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I Puritani di Scozia, vol. 1. Вальтер Скотт
Читать онлайн.Название I Puritani di Scozia, vol. 1
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Автор произведения Вальтер Скотт
Жанр Зарубежная классика
Издательство Public Domain
Il seriffo della contea di Lanark avea convocata la gente del distretto di Clydesdale per la mattina de' cinque maggio 1679. Teneasi l'adunata in una grande pianura presso una piccola città, il cui nome non è gran fatto essenziale nella nostra storia. Com'è da credersi, le signore dei dintorni si fecero sollecite di assistere a tal cerimonia, tranne quelle, che schiave delle rigide puritane leggi, avrebbero temuto macchiare d'un delitto la propria coscienza, partecipando ai delitti de' figli di Belial. Non si conoscevano allora nè i birocci, nè i calessi, nè tutte quelle diverse maniere di cocchi che il lusso ha inventati dappoi. Il lord luogotenente soltanto veniva trasportato entro di una carrozza, la cui pesante armatura non mal somigliava alle vecchie e cattive stampe dell'arca di Noè. Otto grossi cavalli fiamminghi si spossavano nel trarre questo greve carro trionfale carico di diciotto persone. Nell'interna parte di esso stavano il duca e la sposa del medesimo e i due loro figli, tenendo i lati delle portiere lo scudiere ed il cappellano. Tre postiglioni coperti di parrucche a tre code, armati di sciable e di pistole, e d'un moschettone attaccato alla sella, guidavano i cavalli, mentre ne tenea da stare in cassetta le briglie un cocchiere vestito alla foggia stessa de' postiglioni; nella parte posteriore di questa casa ambulante vedeansi in piedi e in triplice schiera sei servitori in livrea, armati eglino pure perfino ai denti. Le altre persone di riguardo, uomini e donne, giovani e vecchi stavano a cavallo, ognun seguìto da' suoi servi e dai suoi vassalli. Scelto era anzichè numeroso un tale corteggio, e il leggitore ne conosce già la cagione.
Veniva immediatamente dopo la carrozza, di cui ci siamo studiati presentare l'abbozzo, lady Margherita Bellenden, che pretendea la mano su di tutta la nobiltà invitata a tale spettacolo. Ella vestia stretto lutto, che non dimise mai sin d'allora che il marito di lei fu qual partigiano reale condannato e decollato sotto il protettorato di Cromwell.
Pronipote di questa matrona, e primo scopo a lei di tenerissimo affetto miss Editta, soprannominata Editta dalle belle chiome, era da tutti riguardata siccome la più avvenente fra le persone del suo sesso in quella contea. Montata sopra un picciolo cavallo di Spagna, che conducea con indicibile grazia e leggiadria, sembrava a canto dell'ava, la primavera posta in vicinanza del verno. Dolcezza spiravano que' lineamenti, ma vi si scorgeva nel tempo medesimo una tale vivacità, che la preservava da quella specie di stupidezza, taccia solita a darsi alle donne fornite di bionde chiome e d'occhi azzurrini; laonde i vezzi di questa giovinetta attraevano maggiormente gli sguardi che non l'eleganza delle vesti e la preziosità delle gemme di cui paravasi.
Due soli servi a cavallo seguivano queste due dame, corteggio a quanto parea di gran lunga inferiore al lor grado e alla loro nascita. Ma gli è da sapersi che la buona lady Margherita avea dovuto impiegare diversamente le altre persone di sua famiglia, per essersi trovata nell'impossibilità di compiere esattamente il contingente d'armigeri ch'ella dovea fornire a quella rassegna. Per nessuna cosa al mondo ella non avrebbe voluto mancare ai suoi obblighi a tale proposito, e quindi trasformò i propri servi in militari. Il suo vecchio intendente che dalla testa ai piedi armato di tutto punto, conduceva la truppa della feudataria, avea, proprie espressioni di lui, sudato sangue e acqua, per indurre alcuni vassalli a comparire alla rassegna, ma non vi riuscì. Le minacce non ebbero effetto migliore delle parole. Che far doveva in tal circostanza? Egli potea, per vero dire, denunziarli al consiglio privato, che avrebbe gittata un'ammenda su i refrattari, e messo presidio in lor casa per costringerli a pagarla. Ma ciò sarebbe stato tutt'uno che introdurre cacciatori e cani in un giardino per ammazzarvi una lepre.
