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Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 10. Edward Gibbon
Читать онлайн.Название Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 10
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Автор произведения Edward Gibbon
Жанр Зарубежная классика
Издательство Public Domain
Aspetterà forse il lettore che nel termine della vita di Maometto io mi faccia ad esaminare i suoi errori e le sue virtù, e a decidere se quest'uomo straordinario abbia meritato più il titolo d'entusiasta, o quello d'impostore. Quando avessi vissuto familiarmente col figlio d'Abdallah, difficile sarebbe l'impegno e incerto il successo; ma dopo dodici secoli, mi si presentano confusi i delineamenti di questo Profeta fra i religiosi nugoli di incenso; e se potessi pur un istante ravvisarli, questa incerta rassomiglianza non s'affarebbe ugualmente al solitario del monte Hera, al predicatore della Mecca e al vincitor dell'Arabia. Quest'uomo destinato a divenir l'autore di sì gran rivoluzione, era nato, per quanto pare, con un'inclinazione alla pietà e alla contemplazione: quando pel suo matrimonio fu immune dal bisogno, evitò la strada dell'ambizione e dell'avarizia; visse innocente sino all'età di quarant'anni, e se fosse morto allora non avrebbe avuto alcuna celebrità. L'unità di Dio è un'idea conformissima alla natura e alla ragione; dal solo conversare una volta co' Giudei e co' Cristiani potè apprendere a spregiare e a detestare l'idolatria della Mecca. Era ufficio di uomo e di cittadino pubblicar la dottrina della salute, e togliere dal peccato e dall'orrore la patria. È agevole cosa a concepirsi che uno spirito inteso costantemente e acremente a uno stesso oggetto, potesse convertire un obbligo generale in una mission particolare, e considerare per inspirazioni del cielo gli ardenti concetti della sua immaginazione; che l'ardor del pensiero abbia potuto condurlo ad una specie di estasi e di visione, e che abbia poi rappresentato le sue sensazioni interne, e la sua guida invisibile sotto la forma e gli attributi d'un angelo di Dio172. Pericoloso e lubrico è il passo dal fanatismo all'impostura. Il Demone di Socrate173 ci mostra abbastanza sino a qual segno possa un saggio illudere sè medesimo, come illudere gli altri un uom virtuoso, in qual modo addormentarsi la coscienza fra l'illusion personale e la frode volontaria. La carità ci farebbe persuasi che dapprima fosse animato Maometto da' motivi più puri d'una benevolenza naturale; ma l'appostolo che non è un Dio, è tale da non amare increduli ostinati nel ributtare le sue pretensioni, nel dispregiarne gli argomenti, nel perseguitare la sua vita. Se Maometto perdonò qualche volta a' suoi avversari personali, credea senz'altro lecito a sè di detestare i nemici di Dio; allora passioni inflessibili d'orgoglio e di vendetta gli entrarono in cuore, e, simile al Profeta di Ninive,174 fece voti per la distruzione de' ribelli che avea condannati. Per l'ingiustizia usatagli dalla Mecca, e per l'elezione che fece Medina, il semplice cittadino fu trasformato in principe, e l'umile predicatore in generale d'esercito. Ma sacra era la sua spada per l'esempio de' Santi, e quel Dio che punisce un Mondo peccatore colla peste e co' tremuoti, poteva adoperare il valor de' suoi servi per convertire e castigare alcuni uomini. Nell'esercitare il governo politico fu obbligato a mitigare l'inflessibile severità del fanatismo, a cedere in qualche parte a' pregiudizi e alle passioni de' Settari di quello, e di valersi degli stessi vizi del genere umano per la salute di esso. Soventi volte la menzogna e la perfidia, la crudeltà e l'ingiustizia servirono a propagare la fede, e Maometto ordinò o approvò l'assassinio de' Giudei, e degl'idolatri fuggiti dal campo di battaglia. Cotali atti ripetuti dovettero depravarne l'indole a poco a poco, e la pratica di alcune virtù personali e sociali, necessarie a mantenere la riputazione di Profeta nella sua Setta, e fra i suoi amici, furono debole compenso agli effetti funesti di quelle abitudini perniciose. L'ambizione fu la passion dominante degli ultimi suoi anni, e potrebbe un politico sospettare che dopo le vittorie ridesse l'impostore nel suo secreto del fanatismo della sua gioventù, e della credulità de' suoi proseliti175. In vece un filosofo osserverà che il buon esito, e l'altrui sciocchezza rafforzar dovevano in lui l'idea d'una mission divina, che i suoi interessi erano inseparabilmente collegati colla sua religione, e che potea liberarsi da' rimproveri della coscienza, persuadendo a sè stesso, che la Divinità dispensava lui solo dalle leggi positive e morali. Solo che se gli supponga un resto di rettitudine naturale, ponno considerarsi i suoi delitti quasi una testimonianza della sua buona fede. Le arti della menzogna e della soperchieria parranno men colpevoli quando s'impiegano al trionfo della verità, e avrebbe avuto orrore a valersi di siffatti istrumenti, se non fosse stato certo che rilevanti e giusti erano i disegni pe' quali ne usava. Si può per altro anche in un conquistatore e in un sacerdote trovare una parola, un'azione di vera umanità; e quel decreto, che nella vendita de' prigionieri vietò il separare le madri da' figli, può sospendere e raddolcire la censura dello storico176.
