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pavoni di Giunone.

Marzia

      Eh, queste cose s'imparano presto ed ella si fa in breve agli usi delle gran dame. Tu la vedrai, Annia Luscina; tra poco ella sarà qui… A proposito, veniamo all'essenziale. Ci abbiamo di grandi cose… che sono in relazione colla nostra congiura. Abbiamo… sta attenta!.. abbiamo un grande arrivo dalla Grecia.

Annia

      (facendo il viso scontento)

      Ah, filosofi?

Marzia

      Meglio ancora.

Annia

      Manco male; mi avevate già fatto paura. E chi dunque?

Marzia

      Una…

Annia

      Una?

Marzia

      Te la darei alle cento, e non ti apporresti. Una mercantessa di mode.

Annia

      Qui? colla legge Oppia?

Marzia

      Sì, e per merito della legge Oppia ne avremo noi le primizie. Figùrati; appena giunta, l'avean fatta carcerare. Ma Caio Atinio Labeone, nostro marito, non è pretore dei forastieri per nulla. Egli l'ha fatta chiamare a sè ed ha sequestrato la merce. E la greca e la merce, saranno qui, per opera mia, entrando dall'uscio sul vicolo. Tutto ciò per vedere, s'intende… e per toccare eziandio.

Annia

      Ah, sia lode agli Dei immortali! La legge Oppia avrà fatto una cosa buona… l'unica da vent'anni in qua. Vediamo dunque; io spasimo dalla voglia.

Marzia

      Tosto che giunga. Chetati ora! Ma che è? Forse la greca?

      (vedendo Birria comparso dalla fauce a destra)

Birria

      No; è Marco Fundanio, tribuno.

Claudia

      Per te, figliuola, per te!

      (volgendosi a Marzia)

Marzia

      Grazie, ed anche un pochino per te. Non sei tu sempre più bella di noi?

Claudia

      Adulatrice!

SCENA IVMarco Fundanio e Detti, Birria in disparte

      (Marco Fundanio indossa una tunica bianca, listata di porpora, che scende poco oltre il ginocchio. Calzari allacciati sul collo del piede con striscie di porpora. Toga portata con garbo sugli òmeri. Cappello di feltro a tesa stretta, che toglie nello entrare. Mazzetta nera tra mani).

Birria

      Tra male gatte è capitato il sorcio!

      (tra sè)

Annia

      Salve, speranza e presidio delle matrone romane.

Fundanio

      Meglio amerei esser desiderio di una tra esse; ma valgo troppo poco, lo so. Comunque sia, son cosa vostra.

Volusia

      (sotto voce a Claudia)

      Senti, mamma, com'è carino? E' non par nemmeno uno di quelli che mettono il veto da per tutto.

Fundanio

      (che ha udito le ultime parole di Volusia)

      Bella fanciulla, io, se potessi, non metterei che un veto solo in mia vita.

Volusia

      E a che cosa?

Fundanio

      Alle tue nozze con Claudio Pulcro. Ma, per ciò fare, oltre il tuo beneplacito, mi bisognerebbe esser nobile, come uno della gente Claudia, della nobilissima tra tutte.

Claudia

      (dopo un grazioso inchino)

      Egli è pur vero che, di cotesti veto voi ne pronunziate troppo spesso, o tribuni.

Fundanio

      Ma egli è vero altresì che se fossero consoli le matrone, il laticlavio ci avrebbe più ossequenti a gran pezza.

Annia

      Oh, egli dee pur venire, il gran giorno! Dimmi, tribuno, non c'è' egli un'isola, dove le donne regnano sole, dopo aver messo gli uomini al bando?

Fundanio

      Dicono, e invero, mi pare un po' troppo.

Annia

      Ah, non dico già di mandarli via inesorabilmente…

Fundanio

      Meno male!

Annia

      Ma di tenerli in freno e di far le leggi un po' noi.

Fundanio

      Dolcissime leggi! Esse hanno la mia tribunizia approvazione fin d'ora.

Claudia

      Or dunque, Marco Fundanio, poichè a queste giovani donne la è girata così, e tutta Roma femminile lo vuole, siedi e narraci come stanno le cose.

Birria

      Ah, sentiamo!

      (da sè, stropicciandosi le mani)

Marzia

      (avvedendosi della sua presenza)

      Che fai tu qui? Va al tuo posto.

Birria

      Alla porticina?

Marzia

      No, all'ingresso dell'atrio, al balcone che guarda sulla strada, e chiunque venga, corri a darcene avviso.

Birria

      Che peccato! E' voleva esser gustoso, questo tribuno delle donne.

      (esce)

Fundanio

      Da dove comincierò? Che tutta Roma femminile vuole l'abrogazione della legge, tu l'hai detto, nobilissima Claudia. Io dirò che; nel Foro, alla Basilica, alle Botteghe vecchie, al tempio di Càstore, nel borgo de' Toscani, al Velabro, non si parla più d'altro. Il popolo, così in di grosso, non mi pare che veda di mal occhio la cosa. E lo si capisce; tutti hanno donne, cui andare a' versi. Ma i vecchi… i vecchi son duri. Basta; s'andrà ai comizi e là ci vedremo. I senatori, son nostri; già m'immagino che le belle matrone avranno fatto il poter loro, che è molto…

Marzia

      Di ciò non darti pensiero; sanno il debito loro.

Annia

      Io, tra ier l'altro, ieri e stamane, ho già veduto sessanta mogli di senatori. E ho girato senza cocchio! Ecco qui le mie tavolette; vedi? la Pubblia, le Cornelie, la Bebia; e qui la Giunia, le Flaminie, le Claudie… insomma, ho detto sessanta. E tutte, ognuna dal canto suo, hanno fatto altrettanto. I mariti tentennano, ed è già molto che non ardiscano dire di no, come facevano prima.

Fundanio

      In casa, sta bene; ma, nei comizi, come si diporteranno costoro? Ecco il guaio. Ma incominciamo dal meno. I comizi possono essere levati innanzi di conchiudere. Il rito dell'assemblea offre appigli e gretole agli avversarii, più che non vi pensiate.

Marzia

      O come?

Fundanio

      Vedete, se già tutte le centurie fossero adunate e la discussione avviata, e ad un tratto sparisse lo stendardo inalberato sul Gianicolo, sarebbe sciolta l'assemblea senza fallo. Ciò si è veduto altre volte, chè non si fece buona custodia lassù.

Marzia

      Oh! ma si provvede. Una guardia di donne al Gianicolo!

Annia

      E chi leverà lo stendardo sarà bravo, fosser pure gli apparitori di Marco Porcio Catone.

Fundanio

      Oh, di questo non temo. Il console è uomo di virtù antica e non tenterà cose illegali. Egli, e ciò temo davvero, ci fulminerà colla sua maschia eloquenza. Un altro pericolo, e grave…

Annia

      E quale?

Marzia

      E quale?

Fundanio

      Mangieranno, i polli sacri?

Volusia

      Come? Bisognerà che i polli mangino?

Fundanio

      I polli, sicuro. Tu sei giovinetta ancora e nol sai; ma nessuna cosa di rilievo può farsi nella repubblica, senza aver favorevoli gli auspicii. Anche una assemblea è valida, se sono propizii i segni del cielo; se no, no. Ora, dico io, mangieranno, come a bestie ben costumate si addice? Può importare ai padri il contrario, e Giove ed Esculapio, patrono dei galli, possono vedere la cosa

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