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in grande allerta, cercando fra le rive segni di pericolo. Dopo una curva mi volto a sinistra e vedo, sopra una collinetta, le rovine di un’antica fortificazione bombardata. Rimango sconvolta non appena mi rendo conto di che cos’era.

      “West Point” dice Logan. Deve averlo capito nello stesso istante mio.

      È sconcertante vedere il baluardo della potenza americana ridotto a un cumulo di macerie, col pennone storto che penzola moscio sull’Hudson. Non è rimasto quasi nulla di ciò che c’era prima.

      “Cos’è quello?” domanda Bree battendo i denti. Lei e Rose sono adesso davanti, accanto a me, e Bree guarda dove guardo io. Non ho voglia di dirglielo.

      “Non è niente, tesoro” le rispondo. “Solo macerie”.

      Le metto il braccio attorno e me la tiro vicino, allungando l’altro braccio verso Rose e avvicinando anche lei. Provo a riscaldarle, sfregandogli le spalle meglio che posso.

      “Quando andiamo a casa?” domanda Rose.

      Logan ed io ci scambiamo un’occhiata. Non ho idea di come rispondere.

      “Non stiamo andando a casa” dico a Rose nella maniera più dolce possibile, “ma ne stiamo cercando una nuova”.

      “Passeremo dalla nostra vecchia casa?” domanda Bree.

      Indugio. “Sì” le dico.

      “Ma non stiamo tornando lì, giusto?” domanda.

      “Giusto” rispondo. “È troppo pericoloso vivere là adesso”.

      “Non voglio tornare a vivere là” dice. “Odiavo quel posto. Ma non possiamo lasciare Sasha là. Ci fermeremo per seppellirla? L’hai promesso”.

      Ripenso alla discussione con Logan.

      “Hai ragione” dico con tranquillità. “L’ho promesso. E sì, ci fermeremo”.

      Logan si volta dall’altra parte, palesemente seccato.

      “E poi?” domanda Rose. “Poi dove andiamo?”.

      “Continueremo a risalire il fiume” spiego. “Fin dove ci porterà”.

      “Dove finisce?” domanda.

      È una buona domanda, e voglio pensare che ha un significato ancora più profondo. Quando e dove finirà tutto questo? Con le nostre morti? O con noi che sopravviviamo? Finirà davvero? Si intravede una qualche fine?

      Non ho risposte.

      Mi volto, mi metto in ginocchio e la guardo negli occhi. Devo darle speranza. Un motivo per vivere.

      “Finisce in un posto bellissimo” le dico. “Là dove stiamo andando è tutto bello e buono. Le strade sono così pulite che luccicano, e tutto è perfetto e sicuro. Ci saranno delle persone, persone amiche, che ci porteranno con loro e ci proteggeranno. Ci sarà anche cibo, cibo vero, in enormi quantità, sempre. Sarà il più bel posto che hai mai visto”.

      Rose spalanca gli occhi.

      “È tutto vero?” domanda.

      Annuisco. Lentamente si lascia andare a un sorriso.

      “Quanto ci vuole ancora per arrivare là?”

      Sorrido. “Non lo so tesoro”.

      Bree però è più cinica di Rose.

      “Sei sicura che è vero?” domanda delicatamente. “Esiste davvero un posto così?”.

      “Sì” le rispondo, col tono più convincente che ho. “Non è vero, Logan?”.

      Logan ci guarda, annuisce e si rigira. Dopo tutto è lui quello che crede al Canada, alla terra promessa. Come potrebbe rinnegarlo adesso?

      L’Hudson continua a curvare, facendosi più stretto, per poi allargarsi nuovamente. Alla fine raggiungiamo una zona familiare. Superiamo posti che riconosco, e ci avviciniamo sempre più a casa di papà.

      Giriamo ancora e vedo una piccola isola disabitata, una specie di grosso scoglio che affiora dall’acqua. Sopra vi sono i resti di un faro, con la luce rotta da tempo e la struttura ridotta a poco più di uno scheletro.

