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un istante, si sente un primo colpo sulla serratura.)

Barbarello

      (a guisa di un cane ringhioso che non possa abbaiare, si getta a piè della porta e mugola sordamente.)

Il Dottor Finizio

      Ma questo è il mugolìo di Barbarello!..

Sebastiano

      Perdiancine! E com'è che non apre lui?!..

(Giunge un bisbiglio d'allarme contenuto.)(Altri colpi alla serratura.)Barbarello

      (eccitato, si contorce e mugola più rabbiosamente.)

(La porta cede.)Barbarello

      (si drizza e stringe i pugni, opponendosi alla invasione.)

Sebastiano(entra, respingendolo vigorosamente.)

      (È seguíto dal Dottor Finizio e da una piccola folla di contadini poveri, uomini e donne. Sono quasi tutti attempati. Il più vecchio è Remigio, che cammina appoggiandosi a un lungo ramo d'albero sfrondato. Egli porta gli scarsi capelli un po' a zazzera e una barbetta floscia che gli si allunga sulla gola breve. Qualcuno è più evidentemente cencioso. Qualcun altro ha il volto più evidentemente malaticcio. C'è tra essi un cieco che va a tentoni, munito di un bastoncello. Una donna piuttosto giovane reca sulle braccia un bambino.)

      (Entra anche Annita, che tra la piccola folla si distingue per i suoi abiti e per il suo portamento signorili.)

Sebastiano

      (a Barbarello, che non cessa di mugolare e di stringere minacciosamente i pugni) Hai sentito tutto il putiferio che abbiamo fatto e non hai voluto aprire?!.. Dov'è il reverendo? Dov'è? (Infila la porta a sinistra, chiamando:) Fiorenzo!.. Fiorenzo!.. Fiorenzo!..

Il Cieco

      (avanzandosi, urta col bastone nelle gambe di Remigio.)

Remigio

      Queste sono gambe mie, santa Lucia benedetta!

Il Cieco

      Eh, caro amico, se io avessi riavuti i miei occhi come tu hai riavute le tue gambe!..

Sebastiano

      (ritornando più allarmato) C'è da perdere la testa! Quando mai è in giro a quest'ora?!.. E poi, senza avvertirmi? È inverosimile! È inverosimile! (A Barbarello:) Insomma, che è accaduto? È uscito? È crepato? Si è squagliato? Si è volatilizzato?

Barbarello

      (resta nel suo atteggiamento ostile, ma con l'aria di non occuparsi più di quel che accade.)

Sebastiano

      Rispondi, perdiancine!

Il Dottor Finizio

      In fede mia, siete più scemo voi che lui! Pretendete che egli vi risponda, come se non sapeste che solamente Don Fiorenzo riesce a fargli pronunziare qualche parola.

Sebastiano

      (abbassando la voce) Per me, ho sempre sospettato che, se volesse, potrebbe parlare benissimo anche senza il miracolo del santo. La dà a bere allo stesso Fiorenzo per campargli addosso e scansare il lavoro.

Il Dottor Finizio

      Ecco una corbelleria!

Sebastiano

      Ho bell'e capito! Da un certo tempo in qua avete cominciato a crederci anche voi ai miracoli del nostro amico!

Il Dottor Finizio

      Ma che miracoli e miracoli! Si tratta di un semplice fenomeno che non ha nulla di comune col soprannaturale e che, oramai, entra perfettamente nell'orbita della scienza.

Sebastiano

      Sia quello che sia, io, oggi, provvisoriamente, (levando un po' il martello) gli romperei il muso a questo ragazzaccio. Il suo mutismo non mi ha mai irritato come oggi. (Rivolgendosi ai poverelli) Da stamane, nessuno di voi lo ha visto, il reverendo? Nessuno di voi lo ha incontrato per il villaggio?

Il Cieco

      Io non l'ho visto affatto.

Sebastiano

      E volevi vederlo proprio tu che sei orbo?! Che imbecille!

La donna col bimbo

      Nemmeno io l'ho visto.

