pronta per questo.

      Riley disse: “Hai detto che intendi diventare agente dell’FBI.”

      April annuì con impazienza.

      Riley disse: “Perciò, ho pensato che fosse una buona idea cominciare con un po’ di addestramento con le armi. Che ne dici?”

      “Sì, oh sì” April esclamò. “Questo è magnifico. Davvero, davvero incredibile. Grazie, mamma. Sono un po’ frastornata. Davvero non me lo aspettavo.”

      “Neanch’io” Riley disse. “Voglio dire, non mi aspettavo di fare nulla del genere a questo punto. Possedere una pistola è un’enorme responsabilità, e in realtà molti adulti non riescono a gestirla.”

      Riley estrasse

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