      Giriamo ancora e scorgo in lontananza il ponte su cui sono stata pochi giorni fa, mentre inseguivo i mercanti di schiavi. In mezzo al ponte vedo la parte centrale saltata via, il buco enorme, come se una palla demolitrice fosse passata nel mezzo. Con la mente torno indietro a quando io e Ben correndo in moto stavamo per scivolarci dentro. Non ci posso credere. Siamo quasi sul punto.

      Mi fa pensare a Ben, a come mi ha salvato la vita quel giorno. Mi volto a guardarlo. Sta fissando l’acqua imbronciato.

      “Ben?” domando.

      Si gira e mi guarda.

      “Ti ricordi questo ponte?”.

      Si gira a guardare, e vedo la paura nei suoi occhi. Si ricorda.

      Bree mi dà una piccola gomitata. “Posso dare un po’ del mio biscotto al cane?” domanda.

      “E io?” fa eco Rose.

      “Certo che potete” dico ad alta voce, in modo da farlo sentire a Logan. Non c’è solo lui a prendere le decisioni, e possiamo fare quello che vogliamo con il nostro cibo.

      La cagnetta, che sta sul grembo di Rose, si tira su, come se capisse. Incredibile. Mai visto un animale tanto intelligente.

      Bree si china per darle un pezzo del suo biscotto, ma le blocco la mano.

      “Aspetta” le dico. “Se le vuoi dare da mangiare, dovrebbe avere un nome, non credi?”.

      “Ma non ha collare” dice Rose. “Potrebbe avere qualsiasi nome”.

      “Ora è il tuo cane” affermo. “Dalle un nome nuovo”.

      Rose e Bree si scambiano un’occhiata euforica.

      “Come la chiamiamo?” domanda Bree.

      “Che ne dici di Penelope?” dice Rose.

      “Penelope!” urla Bree. “Mi piace”.

      “Anche a me piace” dico.

      “Penelope!” urla Rose al cane.

      Incredibilmente, il cane si volta verso di lei come se quello fosse sempre stato il suo nome.

      Bree sorride e le dà un pezzo del biscotto. Penelope glielo sfila dalle mani e lo divora in un boccone solo. Bree e Rose ridacchiano freneticamente, e Rose le dà il resto del biscotto. Prende anche quello, poi le allungo l’ultimo morso del mio. Penelope ci guarda tutt’e tre eccitata e tremolante, poi abbaia tre volte.

      Ridiamo tutte. Per un attimo, mi scordo quasi dei nostri problemi.

      Ma subito dopo, in lontananza, scorgo qualcosa dietro le spalle di Bree.

      “Là” faccio a Logan, alzandomi in piedi e indicando la nostra sinistra. “È lì che dobbiamo andare. Gira là”.

      Scorgo la penisola dove ci siamo spinti in moto io e Ben, sull’Hudson ghiacciato. Ho un sussulto soltanto a ripensarci, a ripensare a quell’inseguimento pazzesco. È incredibile che sia ancora viva.

      Logan si controlla le spalle per vedere se qualcuno ci sta seguendo; quindi, controvoglia, rallenta la barca e ci porta su un lato, verso l’insenatura.

      Sto allerta, mi guardo intorno con circospezione mentre raggiungiamo l’insenatura della penisola. Scivoliamo sull’acqua seguendo la svolta verso l’entroterra. Ora siamo davvero vicini alla riva. Superiamo un serbatoio idrico. Proseguiamo e ci ritroviamo subito a scorrere affianco alle rovina di un paese, proprio nel suo centro. Catskill. Ci sono edifici distrutti su tutti i lati: sembra che sia stata sganciata una bomba.

      Stiamo tutti in guardia mentre facciamo lentamente strada verso l’interno, avvicinandoci sempre più all’entroterra, con la riva ormai distante tre metri. Rischiamo un agguato, e senza neanche accorgermene allungo la mano sul fianco, in direzione del coltello. Noto che Logan fa lo stesso.

      Mi volto per controllare Ben, ma è ancora in stato quasi catatonico.

      “Dov’è

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