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Obiettivo Primario. Джек Марс
Читать онлайн.Название Obiettivo Primario
Год выпуска 0
isbn 9781640298705
Автор произведения Джек Марс
Серия Le Origini di Luke Stone
Издательство Lukeman Literary Management Ltd
A Luke non piaceva guardarlo.
“Perché sei qui?” chiese di nuovo il capo del gruppo.
Luke scrollò le spalle. “Non lo so, Riggs. Perché tu sei qui?”
“Io sto cercando di aiutare questi uomini a riprendersi le loro vite,” rispose Riggs. Lo disse senza perdere un colpo. Doveva essere una dichiarazione preparata appositamente per quando qualcuno lo avesse affrontato, oppure ci credeva davvero. “E tu?”
Luke non rispose, ma ormai tutti lo fissavano. Era raro che parlasse in quel gruppo. Tanto valeva che non lo frequentasse. Non credeva che lo stesse aiutando. A dire la verità, pensava che tutta quella faccenda fosse una perdita di tempo.
“Hai paura?” chiese Riggs. “È per questo che sei qui?”
“Riggs, se credi questo, si vede che non mi conosci molto bene.”
“Ah,” rispose l’uomo, e sollevò leggermente le grosse mani. “Adesso siamo sulla strada giusta. Sei un duro, questo lo sappiamo già. Quindi fallo, dimostraci quanto vali. Parlaci del sergente di prima classe Luke Stone delle Forze Speciali dell’Esercito degli Stati Uniti. Delta, ho ragione? Immerso fino al collo in quella merda, giusto? Uno degli uomini che ha partecipato al fiasco dell’assassinio del tizio di Al Qaeda, quello che avrebbe bombardato la USS Sarasota?”
“Riggs, non so niente di una missione del genere. Una missione di quel tipo sarebbe un’informazione riservata, che significa che se anche ne sapessimo qualcosa, non potremmo…”
Riggs sorrise e agitò in cerchio una mano. “Discutere di un assassinio di così alto livello, che comunque non è mai esistito. Sì, sì, sì. La conosciamo tutti questa storia. L’abbiamo già sentita. Credimi, Stone, non sei così importante. Ogni uomo di questo gruppo è stato in combattimento. Ogni uomo in questo gruppo è ben consapevole del…”
“Che tipo di combattimento hai visto, Riggs?” domandò Luke. “Tu eri in Marina. A bordo di un cacciatorpediniere. Nel bel mezzo dell’oceano. Fai un lavoro d’ufficio in questo ospedale da quindici anni.”
“Non stiamo parlando di me, Stone, ma di te. Sei in un ospedale per veterani, nel reparto psichiatrico. Giusto? Non ci sono io nel reparto psichiatrico, ci sei tu. Io ci lavoro, e tu ci vivi. Ma non ti ci hanno chiuso, ci sei entrato volontariamente. Puoi uscire di qui ogni volta che vuoi. Nel bel mezzo di questa sessione, se preferisci. Fort Bragg è a cinque o sei miglia da qui. Tutti i tuoi ex commilitoni sono là, ad aspettarti. Non vorresti riunirti a loro? Stanno aspettando solo te, amico. Vai e spacca. C’è sempre una nuova missione segreta senza senso a cui partecipare.”
Luke non disse nulla. Fissò Riggs. Quell’uomo era fuori di testa. Era lui il folle, e non accennava neanche a rallentare.
“Stone, vedo degli uomini della Delta qua dentro, di tanto in tanto. Non avete mai un graffio addosso. Voialtri siete, tipo, sovrannaturali. In qualche modo i proiettili sembrano schivarvi. Ma siete terrorizzati. Siete esauriti. Avete visto troppo. Avete ucciso troppa gente. Siete coperti di sangue. È invisibile, ma è lì.”
Riggs annuì tra sé e sé.
“Nel 2003 è arrivato qui uno della Delta, circa della tua età, che diceva di stare benissimo. Era appena tornato da una missione top secret in Afghanistan. Era stato un mattatoio. Certo che lo era stato. Ma lui non aveva alcun bisogno di parlare. Ti ricorda qualcuno che conosci? Quando è uscito da qui, è andato a casa, ha ammazzato sua moglie, sua figlia di tre anni e si è infilato un proiettile nel cervello.”
