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le grosse botti e le balle di pellicce.

      Testa di Pietra fu pronto ad afferrare Jor per una mano, per tema che gli giocasse qualche sorpresa e spinse lo sguardo dentro il vasto stanzone.

      I due tedeschi erano seduti dinanzi al fuoco e fumavano gli eccellenti sigari del Maryland avendo ognuno, a portata di mano, una bottiglia di gin.

      Il trafficante invece passeggiava intorno alla tavola col viso assai abbuiato.

      «Signor Riberac, siamo già di ritorno,» disse Piccolo Flocco il quale portava sempre la lanterna. «Dobbiamo darvi una bella notizia.»

      «Che avete ucciso qualche orso?» chiese il trafficante fermandosi di colpo ed aggrottando la fronte. «Quando piove escono dalle loro tane e non è difficile incontrarli in questi dintorni.»

      «Abbiamo catturato un uomo,» disse Testa di Pietra, spingendo innanzi il canadese. «Lo conoscete?»

      Il trafficante guardò Jor e diventò pallidissimo, ma si rimise subito e rispose:

      «Io non ho mai veduto quella faccia.»

      «Eppure si era nascosto nel vostro magazzino.»

      «Oh!… È impossibile!… Da qual parte è entrato, dunque?»

      «Da una galleria che immetteva in piena foresta, aperta dietro il vostro fortino.»

      «Che storie mi venite a raccontare. mastro?»

      «Delle storie autentiche, signor mio.»

      «Quand’io, dieci anni or sono, ho acquistato questo magazzino da un altro francese che era stato mezzo scotennato dagl’indiani, non ho notato che vi fosse qualche passaggio. Se me ne fossi accorto mi sarei affrettato a turarlo onde impedire che qualche malandrino s’introducesse qui durante il mio sonno.»

      «È strano!…»

      «Eppure è così.»

      «Eppure quest’uomo, che faceva parte dell’equipaggio della nostra fusta, ha saputo scoprirlo e si è riposato dietro le botti, lasciando dovunque le sue tracce.»

      «È vero?» chiese il trafficante, guardando il canadese.

      «Io ho già detto che non sapevo nemmeno che qui si trovasse un fortino,» rispose il prigioniero il quale si era seduto dinanzi al fuoco fra i due tedeschi. «Mi hanno preso dentro una caverna scavata in un pino malato dove stavo riposandomi.»

      «Tu menti!…» urlò Testa di Pietra. «Ti abbiamo inseguito.»

      «La notte era troppo scura per vedere un uomo fuggire.»

      «Ma noi avevamo il fanale.»

      «Avete inseguito forse qualche indiano, non me.»

      «Hai udito, Piccolo Flocco?»

      «Quell’uomo gioca di audacia,» rispose il giovane marinaio, il quale intanto aveva fatto segno ai due tedeschi di sorvegliarlo strettamente. «Negare tutto è il suo sistema. Fra poco ci dirà che non ha mai conosciuto nemmeno Davis.»

      «È probabile,» rispose il vecchio bretone. «Noi però lo costringeremo a parlare se vorrà uscire vivo dalle nostre mani.»

      «Voi dimenticate che siete in casa mia,» disse il trafficante picchiando fortemente il pugno sulla tavola. «Io ho accordato ospitalità a degli uomini bianchi, compatrioti di mio padre e non a dei pellerossa.»

      «Noi faremo quello che vorremo,» disse risolutamente Testa di Pietra. «Basta tradimenti, per tutti i campanili della Bretagna!…»

      «Avete avuto finora da lamentarvi di me?» chiese il trafficante, il quale si era un po’ impressionato vedendo Piccolo Flocco chiudere a gran corsa la porta del fortino, e sbarrarla.

      «No, ma noi siamo caduti, mi pare, senza volerlo, entro una vera trappola.»

      «Perché, marinaio?» chiese Riberac con voce alterata.

      «Ve lo dirò più tardi. Noi però siamo in quattro e se anche giungessero gli inglesi non entrerebbero facilmente qui.»

