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Una Moglie Per Collin. Shanae S. Johnson
Читать онлайн.Название Una Moglie Per Collin
Год выпуска 0
isbn 9788835432623
Автор произведения Shanae S. Johnson
Жанр Современные любовные романы
Издательство Tektime S.r.l.s.
Charlotte non pensava che Collin stesse ridendo. Aveva notato la confusione e l'imbarazzo sul suo volto per essere stato rifiutato. Quel poverino faceva sul serio. Anche se Charlotte non riusciva proprio a capire perchè avesse scelto Eliza.
Bugia.
Charlotte sapeva esattamente perchè qualsiasi uomo avrebbe scelto l'amica. Lei possedeva tutte le qualità che aveva elencato poco prima, e inoltre era la ragazza più bella della città, eclissata solo dal fascino etereo della sorella maggiore Jane. Ma Eliza era più intelligente e spiritosa.
Charlotte la adorava per tutte quelle ragioni, sebbene non avesse mai capito perchè Eliza avesse scelto proprio lei come confidente. Forse perchè era esattamente l'opposto? Non glielo aveva mai chiesto e nemmeno voleva saperlo. Era semplicemente felice di avere un'amica del genere.
"Vedremo Darcy domani, quando gli porteremo Lefroy per gli esami pre-gara" disse Charlotte.
Eliza sollevò gli occhi al cielo, spingendosi i capelli dietro la spalla. Un gesto che Charlotte aveva visto fare alle giumente quando volevano attirare l'attenzione di un particolare stallone. Mmm....
Forse, Collin aveva interpretato bene quel segnale. Solo che non era destinato a lui.
"A proposito delle gare di Pemberley..." continuò Charlotte "...volevo parlare con tuo padre del posto di addestratore".
"Oh, aspetta di incontrare Charlie".
"Charlie?"
"La nuova addestratrice. Papà ha finalmente capito che siamo nel ventunesimo secolo e ha assunto una donna, pensa un po'. Arriverà la prossima settimana, in tempo per le gare. Sono sicura che ti piacerà".
Charlotte si schiarì la gola, lottando per nascondere la delusione. Aveva perso il posto senza essersi nemmeno proposta. Guardò fuori dalla finestra, verso il cottage illuminato dai raggi del sole morente. Per la prima volta, notò che al tetto mancavano alcune tegole, la vernice era scrostata in qualche punto e tra l'erba c'era della sporcizia. Tuttavia, le sembrava mille volte migliore del freddo appartamento che negli ultimi due decenni era stata la sua casa.
"Vado a prendere una vaschetta di gelato" dichiarò Eliza "Dio sa quanto ne abbia bisogno, dopo quella terribile proposta. Resterai qui, stanotte?"
Ancora incapace di parlare per la delusione, Charlotte annuì.
Avrebbe passato la notte al ranch, ma al mattino dopo, come sempre, qualcuno l'avrebbe riportata dalla zia, in quella casa fredda, silenziosa e angusta dove nessuno l'aveva mai voluta.
Guardò di nuovo fuori dalla finestra, questa volta non verso il cottage, ma verso il box che ospitava Lefroy, il cavallo sul quale aveva imparato a cavalcare.
"Porterò Lefroy a fare un giro veloce, prima di andare a dormire".
CAPITOLO QUATTRO
Collin strinse le mani intorno alle redini. Una mossa che segnalò allo stallone che stava per succedere qualcosa, qualcosa di cui sia l'uomo sia la bestia avevano bisogno: una galoppata sfrenata che li portasse il più lontano possibile.
Sollevandosi leggermente sulle staffe, Collin premette i polpacci contro i fianchi del cavallo, che recepì immediatamente il segnale e partì al galoppo. Il vento che gli sferzava i capelli e l'aria fresca sul viso lo aiutarono a schiarirsi la mente. Solo un pensiero si intromise, un pensiero benvenuto: Collin desiderò che tutte le creature potessero comunicare con la stessa chiarezza di un uomo e il suo cavallo.
Collin avrebbe voluto galoppare così per sempre, ma i cavalli non erano macchine ed erano in grado di mantenere quel ritmo solo per poche miglia. Così, segnalò a Equus di rallentare. Purtroppo, quando la corsa del cavallo divenne un piccolo trotto, i pensieri tornarono ad affollare la sua testa.
