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Vampiri Gemelli. Amy Blankenship
Читать онлайн.Название Vampiri Gemelli
Год выпуска 0
isbn 9788835423690
Автор произведения Amy Blankenship
Жанр Ужасы и Мистика
Издательство Tektime S.r.l.s.
Yuuhi la fissò da lontano ... e per un attimo desiderò che quella fosse una SUA vittima. Gli piacevano le fanciulle innocenti. Convocò i demoni suoi figli, chiedendosi quanto avrebbe resistito quella piccola umana contro di loro. Aspirò l’aria, aspettandosi di godere dell’odore della sua paura…ma non ne trovò. Scoprì invece che la fanciulla odorava di purezza e di morte…e la cosa lo eccitò profondamente. Yuuhi continuò a fissarla, mentre alcuni demoni di basso livello erano in procinto di aggredirla alle spalle.
Kyoko avvertì il consueto formicolio di allarme alla base del collo e per tutta la schiena, e capì che il bambino si era messo lì per tenderle un agguato e farla prendere di sorpresa. Ora ne era assolutamente sicura…era circondata da vampiri. Se ne aspettava uno solo, e invece dovevano essere almeno tre…quattro, contando anche il bambino.
"Beh, non era quello che volevo?” provò a consolarsi, mettendosi in posizione di combattimento.
Un vampiro dall'aspetto di studente del college sogghignò, il che lo rese quasi disgustoso. “Era quello che volevi, eh? Te lo do io, quello che vuoi, piccola!" Le fece un sorriso a trentadue denti, cercando di fascinarla con lo sguardo.
Kyoko sapeva cosa stava provando a farle… e provò una forte eccitazione, al pensiero che mai nessun vampiro avrebbe potuto abbatterla con una magia così stupida. Lo guardò dall'alto in basso. "Ne dubito. - lo provocò, spingendolo ad attaccarla - In genere i chiacchieroni repressi non sono il mio tipo!”
Almeno questi vampiri sembravano normali. Beh... come possono apparire normali tre giovani studenti ben vestiti…con un paio di zanne da far invidia a un lupo! Comunque, non capitava tutti i giorni d’incontrare dei vampiri che vestivano Armani. Diavolo, se quei tre fossero stati ancora vivi avrebbero urlato per una macchia sul pantalone. E poi c’era quel bambino albino, dall’altra parte della strada, che la guardava come un voyeur malato.
Quel pensiero la fece rabbrividire. Aveva sentito strane storie su quel genere di vampiri. In genere tendevano l’agguato alle loro vittime, ma poi mandavano altri ad agire mentre loro guardavano estasiati…per quanto possa sentirsi eccitato un demone dal sangue freddo. Aveva visto un mucchio di ridicoli film dell’orrore e su un’unica cosa avevano fatto centro: i vampiri erano dei libidinosi e non facevano differenze tra umani maschi o femmine. Provavano piacere con entrambi…
"Se fossi in te continuerei a studiare…” Rise alla sua battuta e poi sferrò un terribile calcio nell’inguine del vampiro. Un’altra cosa da sapere sui vampiri è che, se sono maschi, mantengono gli stessi punti deboli di quando erano ancora in vita. Non importa quanto siano diventati veloci…le palle sono sempre palle!
Si abbassò proprio mentre un altro vampiro le veniva addosso, e si soprese della sua velocità. Si muoveva molto più rapidamente di tutti quelli che aveva affrontato fino ad ora… Strinse il pugno, e un dardo di forza le si materializzò nel palmo.
Poi scansò un altro demone che stava piombando su di lei, e gli scaraventò il dardo addosso. Una mano fredda e umida le si strinse intorno al polso e lo ruotò, facendola gemere di dolore. Assecondando la rotazione, Kyoko impresse violenza al movimento e afferrò il vampiro per la sua stessa giacca, facendolo crollare a terra.
Gli saltò addosso, e per qualche attimo entrambi si rotolarono sul marciapiede, cercando di strangolarsi a vicenda; poi Kyoko riuscì a mettersi a cavalcioni su di lui. Doveva agire in fretta, o quel vampiro l’avrebbe presto morsa.
"Ho qualcosa per te.” sibilò, infilzandolo con un dardo etereo. Un terzo vampiro provò a saltarle addosso, e lei fece appena in tempo a rotolarsi su un fianco per schivarlo, ritrovandosi poi con la schiena a terra e il demone addosso.
