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con sé quei demoni dagli occhi rossi.

      “L’angelo ha bisogno del nostro aiuto!” urlò Kyoko, cercando di liberarsi da Tasuki, ma lui era troppo forte. Vedendo suo nonno mettersi tra lei e la statua, gridò “Ci sono dei demoni dentro quella statua, lo feriranno! Tu combatti i demoni, vai ad aiutarlo… ti prego!”.

      Appoggiandosi a Tasuki, singhiozzò quando vide di nuovo l’espressione spaventata sul volto di suo nonno, solo che, stavolta, lo era ancora di più. “Non… non puoi aiutarlo?”.

      Nonno Hogo si voltò e si guardò intorno. Le pergamene di protezione che aveva posizionato all’interno della piccola struttura emanavano ancora fumo, erano ridotte quasi in cenere. Uscendo dal tempio, lanciò un’occhiata al ragazzino che teneva la sua nipotina e sentì i brividi strisciargli lungo la spina dorsale. Gli occhi di Tasuki erano sempre stati castano chiaro… adesso, invece, il ragazzino stava fissando la statua con occhi di un furioso color ametista.

      Il sangue gli si era gelato più del ghiaccio quando aveva assistito alla creazione del legame tra Kyoko e la Statua della Vergine, e capì che il loro tempo era scaduto. L’apparizione del cristallo era già abbastanza grave, ma vederlo andare in frantumi lo terrorizzò. Aveva anche notato che un pezzo della gemma si era conficcato nel torace del giovane Tasuki.

      “Le pergamene avevano ragione.” sussurrò con voce roca, desiderando che, invece, fosse il contrario.

      Poi alzò gli occhi al cielo e inviò una silenziosa preghiera a qualunque divinità lo stesse ascoltando, affinché lo guidasse. Doveva portare i bambini via da lì e, cosa ancora più importante, doveva allontanare Kyoko da Tasuki. Anche senza volerlo, quel ragazzo avrebbe portato i demoni dritti da lei e presto i guardiani del cristallo li avrebbero seguiti.

      Tasuki sussultò quando Kyoko gli fu strappata dalle braccia. Rivolse il suo sguardo color ametista verso colui che gliel’aveva portata via… il nonno. Non avrebbe dovuto afferrarla in quel modo.

      “Tasuki, non dovresti stare fuori dopo il tramonto. Se non vuoi che svegli tuo padre allora ti consiglio di tornare a casa. Subito.” ordinò nonno Hogo con voce aspra. Mise Kyoko in braccio a Tama e si allontanò con i due nipotini che gli erano stati affidati.

      Tasuki guardò Kyoko e la vide affondare il viso nel petto di Tama, continuava a piangere per l’angelo che secondo lei era stato ucciso dai demoni.

      “Kyoko, ci vediamo domani mattina per andare a scuola.” disse Tasuki, lanciando un’ultima occhiata al tempietto prima di avviarsi verso casa.

      Il nonno aspettò che Tasuki si arrampicasse fino alla finestra della sua camera da letto. Poi fece un respiro profondo, sapendo che avrebbe assistito ad una scenata quando i suoi nipoti avrebbero capito cosa stavano per fare.

      “Preparatevi, bambini… si parte tra un’ora.” ordinò.

*****

      Tornando al presente… il castello, quartier generale del PIT.

      Storm era appoggiato allo schienale della poltrona e fissava il soffitto, perso nei suoi pensieri sui guardiani. La leggenda dei primi guardiani narrava di una strana e paradossale storia d’amore.

      Dopo aver appreso di quella strana leggenda, si era incuriosito ed era riuscito a risalire ad un potente cristallo noto come il “Cuore di Cristallo Protettore”. Non era stato facile, poiché la leggenda doveva essere stata scritta su carta o scolpita in una pietra per poi svanire, senza lasciare alcuna prova della propria esistenza. Era un enigma persino per un viaggiatore nel tempo come lui.

      La leggenda più antica che aveva trovato a proposito del cristallo dimensionale narrava la storia di una coppia di gemelli guardiani, due immortali che proteggevano tutti i mondi umani paralleli dalla collisione con il regno demoniaco. I due potenti uomini si erano innamorati di un’umana che, con l’aiuto di un cristallo creato da suo padre, aveva attraversato una crepa tra le dimensioni.

      I due si erano battuti per lei, quasi distruggendo il sigillo che dovevano proteggere.

