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Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 6. Edward Gibbon
Читать онлайн.Название Storia della decadenza e rovina dell'impero romano, volume 6
Год выпуска 0
isbn
Автор произведения Edward Gibbon
Жанр Зарубежная классика
Издательство Public Domain
296
Vedi il patetico lamento di Girolamo (Tom. V. p. 400) nella sua Prefazione al secondo libro de' comentari sul Profeta Ezecchiello.
297
Orosio fa questo paragone, sebbene con qualche parzialità (lib. II. c. 19. p. 142, l. VII. c. 39. pag. 575); ma nell'istoria della presa di Roma fatta da' Galli tutto è incerto, e forse favoloso. Vedi Beaufort
298
Il Lettore, che brama informarsi delle circostanze di questo famoso fatto, può leggerne un'ammirabile narrazione nell'istoria di Carlo V del Dott. Robertson Vol. II. p. 283, o consultare gli Annali d'Italia del dotto Muratori T. XIV. p. 236-244 dell'ediz. in 8. Se vuole esaminare gli originali, può ricorrere al libro 18 della grande ma non finita storia del Guicciardini. Ma il ragguaglio, che più veramente merita il nome d'autentico ed originale, è un piccolo libro intitolato:
299
Il furioso spirito di Lutero, effetto di temperamento e d'entusiasmo, è stato attaccato con forza (Bossuet,
300
Marcellino (
301
Socrate (lib. VII. c. 10) pretende però che Alarico fuggisse, alla notizia che gli eserciti dell'Impero Orientale erano in piena marcia per attaccarlo.
302
Ausonio,
303
Quarantotto unni prima della fondazione di Roma (circa 800. avanti l'Era Cristiana) i Toscani fabbricarono Capua e Nola, alla distanza di 23. miglia l'una dall'altra; ma l'ultima di queste non uscì mai dallo Stato di mediocrità.
304
Il Tillemont (
305
Vedi le affezionate lettere d'Ausonio (
306
L'umile Paolino una volta ebbe la presunzione di dire ch'egli credeva che San Felice lo amasse; almeno come un padrone ama il suo cagnolino.
307
Vedi Giornandes,
308
Il platano era un albero favorito degli antichi dai quali fu propagato, per causa dell'ombra, dall'Oriente fino alla Gallia. (Plin.,
309
«Il soggiogato mezzodì cede al distruttore i vantati suoi titoli, e gli aurei suoi campi; con truce diletto la stirpe del Settentrione vede un più lucente giorno, ed il Cielo di colore azzurro; odora la nuova fragranza della rosa che s'apre, ed ingoja l'uva pendente a misura che cresce». Vedi i poemi di Gray pubblicati dal Mason p. 197. Invece di compilar tavole di cronologia e d'istoria naturale, perchè non applicò il Gray le forze del suo ingegno a finire quel poema filosofico, di cui ci ha lasciato un saggio così squisito?
310
Quanto alla perfetta descrizione dello stretto di Messina, di Scilla, di Cariddi ec. vedi Cluverio (
311
Giornandes,