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Maternità: Dramma in quattro atti. Bracco Roberto
Читать онлайн.Название Maternità: Dramma in quattro atti
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isbn
Автор произведения Bracco Roberto
Издательство Public Domain
Uno scapolo.
Uno scapolo. È la verità.
E una signora che alle undici del mattino bussa alla porta di uno scapolo è una signora… Aiutatemi a dire…
Dite, dite voi.
È una signora… piuttosto bizzarra.
E piuttosto imprudente, mi permetterei di aggiungere.
Aggiungete senza cerimonie.
Imprudente, intendiamoci, dal punto di vista delle convenienze sociali. La marchesa di Montefranco è tale donna da costringere al rispetto i più audaci; e io sono tale uomo da rispettare…
… anche le signore che vengono a vedervi alle undici del mattino?
Marchesa… una donna come voi è rispettabile a tutte le ore!
Resta a sapere se a tutte le ore è rispettoso un uomo come voi.
Certamente.
Mi fa piacere di apprenderlo. E poichè avete di me e di voi questa magnifica opinione, io ne profitto e vi chiedo un po' di ospitalità. (Siede.)
(sempre più confuso) Voi, marchesa di Montefranco, chiedete ospitalità a questo misero mortale?
Vorreste… indorare la pillola della paura.
Io non indoro niente.
Ma che avete paura si vede ad occhio nudo.
Tutt'altro! Soltanto, io supplico la vostra cortesia di non tacermi più oltre il motivo per cui vi degnate di chiedermi ospitalità.
Se io fossi nei vostri panni, la concederei sùbito e illimitatamente. (Con grazia umoristica) È vero che voi siete rispettoso e io sono rispettabile; ma la rispettabilità d'una donna non è che un pallone di carta. Un vento lo dirige di là, un altro lo dirige di qua… Poi, a un tratto, si brucia in aria o si sgonfia e… cade dove meno lo credete.
(sudando freddo e impappinandosi) Marchesa!..
Dio buono, non vi turbate di nuovo. Vi pare forse che la caduta sia imminente?
Marchesa!..
Parola d'onore, se tutti i mariti avessero degli amici intimi come voi, le povere mogli mi farebbero pietà! Ma rassicuratevi. Il pallone di carta è ancora gonfio. È ancora su. Non sono qui per offrirvi la mia mano… sinistra.
Ne ho la profonda convinzione.
Io sono qui, a quest'ora, esclusivamente perchè so che a quest'ora, di solito, ci viene mio marito.
E appunto perciò mi par di essere sui carboni ardenti. È indiscutibile che se egli vi trova in casa mia, sarà un fatto orribile! Io non saprò come regolarmi, non saprò come salvarvi…
Siete d'una inesperienza commovente! Quando verrà lui, io mi nasconderò. Si capisce.
Vi nasconderete?!
E ascolterò, dalla prima all'ultima parola, la vostra conversazione.
(cominciando a raccapezzarsi) Ah!.. Questo è il vostro progetto?
Voi siete il confidente di mio marito. Egli è con voi come con un fratello. Vi racconta tutto. Vi fa i suoi sfoghi. Vi rivela quel che pensa, quel che sente, quel che desidera, quel che vuole, quel che gli passa pel capo anche fugacemente, quel che per la pigrizia della sua coscienza non rivelerebbe forse neppure a sè stesso; ed io, nascondendomi dietro un uscio di casa vostra quando egli è qui, apprenderò tutto ciò che non potrei apprendere altrimenti. Nè più, nè meno. Che ve ne pare?
Un agguato!
Un po' di fotografia istantanea che una moglie applica al cervello di suo marito. Il congegno è nuovo, semplice, carino, e di successo sicuro.
Ci vorrebbe poco a guastarlo, per altro.
Lo so. Basterebbe che avvertiste in tempo il vostro amico, dicendogli: «Attento che tua moglie è qui; è dietro quell'uscio, ti ascolta…» Ma voi non glielo direte.
Io glielo dirò!
E avrete poi il modo di provare positivamente che la mia venuta in casa vostra non sia stata un'imprudenza di amante? La vostra denunzia parrebbe un espediente trovato con soverchia furberia per iscansare l'eventuale pericolo della scoperta; e ogni sforzo per dimostrargli la verità parrebbe, viceversa, artificio e menzogna. Voi compromettereste me, io comprometterei voi, e tutt'e due comprometteremmo lui. E vi avverto che ci metterei tutta la mia buona volontà a compromettervi per vendicarmi della vostra denunzia.
Sicchè?
O passare per il mio amante senza esserlo e subire tutte le conseguenze della compromissione, o rassegnarvi, almeno per una volta, a essere più amico mio che di mio marito.
O la borsa o la vita?!
Precisamente.
Ma passare per il vostro amante… senza nemmeno esserlo, sarebbe d'una gravità eccezionale!
Pettegolezzi, responsabilità, duelli, processi! E, per giunta, una figura alquanto odiosa al cospetto della società…
Alquanto ridicola al cospetto mio!
Scegliete.
Sarò il vostro complice, marchesa!
E farete una buona azione.
(tentando ancora di cavarsi d'impaccio) Credo, nondimeno, che la mia complicità non approderà a niente. La vostra fantasia di moglie diffidente immagina chi sa quali conversazioni sovversive fra me e lui. Sì, di tanto in tanto, è possibile che egli mi faccia delle confidenze, che mi chieda o mi dia dei consigli, che mi apra l'animo suo; ma dai nostri colloqui non vengono mai fuori rivelazioni o indizi di cui voi, che avete molto spirito e poche rosee illusioni, vi potreste meravigliare o dolere. D'altronde, stamane egli potrebbe parlarmi di cavalli, di automobili, dei sospetti che desta al baccarat la vena di Mario Gorlini; potrebbe parlarmi, non so, di tutto, fuorchè di ciò che v'interessa, fuorchè di ciò che è oggetto dei vostri dubbi: e in tal caso io avrei tradito l'amicizia senza neanche la soddisfazione d'avervi reso un servigio. Via, marchesa, rinunziate.
Mio carissimo amico di mio marito, se i miei calcoli non sono sbagliati, egli, stamane, non vi parlerà nè di cavalli, nè di automobili, nè di baccarat. Vedrete. L'uomo più scaltro è sempre un po' un fantoccio nelle mani d'una donna, sia pur essa la più ingenua. Io non sono ingenua, e mio marito non è scaltro. È convinto di esserlo, ma non lo è. Confondere lo scetticismo con la scaltrezza è un errore. Io ho dato la corda al mio fantoccio, e, per oggi, egli non vi parlerà di cose futili. Del resto, gliel'ho data senza nessuna maligna premeditazione. Ho compiuto, anzi, un mio dovere, annunziandogli un fatto molto serio e, per me, anche molto bello! Il suo contegno mi ha paralizzata. Ho sentito il