»Non son troppo ricchi, diceva Harrison fra se medesimo, e se gli abiti rossi vengono a spogliarli del poco ancor che possedono, come pagheranno le loro onoranze il giorno della Candelaia? – Senza questo di più si fa abbastanza fatica ad ottenerne la riscossione.»
Tai sensate considerazioni furono il motivo, per cui si diede passata alla mala voglia de' recalcitranti; ed Harrison trasse fuori quant'armi e armature occorrevano dall'arsenal del castello per vestirne il coppiere, il falconiere, i servi a piedi, il giardiniere, e reclutando in oltre due o tre bracchieri compiè in tal guisa il contingente che spettava a lady Bellenden, qual proprietaria della baronia di Tillietudlem.
Ma accadde in oltre, che in quella mattina medesima, prima di partire dal castello della baronessa, e stando Harrison a passare in rassegna la sua truppa dinanzi alla porta della torre, gli si fe' incontro Mausa, madre di Cuddy, il giardiniere, donna, la cui testa era invasa dalle massime le più ardentemente fanatiche dei Puritani. Or dunque costei che tenea in mano l'armatura mandatale, perchè la consegnasse al suo figlio, dall'intendente, la gittò sprezzatamente a' piedi del medesimo, soggiugnendo: »Il mio Cuddy, sicuramente per un castigo del Signore che disapprova un tal genere d'adunanze, è stato preso questa notte da gagliardissima febbre, nè gli è possibile abbandonare il suo letto.» Ben si praticò una visita entro la casa della giardiniera, ma Cuddy, a quanto appariva, non era in istato di rispondere a nessuna interrogazione, nè a trargli una parola di bocca valevano o le minacce o le preghiere.
Un vecchio cantiniere, che era nel novero di questa truppa di prodi, e avea militato sotto sir Riccardo Bellenden, trovò tosto un felice espediente; »Perchè non prendere Gibby? sclamò egli: sotto Montrose ho veduto combattere tai soldati che non valevan Gibby.»
Era Gibby un povero giovinotto, piccolo di statura come di spirito, incaricato di guardare la polleria del cortile, sotto gli ordini d'una vecchia, che n'era la sopraintendente. Iti a cercarlo in un campo ove stava dietro alle oche, gli addossarono tosto una sarcotta d'acciaio, della quale appena potea sopportare il peso: cacciò le sue corte gambe entro due enormi stivaloni; l'elmo gli copriva pressochè sino al mento la testa; e gli fu attaccata al fianco una grande sciabola, se non è meglio detto ch'ei fu attaccato alla sciabola. In tale acconciatura, il cantiniere Gudyil lo mise di peso sul più mansueto fra i cavalli che gli riuscì di trovare, cavalcatura che Gibby sperimentava per la prima volta in sua vita. Pur passò il suo torno di rassegna al pari degli altri, perchè, gli è anche da dirsi, il seriffo non credette doverla guardare tanto per il sottile nell'ispezione del contingente, fornito da una dama sì affezionata alla parte reale, come lo era lady Bellenden.
Tale si è la cagione che costrinse questa matrona a mostrarsi in pubblico col corteggio sol di due servi, cosa di cui avrebbe arrossito in qualunque altra circostanza; ma non eravi sagrifizio, compreso quello del suo amor proprio, al quale non si fosse ella prestata di buon grado per la causa della monarchia. Gli è vero ch'ella avea perduto il marito e due figli nelle guerre civili, cui dieder luogo quelle stagioni malaugorose; ma n'ebbe un compenso lusinghiero oltre ogni dire alla sua vanità. Allor quando Carlo II attraversava il ponente della Scozia per marciare incontro a Cromwell, fermatosi al castello di Tillietudlem, accettò ivi una colezione; avvenimento che formava epoca importante ne' fasti di lady Margherita Bellenden. Quindi accadea ben di rado che trascorresse un sol giorno, senza ch'ella trovasse occasione di citare qualche circostanza della visita, onde fu onorata dal re, e di rimembrare come Sua Maestà si degnò
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Si vedrà in appresso come vi fosse qualche distinzione fra i Puritani ed i Presbiteriani, comunque figli tutti di una medesima setta.