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Trovata . Морган Райс
Читать онлайн.Название Trovata
Год выпуска 0
isbn 9781632912411
Автор произведения Морган Райс
Серия Appunti di un Vampiro
Издательство Lukeman Literary Management Ltd
Sentì Ruth strofinarsi contro la sua gamba, e s'inginocchiò, baciandole la testa ed abbracciandola. Ruth guaì nel suo orecchio, leccandola. Almeno aveva Ruth, che era per lei come una sorella: Scarlet era felice del fatto che fosse tornata indietro nel tempo con lei e le era grata per averla protetta da quell'uomo. Non c'era nessuno che lei amasse di più.
Appena Scarlet ripensò a quel soldato, al loro incontro, si rese conto che i suoi poteri dovevano essere cresciuti più di quanto avesse supposto. Non riusciva a comprendere come lei, una ragazzina, potesse averlo sopraffatto. In qualche modo, sentiva che stava cambiando, o era già cambiata, diventando qualcosa che non era mai stata. Ricordò la Scozia, quando la mamma glielo aveva spiegato. Ma ancora non era riuscita a comprendere bene.
Sperava che tutto sarebbe sparito semplicemente. Voleva soltanto essere normale, voleva che tutto fosse normale, per tornare a com'erano. Voleva solo la sua mamma e il suo papà; voleva chiudere gli occhi e tornare in Scozia, in quel castello, con Sam, Polly ed Aiden. Voleva tornare alla loro cerimonia nuziale; voleva che tutto fosse giusto al mondo.
Ma poi riaprì gli occhi ed era ancora lì, tutta sola con Ruth in quella strana città, in quell'epoca strana. Non conosceva proprio nessuno. Nessuno sembrava amichevole. E non aveva alcuna idea di dove andare.
Alla fine, Scarlet non resistette più a stare ferma lì. Doveva muoversi. Non poteva nascondersi ad attendere per sempre. Ovunque fossero i suoi genitori, pensò, erano lì da qualche parte. Iniziò a sentire il morso della fame; Ruth guaiva, certamente anche lei era affamata. Doveva essere coraggiosa, si disse. Doveva uscire là fuori e provare a trovare i suoi genitori – e intanto doveva fare in modo di procurare da mangiare per entrambe.
Scarlet entrò in un vicolo affollato, facendo attenzione ai soldati; ne vide alcuni gruppi in lontananza pattugliare le strade, ma non sembrava che stessero cercando lei in maniera specifica.
Scarlet e Ruth si fecero largo in mezzo alla massa di persone, sballottate a destra e sinistra mentre percorrevano quei vicoli tortuosi. Era così affollato lì, le persone andavano e venivano in ogni direzione. Passò davanti a mercanti con carretti di legno, che vendevano frutta e verdura, pagnotte di pane, bottiglie di olio d'oliva e vino. Erano posizionati vicini tra loro in quei vicoli stretti e gridavano per accaparrarsi i clienti. Ovunque i passanti mercanteggiavano con loro.
Come se la folla non fosse abbastanza, le strade erano anche invase da animali – cammelli, scimmie, pecore e ogni sorta di bestiame – guidati dai loro proprietari. In mezzo ad essi, correvano liberi galline, galli e cani. Puzzavano terribilmente, e rendevano il già rumoroso mercato persino più rumoroso, con i loro costanti ragliare, belare e abbaiare.
Scarlet poté sentire la fame di Ruth crescere alla sola vista di quegli animali, e s'inginocchiò e l'afferrò per il collo, tenendola indietro.
“No Ruth!” Scarlet disse fermamente.
Ruth obbedì con riluttanza. Scarlet si sentiva male, ma non voleva che Ruth uccidesse quegli animali, causando un'enorme confusione nella folla.
“Ti troverò del cibo, Ruth,” Scarlet disse. “Te lo prometto.”
Ruth guaì in segno di risposta, e anche Scarlet sentì il morso della fame.
Scarlet si affrettò a lasciarsi alle spalle quegli animali, portando Ruth verso altri vicoli, girando a destra e a sinistra, passando davanti a venditori e lungo altri vicoli. Sembrava che quel labirinto non finisse mai, e Scarlet riusciva a malapena a vedere il cielo.
Finalmente, Scarlet trovò un venditore con un'enorme fetta di carne arrostita. Ne sentiva l'odore persino da lontano: le penetrava ogni poro; guardò in basso e vide Ruth che lo guardava, leccandosi le labbra. Si fermò davanti ad essa, fissandola come ipnotizzata.
