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te la farebbe fare sotto. Per rispondere alla tua domanda, no, non esistono gli zombie come li conosci tu. Esistono i Wendigo. I miei fratelli hanno incontrato un branco molto tempo fa durante un viaggio a New Orleans, e in base a ciò che hanno descritto farebbero sfigurare i tuoi zombie”.

      “Addirittura?” Mackendra scoppiò a ridere, staccandosi finalmente da Kyran. “Mettiamo temporaneamente da parte la discussione sui Wendigo. Vorrei che mi dicessi di più su questa cosa dell’accoppiamento. Hai detto che una Dea mi ha scelto. Voglio sapere tutto al riguardo, anche sulla Dea”.

      “Taci mai?”

      Mackendra portò indietro il piede e cercò di colpirlo alle palle, ma Kyran le fermò la gamba e la fece cadere di schiena. La ragazza si ritrovò a trascinare l’uomo con sé al suolo, e l’impatto la privò dell’ossigeno dal petto.

      “È l’ora del pisolino per Dracula?” Domandò quando percepì il corpo muscoloso di lui addosso al proprio.

      “Ti sembra l’ora del pisolino?” Domandò lui con voce roca all’orecchio di Mackendra, spingendo la propria erezione contro di lei. La ragazza trasalì, stupita dall’audacia di lui; allo stesso momento era innegabile il desiderio che la pervase. Era sia contenta che irritata dal fatto che i loro corpi fossero ostacolati dai vestiti. Non poteva permettere che la loro attrazione reciproca li spingesse oltre. Mackendra gli portò i palmi al petto e fece per spingerlo via, ma quando Kyran le sibilò all’orecchio la ragazza si ricordò del marchio di lui e della reazione che aveva avuto al proprio tocco.

      Il lato sfrontato ed esuberante di Mackendra la spingeva a stuzzicare invano il vampiro per lasciarlo voglioso. Decise di abbassare le mani, ma rimase ferma quando Kyran torreggiò su di sé. Lo sentì prendere qualche respiro profondo, e la ragazza notò la luce nei suoi occhi. L’espressione determinata le aveva suggerito che l’avrebbe baciata. Mackendra aveva sentito le labbra formicolare quando aveva trattenuto il respiro. Kyran fece per annullare lentamente la distanza tra loro due, e Mackendra lo aiutò trovandolo a metà strada; l’uomo voltò però il viso all’ultimo minuto.

      “Ora” disse in tono frustrato “volevi sapere di più sull’accoppiamento”. Mackendra annuì, aveva la gola talmente secca da non essere in grado di parlare. Aveva appena vissuto uno dei momenti più eccitanti della propria vita e Kyran non l’aveva nemmeno toccata. Doveva ricomporsi velocemente o sarebbe finita nel letto di quel vampiro.

      Kyran si accomodò sui talloni senza distogliere lo sguardo dalla ragazza mentre questa si mise a sedere. Era chiaro che si stesse ancora adattando all’oscurità e non vedesse bene. Quando qualcosa le si arrampicò sul braccio di, urlò e se lo scrollò di dosso, scalciando e pugnalando a terra dove credeva che la creatura fosse finita.

      “Stai cercando di accoltellare la terra o il ragno?” Era chiaro il sarcasmo nella voce di lui, e la ragazza ebbe il sospetto che si trattava di qualcosa che non esprimeva spesso.

      “Il ragno, accidenti…” rispose distrattamente, e in quel momento Kyran le sottrasse il coltello dalla mano prima di scagliarlo qualche metro più in là.

      “Ti prego dimmi che non mi hai trascinata nella loro tana”. Mackendra non sarebbe mai riuscita a dimenticarsi della sensazione dei ragni che le camminano sulla pelle, mordendola e lasciando delle ferite sul loro cammino.

      “Non ne vedo più, ma non devi preoccuparti”.

      “Ah, la sanguisuga è il mio cavaliere dall’armatura scintillante, e affronta gli insetti con coraggio al posto mio. Grazie”. Commento sarcastico a parte, Kyran era in grado di mantenere la calma in presenza dei demoni a otto zampe, quindi gli strisciò accanto e si sedette di fianco a lui. “Ora dimmi di questo accoppiamento”.