Remigio

      Nemmeno io.

Annita

      … Io non lo conosco il reverendo; ma, verso le nove, da lontano, ho scorto un prete sulla strada maestra… Non so poi se…

Sebastiano

      Com'era? Grasso? Magro? Lungo? Corto?

Annita

      Era un prete piuttosto grasso…

Sebastiano

      (brusco) E allora la ringrazio tanto! Quello era Don Candido, il parroco. – Don Fiorenzo è magro come un'acciuga. (Rivolgendosi al Dottore) Io vi confesso che sono preoccupatissimo! Vi confesso che sono sui carboni ardenti!

Il Dottor Finizio

      Ma sul serio?!.. Decisamente, la malattia di vostra moglie vi ha scombinate le cellule cerebrali. Ho paura che, tra breve, dovrò curare più voi che lei. Vedete una tragedia in ogni nonnulla, mio caro!

Sebastiano

      In ogni nonnulla?! Lo chiamate un nonnulla, voi?! Don Fiorenzo, all'improvviso, mi scomparisce, e io dovrei infischiarmene? È sempre così buono con me quel tanghero di prete che io gli ho perdonato perfino di essere prete.

Il Dottor Finizio

      (canzonandolo un po') Avete fatto bene. L'indulgenza non è mai troppa!

Sebastiano

      E se lo perdo, me lo impastate voi un altro come lui?

Il Dottor Finizio

      Adesso poco ci manca che non lo piangiate addirittura per morto!

Sebastiano

      Le disgrazie ci sono per tutti.

Il Dottor Finizio

      Ma, santodio, su questa montagnella Don Fiorenzo è adorato come un nume: vi pare che, se davvero qualche disgrazia gli fosse incolta, il villaggio non sarebbe già sottosopra? E poi, non vi rassicura il contegno del ragazzo? Egli è ancora un po' scosso per la violenza che avete fatta forzando l'uscio, ma si capisce che, in fondo, è tranquillo. Miracoli mai; ma che questo poveretto sia una specie di barometro o una specie di apparecchio sismico di maravigliosa sensibilità in rapporto a tutto ciò che riguarda la persona del suo benefattore, è certissimo. Gli basterebbe che Don Fiorenzo corresse un pericolo per convellersi e guaire come un cagnotto ferito.

Sebastiano

      «Miracoli mai»; ma, intanto, voi non fate che costatare miracoli!

Il Dottor Finizio

      E voi non fate che dire corbellerie! Io non costato miracoli: io cerco e costato le ragioni scientifiche – suggestione, telepatia e via discorrendo – di alcuni fatti non comuni che possono passare per miracoli agli occhi di questi ignoranti.

Remigio

      Posso dire una parola io?

Il Dottor Finizio

      Parla, parla, papà Remigio. Tu vuoi parlare in difesa degl'ignoranti e ne hai il diritto, perchè sei fedelmente ignorante da ben settant'anni, se non erro.

Remigio

      E in questi settant'anni, per campicchiare, ho praticato una dozzina di mestieri…

Il Dottor Finizio

      Io ne pratico uno solo, e in ciò riconosco, senza discussione, la mia inferiorità.

Remigio

      Dunque, ignorante sì, grullo no.

Il Dottor Finizio

      Lo so che sei un furbacchione. Concludi.

Remigio

      Vi servo súbito. Io ho due gambe che da quando Dio volle se n'erano scordate di camminare. Non un passo, anche a darci sopra con l'accetta. E non le faceste camminare nemmeno voi che ci passaste il telegrafo per dentro…

Il Dottor Finizio

      (con serietà comica) La corrente elettrica ci passai, non il telegrafo.

Remigio

      Come va che Don Fiorenzo le ha fatte camminare? Egli mi comanda di venire da lui una volta la settimana e le gambe camminano. Il miracolo c'è o non c'è?

Il Dottor Finizio

      Dimmi un po': tu perchè ci vieni, qui, una volta la settimana?

Remigio

      Perchè ci

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