      «GI’inglesi!…»

      «Non avete udito tonare per due volte il cannone sul lago?»

      «No.»

      «E tu, Hulrick?»

      «Quel colpo afer fatto tremare la casa.»

      «E tu, Wolf?»

      «Ho gli orecchi che ancora mi ronzano,» rispose il secondo tedesco.

      «Signor Riberac, sareste per caso sordo?» chiese Testa di Pietra il quale cominciava ad irritarsi. «Mi pare però che siate anche cieco, poiché non riconoscete più l’uomo che abbiamo condotto qui dentro e che si nascondeva qui come un piccolo orso. Che cosa venite a raccontarci che non conoscevate il passaggio segreto? Dovevamo proprio scoprirlo noi!»

      «Io comincio a trovarvi noioso, marinaio, e perciò vi prego di lasciare la mia casa e di andare a cercarvi un altro rifugio.»

      «Se fuori piove!… Noi non lasceremo questo camino che spande un calore così dolce. E poi vedete bene che siamo bagnati.»

      «Dovevate rimanere qui.»

      «Per farci assassinare forse da questo canadese? Abbiamo preferito scovare questo pericoloso malandrino.»

      «Io vi ripeto che quell’uomo non è mai venuto a vendermi pelli e che perciò non l’ho mai veduto prima d’ora.»

      «Ne sono convinto: mentite tutti e due qui dentro, canaglie!…» urlò Testa di Pietra impugnando l’ascia. «Voi vi conoscete perfettamente.»

      «Vorreste uccidermi?» chiese il trafficante diventando pallido come un cencio lavato.

      «Noi non siamo dei pellerossa, però siamo tali uomini da imitare quei terribili guerrieri.»

      «Che cosa volete? Il mio magazzino insieme a tutte le ricchezze che contiene? Qui dentro, solamente in pelli, vi sono diecimila dollari.»

      «Che erediteranno i vostri parenti se avrete la sfortuna di morire. I corsari sono pirati. Noi siamo caduti in una seconda trappola. Il marchese d’Halifax deve aver ben speso per procurarsi dei briganti della vostra specie.»

      «A me date del brigante!…» gridò il signor Riberac.

      «E ve lo ripeto in faccia.»

      «Uscite!…»

      «Da dove?»

      «Sono in casa mia.»

      «La porta è chiusa, il passaggio segreto è troppo umido e noi non desideriamo affatto prenderci qualche pericolosa costipazione che potrebbe tramutarsi in una bronchite o, peggio ancora, in una polmonite, magari doppia. Si sta troppo bene qui. Vengano gl’inglesi o gl’indiani: mostreremo loro dei denti lunghi come un pino.»

      «Sicché, a quanto pare, mi considerate vostro prigioniero.»

      «Precisamente, caro signor Riberac figlio di un bretone.»

      «Lasciate andare quel caro: non ci tengo affatto.»

      «Corpo d’un tuono!…» gridò Testa di Pietra. «Siete dei banditi e come tali vi tratteremo.»

      «Noi ci difenderemo,» disse il trafficante facendo un salto verso la parete per staccare un fucile.

      Piccolo Flocco, che lo sorvegliava attentamente, fu prontissimo a tagliargli il passo.

      «Briganti!…» gridò il trafficante furioso. «A me, Jor.»

      «To’!… To’!… Come va ora, caro signor Riberac, che lo conoscete questo canadese? Fino a pochi momenti fa avevate sostenuto di non averlo mai conosciuto,» disse Testa di Pietra. «Vi siete tradito.»

      Il trafficante si morse le labbra e fece un gesto di furore.

      «Orsù, spiegatemi come da un momento all’altro vi siete ricordato di avere avuto ancora a che fare con questo canadese.»

      «Andatevene!… Questa è casa mia!…» urlò il trafficante schiumante di rabbia. «Se non ve ne andate farò venire gl’indiani e vi farò scotennare.»

      «In

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