Era andato così vicino ad accontentare le richieste di zia Catherine, e invece, poiché Eliza aveva rifiutato la sua più che logica proposta, era punto e accapo. Collin odiava giocare. Odiava in particolar modo i giochi di probabilità e soprattutto quando si trattava di mettere in campo la propria vita e quella degli animali
. Sfortunatamente, l'unico modo per riequilibrare le finanze e realizzare quello che aveva in mente per il ranch era mettere le mani sull'eredità. La stessa eredità che avrebbe ottenuto a condizione che si sposasse prima che il laccio che la madre aveva legato intorno alla borsa si stringesse. Persino dalla tomba, sua madre stava continuando a tentare di inserire in società quel figlio scontroso. Da bambino, e anche adesso che era un uomo, le uniche creature con le quali Collin si relazionava avevano tutte quattro zampe e una scarsa conoscenza della lingua inglese.
All'improvviso, Equus, uno dei cavalli meglio addestrati che Collin aveva nelle scuderie, si impennò, apparentemente senza motivo. Poi, proprio dietro una curva, vide Lefroy fare la stessa cosa.
Collin si destreggiò per restare in sella. Chiunque dei Bennetts stesse cavalcando Lefroy, non doveva essersela cavata altrettanto bene.
Grande. Questo, probabilmente, si sarebbe aggiunto alla lista di gelide bocciature che i Bennett avevano cominciato ad enumerare quella sera. Almeno, Collin sapeva che le regole sociali prevedevano che si occupasse prima della persona a terra e poi del cavallo. Quando smontò e si avvicinò al malcapitato, notò delle curve femminili. Non vide capelli rossi, ma del colore del terreno fertile che si ammucchiava intorno ai fili d'erba.
"Charlotte?"
Una smorfia di dolore sul viso, Charlotte Lee si mise faticosamente seduta. Collin le si inginocchiò accanto: durante l’addestramento, gli avevano insegnato che la prima cosa da fare in questi casi era controllare il sistema cardiocircolatorio, così posò l'orecchio sul petto della ragazza.
"Ehi!" esclamò lei, schiaffeggiandolo su un lato della testa "Cosa pensi di fare?"
"Controllo il tuo cuore".
Charlotte si irrigidì, il corpo completamente immobile. Il tonfo del suo petto contro il viso di lui sembrò raggiungere la stessa velocità alla quale aveva corso Equus pochi istanti prima. Era sana e salva, ma c'erano ancora da controllare le ossa. Cominciò a tastarle la caviglia destra. Usando una leggera pressione, si mise alla ricerca di un segnale qualsiasi di sofferenza. Quando arrivò al ginocchio, lei lo calciò via, colpendolo quasi sotto la fibbia della cintura.
"Basta così!" esclamò "Hai appena chiesto la mano della mia migliore amica".
Il cuore era a posto. E non sembrava avere qualche osso rotto. Ma Collin non era altrettanto sicuro delle facoltà mentali di Charlotte: cosa c'entrava la proposta con il suo esame?
"Non credevo ti piacessero due alla volta, Collin Hunsford".
Due alla volta? Due cosa?
Collin considerò la situazione. Era chino su Charlotte e, se fosse passato qualcuno, li avrebbe creduti due amanti che litigavano.
"Oh" fece, quando tutto gli fu improvvisamente chiaro "No, certo che no. Non farei mai un'avance sessuale nei tuoi confronti".
Le narici frementi, Charlotte sollevò il mento e serrò le labbra. Era arrabbiata, su questo non c'era dubbio.
"Voglio dire...sei una donna attraente, molto ben proporzionata" si affrettò a precisare Collin, inclinando la testa per esaminarle il busto, poi la vita e infine i fianchi. Sua madre avrebbe detto che aveva fianchi perfetti per generare un figlio. Un altro complimento che le donne non apprezzavano granchè.
"Guarda su" disse Charlotte, schioccando le dita.
Collin sollevò lo sguardo sul suo volto. Il centro delle sue pupille era color nocciola. Proprio come quello dei cavalli, sebbene le profondità marroni di Charlotte non fossero altrettanto insondabili. I suoi occhi brillavano come se un fiammifero fosse stato acceso dall'interno. Quello scintillio lo intrigò, tuttavia, poichè gli avevano insegnato che fissare non era educato, distolse lo sguardo.
"Sei una donna molto piacevole da guardare, ma non ho intenzione di provarci con te. Voglio solo assicurarmi che tu non