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prima cosa che vide fu suo figlio Guwayne che galleggiava in mare su una piccola barca.

      Thor provò un’ondata di panico e il cuore iniziò a battergli più velocemente in petto.

      “Guwayne,” disse. “È vero?”

      “In questo preciso istante è perduto in mare,” gli disse. “Ha bisogno di te. Trovarlo sarà una delle imprese più grandiose della tua vita.”

      Mentre Thor guardava Guwayne che si allontanava, provò un’estrema urgenza di andarsene all’istante da quel posto, di correre verso l’oceano.

      “Devo andare da lui! Adesso!”

      Sua madre gli pose una mano rassicurante su un braccio.

      “Vedi cos’altro devi vedere,” gli disse.

      Thor osservò e vide Gwendolyn e il suo popolo: si trovavano accalcati su un’isola rocciosa e si tenevano stretti mentre una barriera di draghi scendeva dal cielo creando il buio su di loro. Vide un’ondata di fuoco, corpi in fiamme, gente che gridava di dolore.

      Il suo cuore batteva freneticamente.

      “Gwendolyn,” gridò. “Devo andare da lei.”

      Sua madre annuì.

      “Ha bisogno di te, Thorgrin. Hanno tutti bisogno di te e hanno anche bisogno di una nuova casa.”

      Mentre continuava a guardare, Thor vide il panorama trasformarsi e gli apparve davanti agli occhi l’Anello completamente devastato, un paesaggio oscuro e il milione di uomini di Romolo che ne ricoprivano ogni centimetro.

      “L’Anello,” disse inorridito. “Non esiste più.”

      Thor provava l’ardente desiderio di scappare da lì e andare a salvarli tutti in quel preciso istante.

      Sua madre allungò una mano e chiuse le vetrate, poi lui si voltò a guardarla.

      “Quelle sono solo alcune delle imprese che hai davanti,” gli disse. “Tuo figlio ha bisogno di te; Gwendolyn ha bisogno di te, il tuo popolo ha bisogno di te. E oltre a tutto dovrai prepararti al giorno in cui diventerai re.”

      Thor sgranò gli occhi.

      “Io? Re?”

      Sua madre annuì.

      “È il tuo destino, Thorgrin. Tu sei l’ultima speranza. Sei tu che dovrai diventare re dei druidi.”

      “Re dei druidi?” chiese lui cercando di capire. “Ma… non capisco. Pensavo di trovarmi nella Terra dei Druidi.”

      “I druidi non vivono più qui,” gli spiegò sua madre. “Siamo una nazione in esilio. Ora vivono in un regno lontano, all’estremità dell’Impero, e sono in grave pericolo. Sei destinato a diventare il loro re. Loro hanno bisogno di te e tu hai bisogno di loro. Complessivamente il tuo potere sarà necessario per sconfiggere un potere tanto grande da essere sconosciuto persino a noi. Una minaccia molto più grande dei draghi.”

      Thor la guardava pensieroso.

      “Sono così confuso, madre,” ammise.

      “Perché il tuo allenamento è ancora incompleto. Hai fatto passi da gigante, ma non hai ancora iniziato neppure a raggiungere i livelli di cui avrai bisogno per diventare un grande guerriero. Non hai neanche ancora visto il guerriero che diverrai.

      “E avrai bisogno di tutto il loro allenamento,” continuò. “Affronterai imperi mostruosi, regni più grandi che mai. Incontrerai tiranni selvaggi confronto ai quali Andronico ti sembrerà una nullità.”

      Sua madre lo osservò, gli occhi colmi di consapevolezza e compassione.

      “La vita è sempre più grande di quanto immagini, Thorgrin,” continuò. “Sempre più grande. L’Anello ai tuoi occhi è un grande regno, il centro del mondo. Ma si tratta invece di un piccolo regno se paragonato al resto del mondo. Non è che un puntolino nell’Impero. Ci sono mondi, Thorgrin, che vanno oltre ciò che puoi immaginare, più grandi di quanto tu abbia mai visto. Non hai neppure iniziato a vivere, ancora.” Fece una pausa. “Avrai bisogno di questo.”