      “Il mio compito è proteggerti, Mackendra”. Alla ragazza si accapponò la pelle. Era capace di prendersi cura di sé, ma Kyran proseguì prima che potesse rispondere. “La Dea Morrigan è la creatrice di molte specie di molti Reami. Ha creato il Reame Tehrex a cui appartiene la maggior parte degli esseri soprannaturali sulla terra. Ha creato la mia specie e noi l’adoriamo, quindi mi riferisco a lei quando parlo della mia Dea. Parte di ciò che ha fatto la Dea quando ha creato gli esseri soprannaturali è stato creare anche la loro metà. Ogni essere soprannaturale ha un Prescelto là fuori da qualche parte...qualcuno fatto apposta per loro”.

      “Hai detto che questo marchio afferma che io sono tua. Come lo sai?”

      “Normalmente scopriamo chi è la nostra Prescelta dopo aver fatto sesso con lei, ma nel nostro caso immagino che il marchio sia comparso perché ti ho donato il mio sangue, dato che è apparso subito dopo”.

      “È assurdo. Non pensavo che i vampiri facessero sesso” mormorò Mack.

      Kyran si avvicinò a lei. “I vampiri fanno sesso, Mackendra, molto, molto sesso” le sussurrò all’orecchio. L’accento scozzese di lui le fece venire i brividi lungo la schiena. “Smetti di dubitare di quello che ti dico e fidati del tuo istinto. In te c’è parte della mia anima, anche adesso che ti sto dicendo qualcosa che non vuoi sentire”.

      “In me c’è parte della tua anima? E poi? Dobbiamo sposarci e vivere per sempre felici e contenti? Te lo dico, non mi piacciono i matrimoni combinati”.

      “È divertente perché la parte di tua anima in me è completamente d’accordo sull’accoppiamento. Mi sta incitando a possedere il tuo corpo e il tuo sangue”. Le mostrò i canini, e nonostante la grotta fosse buia, Mackendra vide i denti affilati quando la fioca luce solare filtrò nella caverna.

      “Lo avrai scambiato per il desiderio di staccarti la testa”. Kyran doveva per forza sbagliarsi, perché nessun Dio o Dea l’avrebbe convinta ad accoppiarsi con un dannato vampiro.

      CAPITOLO QUATTRO

      Kyran guardava la ragazza davanti a sé, di cui apprezzava la cautela. Sarebbe stato deluso se Mackendra avesse accettato la questione dell’accoppiamento. Era il suo peperino, e per quanto avesse desiderato il contrario, la cosa gli faceva ribollire il sangue dalla trepidazione. Farle provare il piacere dell’essere la sua sottomessa sarebbe stato il clou della sua lunghissima vita.

      “Ah, tesoro, vorrei tanto spiegarti quanto ti sbagli, ma al momento abbiamo questioni più importanti di cui occuparci”.

      “Ti fermo subito” disse Mackendra sollevando una mano e scuotendo il capo con foga. “Facciamo che ti tieni per te altre nozioni sconvolgenti e proviamo a dormire. Sarà tutto più bello quando ci saremo riposati”. Kyran voleva evitare di portare avanti la conversazione, ma non avevano tempo per fare in modo che Mackendra scendesse a patti con la situazione con i propri tempi.

      “Hai dormito abbastanza quando stavi guarendo. E poi so che il mio sangue ti ha...rinvigorita”.

      “Sono sporca e devo farmi un bagno. Esco a cercare un fiume o un lago o qualcosa del genere. Devo pulirmi” esordì mordicchiandosi il labbro inferiore. Non ingannava nessuno con il suo modo di fare sfacciato. Kyran sapeva che Mackendra era agitata, ma si stava godendo la recita. Se la ragazza si fosse morsa il labbro con più vigore si sarebbe lacerata la carne. Il pensiero del sangue di lei glielo fece venire ancora più duro, ma onestamente gli era venuto duro dal momento in cui aveva posato le labbra su quelle di lei.

      Kyran allungò una mano e le toccò il labbro inferiore, tirandolo a sé. La tentazione era troppa per i suoi nervi logori. “Qui vicino c’è un corso d’acqua, l’ho sentito. Ma non ti lascio andare da sola. E poi credo che ti andrebbe di sentire il mio piano per farci tornare a casa”.

      L’affermazione di Kyran attirò l’attenzione di Mackendra, proprio come sperava. “Okay, il mio bagno può aspettare. Come facciamo a tornare a casa?”

      “Dopo che mi hai lasciato a morire” la voce di Kyran si fece più profonda quando gli tornò alla mente Mackendra che lo pugnala “tre maschi si sono avvicinati al portale. Hanno percepito l’odore del mio sangue e hanno seguito la traccia. Li ho ascoltati e ho capito che su questo pianeta è presente una società ben più ampia”.

      “Okay, e come ci

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