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loro imprese. Non si avventuravano semplicemente nelle notti di Atene, ne ricostruivano meticolosamente anche la mitologia.

      Paura e stupore. Nessuno sano di mente avrebbe fatto un torto alle Amazzoni.

      Così dannatamente interessante. Greg lo trovava affascinante. Non era asociale, ma negli ultimi anni era stata una routine per lui. Non era molto al passo con la vita notturna della città. Qualcuno aveva dovuto assegnargli un progetto affinché l'uomo prendesse appunti riguardo a ciò che stava succedendo sotto ai suoi piedi, 80 piani sotto.

      Si alzò ed abbassò lo sguardo dall'attico. Atene brillava, dando sfoggio della propria vita notturna. Ad esclusione degli altri tre grattacieli accanto a quello in cui si trovava, si sentiva così in alto rispetto al resto. Gli sembrava di essere al di sopra della media, che in qualche modo fosse qualcosa di più di un mero mortale.

      Aveva accesso ai migliori trattamenti medici del mondo, alle informazioni da qualsiasi parte del mondo, ed un'indennità che gli permetteva di ordinare qualsiasi cosa desiderasse.

      Allora perché si sentiva così vuoto dentro?

      Non è che non ne fosse grato, sapeva di essere fortunato di possedere tutto ciò. Gli piaceva spingere la propria mente al limite, trovare delle connessioni, scoprire delle opportunità dove gli altri non ne vedevano.

      "Ti portiamo da A e B in sicurezza" mormorò. Perché nel mondo di oggi non potevi semplicemente prendere la tua auto e guidare fino al tuo ristorante preferito in fondo alla strada. Non nel caso in cui eri qualcuno di importante in cima alla scala della Compagnia. No, dovevi essere scortato in un'auto blindata, con dei droni che volavano sopra al mezzo, il guidatore che ti accompagnava doveva essere stato addestrato, doveva seguirti un convoglio di Amazzoni sulle motociclette, ed un hacker doveva essere operativo, al fine di fermare ogni tentativo di hacking che avrebbe potuto metterti in pericolo. Era una cosa assurda. Poi, come valore aggiunto, ovviamente ad un costo importante, potevano essere aggiunti dei filtri biologici di protezione, l'evacuazione medica prioritaria (Assicurati però che l'unica luce che vedi è il Cavalletto di Apollo!) o agenti attivi (ovvero quelli armati pesantemente).

      Com'era possibile che qualcuno vivesse in tal modo? A Greg piaceva salire sulla sua moto tre volte alla settimana e andare a Romvis Street per i suoi ristoranti. Gli piaceva percorrere quel tratto, faceva parte della sua routine di rilassamento. Non era possibile lavorare assiduamente a lungo, era necessario rilassarsi regolarmente. Era adulto, e sapeva quando fermarsi. Spingeva il proprio cervello al limite ogni giorno, ma sapeva di non sovraccaricarsi.

      Greg fissò le file di luci sotto di lui, e le auto che si spostavano. Gli piaceva guardare le trame che descrivevano. La città era coperta da un sottile strato di smog, quindi non vedeva direttamente fino a terra.

      Mel lo raggiunse in silenzio. "Quella", indicò con un dito storto. Le sue proporzioni erano tutte sbagliate.

      "Guida autonoma" disse Greg un secondo più tardi.

      "Esatto" sorrise Mel. "E quella macchina, la bianca?"

      "Guidatore umano. Andiamo, forse è ubriaco".

      "Quella berlina rossa?"

      "Hm. Ancora umano. Ha rallentato per guardare le ragazze alla sua destra".

      "Esatto".

      Era un gioco stupido quello con il quale si intrattenevano. Greg non ricordava chi l'avesse inventato, se lui o la sua Musa. Non aveva comunque importanza, poiché lo rilassava.

      "Ne ho una per te" disse stringendo lo sguardo su di lei.

      "Certo. Dimmi".

      "La ragazza dei computer che è venuta prima, che ne dici?"

      "È sicuramente umana".

      Greg ridacchiò. "Sì, lo sapevo, grazie. No, voglio dire, che cosa pensi di lei? Qual è stata la tua opinione quando l'hai vista oggi?"