      Uno di essi aveva cercato di porre fine a quel pericoloso conflitto prendendo il cristallo e fondendolo con l’anima della ragazza, per poi legare entrambi ad una statua da lui creata, che somigliava alla ragazza ed era fatta del materiale che separava tutte le dimensioni. Lui pensava che, unendo i tre elementi, lei sarebbe comparsa in ciascuno dei mondi paralleli che loro proteggevano.

      La sua intenzione era confinare suo fratello gemello in uno dei mondi paralleli e isolarlo da quello demoniaco, così avrebbero potuto averla entrambi. Ma le cose non erano andate come previsto. Quando la ragazza, la statua e il cristallo divennero una cosa sola, lei scomparve improvvisamente dal regno dei demoni e la crepa fu sigillata di nuovo.

      L’altro scoprì ciò che il gemello aveva fatto e lo uccise in un impeto di gelosia, facendo frantumare le anime di entrambi. Poiché erano immortali e non potevano morire per davvero, le loro anime rinacquero dando vita a cinque nuovi guardiani, che sentivano il richiamo della ragazza che viveva nei mondi paralleli.

      Storm continuava a guardare il soffitto, sapeva che erano gli stessi guardiani che adesso si trovavano al terzo piano del castello.

      La matassa era difficile da sbrogliare perché il cristallo non si muoveva soltanto nello spazio e nel tempo, ma anche attraverso le dimensioni. Aveva imparato tempo fa a restare fuori da cose che erano ben oltre le capacità manipolatorie di un viaggiatore nel tempo. Con i demoni che invadevano Los Angeles e i suoi poteri già in tilt, non era il momento migliore per sfidare la sorte, a meno che non volesse finire in un mondo parallelo senza possibilità di ritorno.

      Neanche per sogno… i guardiani dovevano cavarsela da soli.

      Capitolo 2

      L’umore di Tasuki non era migliorato molto da quando era tornato in centrale. Lungo il tragitto non aveva sentito altro che segnalazioni via radio di avvistamenti di demoni. Continuavano a ricordargli la prima volta che aveva visto un demone… la stessa notte in cui Kyoko era scomparsa.

      Si toccò il fianco nel punto in cui la luce lo aveva trafitto quella stessa notte, e si accigliò ricordando la paura e la delusione quando il mattino seguente non aveva più trovato la famiglia Hogo. Era andato da Kyoko per accompagnarla a piedi a scuola come promesso, ma aveva trovato la casa deserta.

      Era una cosa che lo aveva tormentato per molto tempo e che non era ancora riuscito a superare. Cavolo, conservava ancora il suo regalo di compleanno per lei. Era un anellino d’oro che sua nonna, la signora Tully, lo aveva aiutato a scegliere.

      Negli ultimi undici anni aveva fatto molti sogni su Kyoko e sui demoni. Lui era cresciuto e, stranamente, nei suoi sogni era cresciuta anche lei, e quei sogni diventavano sempre più frequenti e inquietanti. Il pensiero che lei fosse in pericolo chissà dove lo teneva sveglio la notte.

      Sospirando, scacciò Kyoko dalla mente e guardò mentre quattro delle cinque guardie del magazzino venivano scortate verso la centrale per essere interrogate da Boris e i suoi uomini.

      La guardia che aveva quasi sparato a Micah sarebbe finita nella stanza speciale degli interrogatori. La stanza rinforzata era stata predisposta nel caso in cui si fossero imbattuti in una qualsiasi creatura paranormale o addirittura in demoni di basso livello.

      Guardando la squadra SWAT, Tasuki quasi sbuffò notando che alcuni agenti si stavano vantando, gonfiando il petto e scambiandosi pacche sulle spalle per il lavoro ben svolto.

      Per come la vedeva lui, avevano soltanto salvato tre delle tante donne rapite e catturato un paio di guardie che erano più muscoli che cervello. Non aveva la minima intenzione di festeggiare, a meno che una delle guardie non avesse vuotato il sacco su dove Luca teneva il resto dei prigionieri. Dubitava seriamente che quei tirapiedi sapessero granché oltre ai propri compiti da svolgere e alle sigarette da fumare.

      Si appoggiò al muro, osservando il grande furgone che entrava a retromarcia nel garage laterale dell’edificio. Scommetteva che sarebbe stato Titus a supervisionare lo spostamento della lupa fuori dal veicolo… lui era un alfa e bla bla bla. Se fosse dipeso da lui, la lupa sarebbe arrivata lì camminando sulle sue gambe… o zampe, a lei la scelta.

      Al momento i suoi soccorritori la stavano tenendo prigioniera come avevano fatto

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