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da Trim

      Maschere il Re dei Fae

MASCHERE IL RE DEI FAEBRENDA TRIMTraduzione di GIULIA BUSSACCHINI

      Copyright © Marzo 2020 Brenda Trim

      Editor: Chris Cain

      Copertina di Fiona Jayde

      Questo libro è un’opera di fantasia. I nomi, i personaggi, i luoghi e gli eventi descritti sono frutto dell’immaginazione dell’autrice oppure sono usati in modo fittizio. Qualsiasi somiglianza con persone, viventi o defunte, luoghi o fatti reali è puramente casuale.

      ATTENZIONE: La riproduzione non autorizzata della presente opera è illegale. La violazione del copyright è perseguibile dall'FBI ed è punibile con 5 anni di carcere federale e una multa di 250.000 dollari.

      Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo libro può essere usata, riprodotta elettronicamente o stampata senza permesso, ad eccezione di brevi citazioni comprese nelle recensioni.

      

Creato con Vellum

      La forza accresce nei momenti in cui pensi di non potercela più fare, eppure vai avanti.

      CAPITOLO UNO

      “Disgustoso” borbottò Sol nel sollevare un sacchetto di plastica dal quale grondava una sostanza marrone molliccia.

      A Ryker vennero i brividi e gli salì la bile in gola, rendendolo più indisposto di quanto già fosse. L'aria attorno a sé si fece improvvisamente violenta, ed invece di allontanare l'odore generò l'effetto opposto, indirizzando la puzza al proprio naso.

      Il Fae chiamò a sé i propri poteri elementari, e cercò di concentrarsi sul vento affinché questo si allontanasse, ma tutto ciò che riuscì a fare fu farlo aumentare d'intensità. Una folata distrusse la borsa che reggeva in mano, e le onde accrebbero di volume minacciando di farli affogare tutti. Se non avesse fatto attenzione avrebbe anche causato un terremoto ed un incendio.

      Scosse quindi il capo e prese diversi respiri profondi, per poco non vomitò causa lo sforzo. Non utilizzò i propri elementi, al contrario li allontanò da sé. Per quanto fosse potente, non aveva ancora il controllo delle proprie abilità.

      Si concentrò quindi sul compito assegnatogli, "chi cazzo getterebbe qualcosa del genere nell'oceano? Non voglio nemmeno immaginare di che cosa si tratti" domandò.

      “Agli umani non importa di che cosa buttano via. Non hanno una connessione con gli elementi come noi" aggiunse Brokk ringhiando.

      Non aveva torto. L'inquinamento di ogni sorta faceva stare male i Fae, ed indeboliva i loro poteri elementari. Si trattava del motivo per il quale lui ed i suoi amici stavano setacciando la ridotta estensione della spiaggia a cui era concesso l’ingresso ai Fae. Diverse volte all'anno, quanti più residenti di Bramble's Edge si armavano di sacchetti e guanti e si dirigevano verso la spiaggia.

      Non era esattamente il modo in cui Ryker aveva intenzione di trascorrere la pausa dall'Accademia, eppure era ciò che stava facendo al momento. Gli risultava difficile restare tranquillo e non fare la cosa giusta per la propria specie. Erano trascorse solamente poche settimane da quando aveva scoperto la propria identità.

      Riusciva a malapena a comprendere il vero significato dell'essere il Re dei Fae. Rappresentava l'unico erede al trono di Mag Mell, in quanto i suoi genitori avevano convinto una governante a scappare e nasconderlo.

      La femmina che aveva sempre considerato la propria madre in realtà era la governante della sua madre biologica. Il che non la rendeva però meno di una madre agli occhi di Ryker. Le voleva un bene dell'anima per il sacrificio compiuto per la famiglia reale e l'intero reame. Se non fosse stato per lei, Mag Mell sarebbe stato perduto.

      Ryker aveva trascorso le settimane precedenti cercando di dimostrarle quanto le volesse bene; l'aveva aiutata con il lavoro ed era praticamente restato incollato a lei dal momento in cui era terminato l'anno scolastico. Il che si era rivelata un'ottima decisione in più di un'occasione. Per poco non l'avevano derubata, ma Ryker aveva salvato lei ed i suoi soldi guadagnati duramente.