      Mel s'interruppe. Greg sapeva che si era interrotta meramente per apparenza, il suo cervello non aveva bisogno di una tempistica degna di nota per riflettere. "Penso che dovresti chiederle di uscire".

      Greg provò imbarazzo. "No, uhm...Non è ciò che-"

      "È ciò che ti preoccupa. E no, non penso che ti sarà da ostacolo per i tuoi progetti, è la mia opinione ufficiale in quanto tua Musa. Le persone necessitano di interazioni sociali per restare in salute, le relazioni romantiche ricadono in tale categoria" disse dolcemente, ma il suo viso rimase immutato nella sua espressione che ricordava quella di una maschera.

      Greg riportò l'attenzione sulla città sotto di lui. "Okay. Come dovrei chiederle di uscire? Voglio dire, è trascorso così tanto tempo..."

      "Non ti posso aiutare", disse la sua Musa. "In realtà posso, ma penso che sarà meglio se non lo farò".

      "Che amica che sei" scherzò.

      "Sono tua amica, Greg. Fra l'altro sono responsabile della tua salute mentale e fisica. Servirti una fidanzata su un vassoio come le ragazze a chiamata che ordini da un catalogo non ti aiuterà sul lungo termine".

      "D'accordo, d'accordo!" ribatté allontanandola. L'androide non si mosse. "È ora che tu dorma per resettarti. Sai di non poter mantenere il sonno polifasico a lungo".

      "Sì, vado a dormire. Lasciami solo per un minuto, okay?"

      "Kalinixta", disse Mel in greco dando la buonanotte a Greg, e se ne andò.

      Capitolo 5: Galene, a 0.6 volte la normale velocità umana

      "Fa' che non sia morto, fa' che non sia morto" Gal annaspò con le chiavi per accedere al suo appartamento. Corse sul balcone e si guardò attorno in cerca di Simba. Sì, aveva chiamato il suo gatto arancione Simba. Il micio miagolò e la raggiunse, strusciandosi sulle scarpe di lei.

      "Oh, eccoti. Scusa se mi sono dimenticata di darti da mangiare stamattina, Simba. Non ho sentito la sveglia, e poi non avevo tempo di vestirmi, e c'era traffico, come al solito..."

      Il gatto l'ignorò. Fortunatamente era ancora dotato dei suoi istinti, e si era fatto praticamente selvatico, dandosi alla caccia di uccelli e ratti per mangiare. Altrimenti sarebbe morto di fame molto tempo prima.

      Per un momento fissò i suoi vasi di fiori. Più precisamente, la donna guardò i vasi con all'interno della terra secca e delle piante morte. Voleva avere dei bei fiori ma...

      Galene gettò le chiavi e la borsa sul tavolo della cucina e si abbandonò su una sedia. Il frigorifero tecnologico le mandò un messaggio sul cellulare comunicandole tutte le cose che avrebbe dovuto comprare e portare a casa.

      "Wow, grazie per avermelo ricordato in tempo".

      Allungò lentamente la gamba ed aprì il frigorifero con il piede. Si diede un buffetto sulla fronte. Si era dimenticata di comprare il latte, di nuovo. E la pasta. E tutto ciò che assomigliava a cibo. Controllò l'orario, le otto di sera. I negozi erano già chiusi.

      Diamine. La giornata era volata.

      Le era sfuggita dalle dita.

      Reggeva ancora in mano il sacchetto dei croccantini di Simba, quindi diede un'alzata di spalle ed assaggiò qualsiasi cosa fosse.

      Huh. Sapeva di pesce. Niente male.

      Capitolo 6: Galene, a 0.7 volte la normale velocità umana

      Galene si svegliò e schizzò in bagno. Ciò che lei considerò 'schizzare' veniva visto dagli altri come 'prendersi il proprio tempo'.

      Solamente quaranta minuti più tardi stava aspettando la metro per andare a lavorare.

      Si diede un buffetto sulla fronte da seduta sul seggiolino. "È la Musa!" La donna accanto a lei la fissò. "Mi scusi" disse con fare imbarazzato.

      Come aveva potuto non riconoscere un androide? Dopo tutto erano tutte prodotte e gestite dalla Ermes, ma il ruolo di Galene era troppo di basso livello per tali dinamiche. Inoltre i nerd

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