Maometto avea il buon senso di non curare la pompa e la dignità regia177: l'appostolo di Dio s'abbassava alle occupazioni più oscure della vita domestica: accendeva il foco, scopava la stanza, mugnea le pecore, rattoppava le scarpe, e le vestimenta. Se aveva a schifo le mortificazioni e le virtù di un romito, osservava senza sforzo, come senza vanità, la dieta frugale d'un Arabo e d'un soldato. Nelle grandi occasioni ammetteva i compagni al suo desco che allor s'imbandiva con un'abbondanza rustica ed ospitale; ma abitualmente lasciava passar più settimane senza accendere fuoco in cucina. Confermava coll'esempio la proibizione del vino: calmava la fame con un tozzo di pane d'orzo; gli piaceva assai il latte e il mele, ma per costume si nudriva di datteri e d'acqua. Profumi e donne erano le due sensualità che il suo temperamento esigeva; non erano proibite dalla sua religione, ed egli asseriva che anzi da questi piaceri innocenti pigliava forza il fervore della sua devozione. Pel caldo del clima il sangue degli Arabi è acceso, e gli scrittori antichi notarono la inclinazione di quelli al libertinaggio178. Dalle leggi religiose e civili del Corano ne venne regolata l'incontinenza; furono biasimate le alleanze incestuose, ed una illimitata poligamia fu ristretta a quattro mogli, o concubine; furono statuiti con eque norme i dritti di letto e di stradotale delle mogli; fu disanimata la libertà del divorzio; divenne per esse l'adulterio un delitto capitale, e fu punita con cento vergate la fornicazione d'entrambi i sessi179. Furon questi i precetti dati dal legislatore nella calma della ragione; ma nella vita privata, si abbandonò Maometto senza ritegno alle inclinazioni dell'uomo, e fece abuso de' dritti di Profeta. Una rivelazione speciale lo dispensò dalle leggi, ch'egli aveva al suo popolo imposte; tutte, senza riserva, le donne furono in preda a' suoi desiderii: questa singolare prerogativa fu per altro soggetto d'invidia più che di scandolo, e di venerazione anzi che no pe' Musulmani devoti. Richiamando alla memoria le settecento mogli e le trecento concubine del sapiente Salomone, loderemo la moderazione del Profeta arabo, che sposò
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I Greci e i Latini hanno inventato e divolgato la ridicola fola che da forti calamite sia tenuto sospeso in aria il deposito di Maometto nella volta del tempio della Mecca σημα μετεωριζομενον. (Laonico Calcondile,
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Al-Jannabi enumera (
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Abulfeda (
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Con molta imprudenza s'avvisarono i cristiani di dare a Maometto una colomba domestica, la quale parea che scendesse dal cielo, e gli parlasse all'orecchio: siccome Grozio si fonda su questa supposizione di miracolo (
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Εμοι δε τουτο εσιν εκ παιδος αρξαμενον φωνη τις γιγνομενη η οταν γενηται ασι αποτρεπει με τουτου ό αν μελλπραττειν, προτρεπει δε ουποτου:
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Voltaire, in uno de' tanti suoi scritti, paragona Maometto vecchio ad un Fakir «che si stacca la catena dal collo per darla su le orecchie a' suoi confratelli».
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Gagnier con uguale imparzialità espone questa legge umanissima di Maometto, e gli assassinii di Caab e di Sophian dal Profeta incoraggiati ed approvati.
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Si consulti, su la vita privata di Maometto, il Gagnier e i capitoli correlativi di Abulfeda; su la sua dieta (t. III, p. 285-288); su i suoi figli (p. 189-289); su le sue mogli (p. 290-303); sul suo matrimonio con Zeineb (t. II, p. 152-160); su i suoi amori con Maria (p. 303-309); su la falsa accusa d'Ayesha (pag. 186-199). Per questi ultimi fatti, la pruova men rifiutabile scontrasi nel ventiquattresimo, trentesimoterzo, e sessantesimosesto capitolo del Corano, col commentario del Sale. Il Prideaux (
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Il Sale (