“Vuoi comprarne un pezzo?” il venditore, un grosso uomo con un grembiule ricoperto di sangue, chiese.
Scarlet ne desiderava un pezzo più di ogni altra cosa. Ma quando si mise le mani in tasca, si accorse di non avere alcuna moneta. Si toccò il braccio e sentì il suo braccialetto, e l'impulso di privarsene e venderlo all'uomo, per acquistare qualcosa da mangiare, fu fortissimo.
Ma s'impose di non farlo. Sentiva che era importante, perciò sfruttò tutta la forza di volontà di cui era capace per fermarsi.
Invece, lei scosse lentamente e tristemente la sua testa in segno di risposta. Afferrò Ruth e la condusse lontano dall'uomo. Poteva sentire la lupa guaire e protestare, ma non avevano altra scelta.
Proseguirono, e finalmente, il labirinto si aprì in una piazza aperta, luminosa e soleggiata. Scarlet fu stupita nel rivedere il cielo aperto. Venendo fuori da tutti quei vicoli, la piazza le parve la più grande che avesse mai visto, con migliaia di persone che camminavano al suo interno, in tutte le direzioni. Al centro si trovava una fontana di pietra, e a delimitare la piazza s'innalzava altissima un'immensa parete in pietra. Ogni pietra era molto spessa, dieci volte la sua dimensione. Appoggiate a quella parete c'erano centinaia di persone, che si lamentavano e pregavano. Scarlet non aveva idea del motivo, ma comprese di essere al centro della città ed avvertì che quello era un luogo molto sacro.
“Hei tu!” giunse una voce maligna.
Scarlet sentì i peli del collo sollevarsi, e si voltò lentamente.
Vide un gruppo composto da cinque ragazzi, seduti in cima ad una roccia, che la guardavano intensamente. Erano sudici dalla testa ai piedi, vestiti di stracci. Erano adolescenti, di forse 15 anni, e lei poté scorgere la grettezza sui loro volti. Comprese subito che non aspettavano altro se non creare guai, e che l'avevano appena scelta quale loro prossima vittima; del resto, sembrava naturale, dato che era da solo.
Tra di loro c'era un cane selvatico, enorme, che sembrava quasi rabbioso; ed era due volte la stazza di Ruth.
“Che cosa ci fai qui tutta sola?” il leader dei ragazzi chiese prendendosi gioco di lei, scatenando la risata degli altri quattro. Era muscoloso e dall'aspetto stupido, con labbra grandi e una cicatrice sulla fronte.
Non appena lei li guardò, Scarlet sentì una nuova sensazione sopraffarla, quale non aveva mai sperimentato prima: era un acuito senso di intuizione. Non sapeva che cosa stesse accadendo, ma, improvvisamente, fu in grado di leggere chiaramente le loro menti, sentendo le loro sensazioni, conoscendo le loro intenzioni. Sentì immediatamente, chiaro come il giorno, che volevano crearle dei problemi. Sapeva che volevano farle del male.
Ruth ringhiò accanto a lei. Scarlet intuì che uno scontro più violento stava per esplodere —il che era esattamente ciò che lei intendeva evitare.
Si abbassò e cominciò a spingere via Ruth.
“Vieni Ruth,” Scarlet disse, volontandosi per andar via.
“Hei ragazza, sto parlando con te!” gridò il ragazzo.
Mentre si allontanava, Scarlet si voltò e vide i cinque saltar giù dalla roccia, e cominciare a seguirla.
Scarlet iniziò a correre, tornando nei vicoli, con l'intenzione di distanziarsi quanto più possibile dai ragazzi. Ripensò al confronto con il soldato romano, e, per un istante, si chiese se dovesse fermarsi e provare a difendersi.
Ma non voleva combattere. Non voleva far del male a nessuno. Nè correre rischi inutili. Intendeva soltanto trovare la sua mamma e il suo papà.
Scarlet s'incamminò lungo un vicolo privo di persone. Guardò dietro di sé e vide il gruppo di ragazzi rincorrerla. Non erano molto distanti, e acceleravano sempre di più. Erano fin troppo veloci. Il cane correva tra di loro, e Scarlet vide che, nell'arco di pochi istanti, l'avrebbero raggiunta. Lei doveva fare del suo meglio per seminarli.
Scarlet svoltò dietro un ennesimo angolo, sperando di trovare una via d'uscita. Ma, immediatamente, il cuore le si fermò.
Era un vicolo cieco.
Scarlet