Ok, stava cominciando a incazzarsi. Guardando bene in faccia il vampiro impudente, ebbe l’impressione di trovarsi davanti ad uno studente del college, di quelli che prendono ottimi voti, che si era portato una pistola a scuola. Era possibile intravedere un luccichio sadico in quelli che una volta erano i suoi occhi
"Ora mi hai scocciata, amico." mormorò. Torcendo in modo anomalo il polso lo sfiorò leggermente con un altro dardo etereo. Gongolò di gioia, quando la pelle del vampiro iniziò a fumare ... e lo vide torcersi in agonia. Piegò le ginocchia sul petto e gli diede un bel calcione per scalzarlo via. Lo vide rotolare per qualche metro, continuando a bruciare.
A brevissimo, lo studente sadico si sarebbe trasformato in un mucchietto di polvere fangosa sul marciapiede, che sarebbe svanita alle prime luci dell’alba. Kyoko si era sempre chiesta dove andasse a finire la cenere di vampiro…ma ciò che contava in quel momento era che non avrebbe dovuto sgomberare la strada dai resti di quel cretino.
"Stronzo!” gli urlò, rialzandosi da terra. Era la prima volta dopo secoli che trovava un vampiro in grado di tenerle testa…e quella era stata proprio una…bella novità.
Aggrottò la fronte, quando lo sentì ancora ululare di paura. Era evidente che non erano di sangue nobile ma semplici zombie. Suo nonno li chiamava “mezzosangue”, nemmeno vampiri o demoni. Comunque sia, per praticità lei continuava a chiamarli vampiri. Più il loro sangue era puro più ci mettevano tempo a morire. Disgustoso ma vero.
Aveva sentito dire che i vampiri antichi, quelli di sangue puro, erano estremamente potenti, e perfino nonno Hogo non era sicuro che i suoi dardi eterei avrebbero potuto abbattere uno di quelli. Una volta le aveva detto che il dardo spirituale non era altro che la luce del sole imbrigliata in un'arma, e che poteva essere evocata solo da una sacerdotessa o da un guardiano.
Sentì un pugno arrivarle a mezza faccia, ed ebbe appena il tempo di girare la testa di lato per schivare il colpo. Se qualcuno di quei dementi avesse preso gusto a usare la sua faccia per giocare a dodge ball, ben presto si sarebbe ritrovata vampiro anche lei! Tuttavia parte di quel pugno le sfiorò dolorosamente il naso…e questo la fece incazzare ancora di più.
Non voleva certo tornare a casa con la faccia gonfia, come se avesse fatto a cazzotti sul ring! E la rabbia le arrivò alle orecchie quando il burlone le squarciò la camicia con un’unghiata, mettendole a nudo il seno e facendole quattro bei graffi.
"Pervertito!” sibilò, sapendo che l'aveva fatto apposta. Il sorriso malizioso che le lui rivolse glielo confermò.
Sua madre sarebbe uscita pazza, quando l’avesse vista ritornare a casa combinata a quel modo, ma nonno Hogo le avrebbe messo a posto la ferita. Tanto, lei guariva molto più velocemente di un qualsiasi essere umano. Aveva passato gli ultimi anni della sua vita ad addestrarla per farla diventare ciò che era adesso!
Il nonno sapeva molte cose su di lei…di prima che lei nascesse…o almeno era questo ciò che diceva. C’erano delle vecchie pergamene che parlavano del cuore di cristallo protettore…e di lei, la piccola sacerdotessa che aveva il compito di proteggerlo.
All'inizio non gli aveva creduto, ma le cose erano cambiate quando, all’età di dieci anni, lo aveva visto combattere contro un vampiro mentre tornavano a casa, dopo la festa di compleanno di Tasuki. Si era divertita così tanto che era rimasta a festeggiare anche dopo che gli altri bambini erano tornati a casa.
Quando erano stati attaccati, le era parso insolito vedere un uomo della sua età muoversi con la stessa grazia letale di un abile guerriero. Ciò che era ancora più strano era che il demone era molto reale. Corse ad aiutare suo nonno e colpì il mostro sulla schiena con il pugno ... era stato allora che aveva visto per la prima volta il potere guizzare fuori da lei. Aveva ancora il dardo etereo in mano mentre il vampiro bruciava.
Una volta terminato il combattimento, Kyoko ricordò di avere chiesto a suo nonno cos’era quel mostro, e perché li aveva attaccati. Nonno Hogo allora le spiegò che, sebbene lui fosse abbastanza forte da combattere i demoni, non aveva il suo stesso potere né la sua capacità di guarire rapidamente da una ferita.
Cercò di farle capire chiaramente che lei possedeva un dono dalla nascita, e che lui era orgoglioso di poterle stare al fianco. Dopodiché le parlò lungamente di come i demoni