Tra Luke e Riggs si prolungò una pausa. Nessuno degli altri uomini pronunciò una sola parola. Il capo del gruppo era un provocatore. Per qualche motivo, riteneva che fosse quello il suo lavoro. Era importante che Luke rimanesse calmo e non si lasciasse turbare. Ma non gli piacevano quel tipo di discorsi. Sentiva qualcosa ribollire dentro di sé. Riggs stava affrontando un argomento pericoloso.
“È di questo che hai paura?” insistette Riggs. “Hai paura che tornerai a casa e farai saltare il cervello di tua moglie su…”
Luke si alzò dalla sedia e attraversò lo spazio tra sé e Riggs in meno di un secondo. Prima di capire che cosa era successo, aveva afferrato Riggs, gli aveva calciato via la sedia da sotto e lo aveva gettato a terra come una bambola di pezza. La sua testa rimbalzò sulle piastrelle di pietra.
Luke si chinò su di lui e caricò il pugno.
Gli occhi di Riggs erano sgranati, e per un brevissimo istante la paura gli attraversò il volto. Poi tornò al suo atteggiamento calmo.
“Ecco quello che mi piace vedere,” disse. “Un po’ di entusiasmo.”
Luke fece un profondo respiro e rilassò il pugno. Guardò gli altri uomini tutti attorno. Nessuno di loro aveva fatto una mossa. Li fissavano con distacco, come se l’attacco di un paziente nei confronti del proprio terapista fosse una parte normale della giornata.
No. Non era così. Fissavano come se non gli importasse che cosa sarebbe successo, come se non gli importasse più di nulla.
“Lo so che cosa stai cercando di fare,” disse Luke.
“Sto cercando di farti emergere dal tuo guscio, Stone. E sembra che finalmente stia funzionando.”
***
“Non ti voglio qui,” disse Martinez.
Luke era seduto su una sedia di legno vicino al letto di Martinez. La sedia era sorprendentemente scomoda, quasi fosse stata progettata per scoraggiare i perditempo.
Luke stava facendo quello che aveva evitato per settimane, era andato a trovare Martinez. L’uomo si trovava in un edificio diverso dall’ospedale, era vero. Ma era a meno di dodici minuti dalla sua stanza. Fino a quel momento Luke non era riuscito ad affrontare il breve viaggio.
Martinez aveva una lunga strada da fare, una strada che non sembrava essere interessato a percorrere. Le sue gambe erano state maciullate, e non era stato possibile salvarle. Una gli era stata amputata sotto il bacino, una sotto il ginocchio. Aveva ancora l’uso delle braccia, ma era paralizzato dalla vita in giù.
Prima che Luke entrasse, un’infermiera gli aveva bisbigliato che Martinez passava la maggior parte del suo tempo a piangere. Passava anche molto tempo a dormire, sotto pesanti sedativi.
“Sono venuto a salutarti,” rispose Luke.
Martinez stava fissando la giornata luminosa fuori dalla finestra. Si girò per guardare Luke. Il suo volto era a posto. Era sempre stato un uomo attraente, e lo era ancora. Dio, il demonio, o chiunque fosse responsabile di quelle cose, gli aveva risparmiato la faccia.
“Salve e addio, giusto? Buon per te, Stone. Sei ancora tutto intero, uscirai di qui, probabilmente sarai promosso, o premiato in qualche modo. Non vedrai più neanche un minuto di combattimento perché sei stato in un reparto psichiatrico. Starai dietro una scrivania, farai altri soldi, manderai in azione altri uomini. Buon per te, amico.”
Luke rimase seduto in silenzio. Accavallò una gamba sopra l’altra. Non disse una parola.
“Murphy è passato di qui un paio di settimane fa, lo sapevi? Gli ho chiesto se sarebbe venuto a trovarti, ma ha detto di no. Non voleva vederti. Stone? Stone è un leccapiedi dei piani alti. Perché avrebbe voluto vedere Stone? Murphy ha detto che voleva girare il paese a bordo di treni merci, come un vagabondo. È il suo piano. Sai che cosa credo? Penso che si sparerà in testa.”
“Mi dispiace per quello che è successo,” disse Luke.
Ma Martinez non lo stava ascoltando.
“Come sta tua moglie? Tutto bene con la gravidanza? Sta per nascere il piccolo Stone Junior? È fantastico, Stone, sono felice per te.”
“Robby,