      Il Fae si rifiutò di pensare al pericolo che correva la propria madre ogni giorno, quindi si concentrò sul compito che stava svolgendo e sulla conversazione in atto. Se si fosse ossessionato nuovamente su Galina non sarebbe stato in grado di fare ritorno alla Bramble’s Edge Academy un paio di giorni più tardi, come avrebbe dovuto fare.

      Ryker non aveva assolutamente intenzione di finire con le ali rotte per il secondo anno di fila. Aveva ucciso la perfida Preside alla fine dell'anno precedente, ma non era stupido, e sapeva che ciò non rappresentava la fine delle manipolazioni e dei guai.

      L'intento originale della scuola, ovvero quello di aiutare i Fae e gestire gli elementi, era stato compromesso in modo da creare degli schiavi senza volontà, a servizio degli umani. L'istinto di Ryker gli suggeriva che ci fosse altro, ma non aveva un'idea precisa. Non riusciva in alcun modo a digerire la corruzione che regnava all'Accademia. Dopo tutto, il suo bis nonno aveva creato l'Accademia per evitare il caos e le catastrofi nel caso in cui dei Fae non addestrati avessero accidentalmente sprigionato i loro elementi.

      “E il Consiglio lo permette" commentò Ryker. "Dobbiamo fare qualcosa al riguardo prima di perdere altre parti del nostro reame".

      Daine, Brokk e Sol si avvicinarono al ragazzo con espressione contrariate in viso. Il modo in cui i tre si guardavano attorno suggerì a Ryker che i ragazzi si preoccupassero che qualcuno avesse udito le sue parole. Degli agenti coprivano l'area dove la sabbia incontrava il sentiero di pietra che conduceva a Bramble's Edge. Un altro gruppo sorvegliava invece nei pressi del muro di mattoni che separava le spiagge di Furness. La struttura bloccava interamente Dornwich. Sembrava che gli umani non gradissero ricordarsi di chi avevano privato della terra.

      “Attento, fratello” lo avvertì Brokk. Durante l’anno precedente Ryker era diventato così intimo con i suoi coinquilini da considerare i ragazzi fra i pochi di cui si fidava. Aveva intenzione di nominarli guardia del Re quando sarebbe stato incoronato. Indubbiamente i suoi amici avrebbero preso seriamente tale ruolo. “Non sai chi potrebbe sentirti”.

      “Come fai a sopportare questa stronzata? Sono così stanco di restare a guardare quando potrei fare qualcosa” ribatté Ryker a bassa voce.

      “Lo so, ma non abbiamo scelta. Ti ricordi che cosa ti hanno detto tua mamma e Shiloh? Andiamo a pulire vicino ai burroni” propose Daine. “Là saremo più al sicuro”.

      I quattro annuirono e ripresero a raccogliere l’immondizia. Ryker trattenne il respiro e raccolse ciò che una volta dovevano essere un paio di pantaloni. Erano strappati e macchiati. Risultava impossibile determinare ciò che li avesse sporcati, ma indubbiamente il tessuto era stato strappato da degli artigli o delle lame.

      Li infilò nella borsa e continuò a raccogliere la sporcizia, si domandava come potessero creare così tanti scarti in un paio di mesi. I Fae pulivano spesso l’area. Non potevano far trascorrere troppo tempo da una pulizia all’altra. L’inquinamento avvelenava il loro essere.

      Ryker sollevò il capo ed osservò con cura la spiaggia, guardò i bambini che aiutavano i loro genitori. Persino gli anziani facevano la propria parte. La rabbia consumava il Fae, facendogli tremare gli arti. L’energia gli ribollì nel petto, suggerendogli che in qualche modo aveva attivato il mantello del Re.

      Quando analizzò l’area percepì dentro di sé un rimasuglio di tale energia che stava facendo pressione in cerca di una via di fuga. Indubbiamente voleva fare qualcosa per aiutare le persone che stavano soffrendo.

      Forse sembrava strano, ma Ryker vedeva la propria identità di Re come un’entità separata. Tale energia era intenta ad integrarsi con lui, ma era certo che la sua priorità ed il proprio scopo ultimo fosse il benessere di tutti i Fae.

      “Ma che cazzo?!” sbottò Brokk, attirando l’attenzione di Ryker. Tutti i Fae dapprima intenti a raccogliere l’immondizia si stavano ora dirigendo verso di loro.

      Ryker

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