      Thor abbassò lo sguardo sentendo qualcosa attorno al suo polso e vide che sua madre stava stringendo un bracciale spesso diversi centimetri che gli copriva tutto il polso. Era di oro luccicante con un unico diamante al centro. Era l’oggetto più bello e potente che avesse mai visto e mentre lo teneva al polso sentiva il suo potere che gli scorreva dentro, pulsando.

      “Fino a che indosserai questo,” gli disse, “nessun uomo nato da donna potrà farti del male.”

      Thor la guardò e nella sua mente si susseguirono le immagini che aveva scorto oltre quelle vetrate di cristallo. Provò l’urgente necessità di andare di Guwayne, di salvare Gwendolyn, di salvare il suo popolo.

      Ma una parte di lui non voleva andarsene. Quello era il posto dei suoi sogni e lui non avrebbe potuto farvi ritorno mai più. Non voleva lasciare sua madre.

      Osservò il braccialetto, sentendosi pervadere dal suo potere. Era come portare in sé un pezzo di sua madre.

      “È per questo che dovevamo incontrarci?” le chiese Thor. “Così che potessi darmi questo?”

      Lei annuì.

      “E cosa più importante,” disse, “perché potessi darti il mio amore. In quanto guerriero devi imparare ad odiare. Ma è ugualmente importante imparare ad amare. L’amore è la forza più importante fra le due. L’odio può uccidere un uomo, ma l’amore può sollevarlo, e c’è più potere nel guarire che nell’uccidere. Devi conoscere l’odio ma devi conoscere anche l’amore, e soprattutto devi sapere quando scegliere l’uno piuttosto che l’altro. Devi imparare non solo ad amare ma, cosa più importante, a concederti di ricevere l’amore. Proprio come abbiamo bisogno di mangiare, abbiamo anche bisogno dell’amore. Devi sapere quanto ti amo. Quanto ti accetto. Quanto sono orgogliosa di te. Devi sapere che sono sempre con te. E devi sapere che ci incontreremo di nuovo. Nel frattempo permetti al mio amore di sostenerti. E, cosa più importante, permetti a te stesso di amarti e accettarti.”

      La madre di Thor fece un passo avanti e lo abbracciò. Lui ricambiò l’abbraccio. Si stava così bene stretti a lei, sapere che aveva una madre, una madre vera che esisteva sul serio. Mentre la abbracciava si sentiva riempire di amore e si sentiva sorretto, rinato, pronto ad affrontare qualsiasi cosa.

      Thor si ritrasse le la guardò negli occhi. Erano i suoi stessi occhi, grigi e luccicanti.

      Lei gli pose entrambe le mani sulla testa, si chinò in avanti e gli baciò la fronte. Thor chiuse gli occhi e desiderò che quel momento non finisse mai.

      Poi sentì un’improvvisa brezza fredda sulle braccia, sentì il rumore delle onde che si infrangevano, percepì l’umidità dell’oceano. Aprì gli occhi e si guardò attorno sorpreso.

      Sua madre era sparita. Il castello era sparito. La scogliera era sparita. Guardò ovunque e vide che si trovava su una spiaggia, la spiaggia scarlatta che si trovava all’ingresso della Terra dei Druidi. In qualche modo era uscito. Ed era solo.

      Sua madre era svanita.

      Thor si guardò il polso e fissò il suo nuovo bracciale dorato con il diamante nero al centro e si sentì trasformato. Sentiva che sua madre era con lui, sentiva il suo amore, si sentiva capace di conquistare il mondo. Si sentiva più forte che mai. Si sentiva pronto ad andare in battaglia contro qualsiasi nemico, per salvare sua moglie e suo figlio.

      Udendo un mugolio Thor si voltò e fu felice di vedere Micople poco distante da lui che apriva lentamente le grandi ali. Faceva le fusa e camminava verso di lui. Thor sentiva che anche lei era pronta.

      Mentre gli si avvicinava, Thor abbassò lo sguardo e fu scioccato nel vedere qualcosa sulla spiaggia, qualcosa che era stato nascosto sotto Micople. Era grande e rotondo. Thor guardò meglio e vide che era un uovo.

      Un uovo di drago.

      Micople guardò Thor e Thor ricambiò lo sguardo, scioccato. Micople si voltò a guardare tristemente l’uovo, come se non volesse lasciarlo ma sapendo che doveva. Thor guardava l’uovo

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