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convinta ma in qualche modo avrebbe voluto darsi da fare. Prese altri frutti, li guardò per bene, ne tastò la durezza, il grado di maturazione e la consistenza. Poi sorrise e guardando James negli occhi acconsentì.

      «Va bene James. Ma dovrai darmi una mano, ok? Ci sono un sacco di cose da fare, forza!», esclamò, mentre avvicinava la cesta al lavabo che stava già riempiendosi dell’acqua necessaria. James sorrise felice. Sentiva la commozione crescere dentro di lui e se avesse parlato probabilmente si sarebbe sentita la sua voce tremare. Lynda le vide e lo abbracciò. “Zio James” era davvero un brav’uomo!

      In meno che non si dica la cesta di frutta era stata accuratamente lavata e asciugata. Insieme Lynda e James iniziarono a sbucciarla e a tagliarla in piccoli pezzi, facendo attenzione a rimuovere completamente i noccioli. Riversarono poi tutto nel pentolone in precedenza riscaldato con un po’ di acqua sul fondo, infine versarono una grossa quantità di zucchero. La frutta cominciò pian piano a bollire, rilasciando i suoi succhi mentre perdeva la sua forma iniziale, dando vita ad un impasto dolce e scuro che rilasciava un buonissimo profumo nell’aria. Dopo un po’ di tempo, il preparato era quasi pronto.

      «Ora ci servirebbe l’ingrediente segreto!», esclamò Lynda, «Altrimenti questa marmellata non avrà mai il sapore speciale che zia Beth sapeva darle ogni volta e che la rese tanto famosa!».

      «E’ vero. E come possiamo noi preparare una marmellata secondo la ricetta completa di zia Beth se non aggiungiamo il famoso “ingrediente segreto”?», disse James sorridendo e mostrando a Lynda un vaso contenente un liquido color ambra, denso e trasparente.

      «Oh James, ma questo è il miele di zia Beth! E’ questo l’ingrediente segreto? Quindi tu lo sapevi?».

      «Non so dirti se possa trattarsi o meno di un ingrediente segreto, quello che so e che Beth ne metteva sempre un bel po’ per conferire alla confettura finale una consistenza più vellutata a contatto con il palato».

      «Si, hai ragione! Questo non è affatto l’ingrediente segreto! Ora ricordo, zia lo usava! E’ colpa mia se non mi sono ricordata quell’ingrediente nella ricetta. Quando zia metteva il suo “ingrediente segreto” si voltava di spalle e non mi permetteva di guardare cosa faceva».

      «Allora doveva veramente tenere molto a quel segreto! Oppure semplicemente desiderava che fossi tu a scoprirlo da sola, con le tue capacità, proprio come aveva fatto lei», rispose James compiaciuto per essere riuscito a sorprendere Lynda ancora una volta.

      «Ma dimmi, come fai ad averne ancora di questo miele? Son passati moltissimi anni ormai».

      «Lo faccio io. Beth mi ha spiegato proprio tutto, e quando non ricordo qualche cosa o mi serve un consiglio ci sentiamo al telefono!».

      «Allora siete ancora in contatto, molto bene! Sai mi piacerebbe ritornare in Cornovaglia da lei, vorrei tanto riabbracciare la mia adorata zia. Sono passati ormai tantissimi anni dall’ultima volta che la vidi, chissà com’è cambiata. Da quando mia madre è ospite nella casa di riposo, non ho più avuto occasione di andarci».

      «Sai, penso che anche a tua madre farebbe piacere rivedere Beth. Io ci farei un pensierino».

      «Ma mamma ora non cammina più come prima. Se ne sta sempre seduta su quella sedia davanti alla televisione in quella stanza. Le infermiere la spostano dal letto alla sedia e viceversa. Mia madre dovrebbe camminare invece, uscire fuori all’aria aperta!».

      «Potresti portarcela tu! Anzi, dovresti proprio farlo Lynda! Tu madre è ancora una donna in gamba, è affascinante! Sarebbe ancora in età da marito se solo lo volesse! Aiutala a rivivere Lynda, tu puoi farlo e penso che lei non stia aspettando altro che questo».

      «Ma… James! Che cosa dici! Mia madre è una donna anziana ormai!».

      «Oh no signorina, ti sbagli! Tua madre è una donna abbandonata da sua figlia, non anziana. Pensaci!».

      Lynda accusò il colpo. James aveva ragione, lei si era occupata troppo poco della madre a causa dei suoi impegni sul lavoro e di tutte le altre scusanti che di volta in volta era riuscita a trovare. La madre stessa aveva compreso la situazione e si era cercata un posto dove ritirarsi per non pesare ulteriormente sulla già complicata situazione della figlia.

      «Il cottage di zia Beth era sempre così profumato! Quando entravo in casa, da bambina, sentivo sempre dei buonissimi profumi! Ogni stanza aveva il suo, dalla lavanda agli agrumi per non parlare del suo guardaroba! Sapeva di…»

      «Mughetto!», la precedette James.

      «Si, mughetto, esatto!».

      «Come tua madre. Anche lei profuma di mughetto!», disse James senza guardarla mentre con il braccio mescolava il preparato di marmellata che si andava via via sempre più addensando.

      «Ricordi il profumo che metteva mia madre?».

      «Oh si che lo ricordo, come potrei non farlo? Ah, se la mia auto potesse parlare, quante ne direbbe!».

      Lynda rimase in silenzio per un istante, poi continuò.

      «Cosa pensi tu realmente di mia madre James?».

      «Mia cara, di donne come tua madre ce ne sono troppo poche al mondo. Con la sua classe, la sua eleganza e la sua bellezza sapeva riempire il cuore di tutti quegli uomini che le giravano attorno. Riusciva a regalare sogni, immagini e fantasticherie che affollavano le menti di molti».

      «James…», cercò Lynda di interromperlo.

      «Aspetta Lynda, lasciami parlare. Non so se avrò mai più la forza e un’occasione per farlo. Una di queste menti era la mia. Vedi cara, tua madre è sempre stata per me la donna dei sogni, quell’immagine di fata irraggiungibile che ti toglie il fiato con un solo sguardo. Quando salivate in macchina, io la ammiravo ogni volta! Io vedevo solo lei, lei era nei miei pensieri sempre. Tua madre è stata l’unica donna che io abbia mai veramente amato in tutta la mia vita!», concluse l’uomo, sospirando a testa bassa.

      «Ma James, mia madre era sposata!».

      «Appunto. Per questo fui costretto ad amarla in silenzio per così tanto tempo. Lei era la moglie del Senatore Grant, il mio datore di lavoro! Non avrei mai potuto averla tutta per me e questo anche lei lo sapeva. E quando il Senatore si tolse la vita pensai che fosse finalmente giunta per me l’occasione giusta per confidarle tutti i miei sentimenti e convincerla a passare il resto delle nostre vite insieme. Ma non lo feci mai, non ne fui capace. Ed ora sono qui a mangiarmi le mani per le occasioni che mi son lasciato sfuggire».

      «Ma James, tu sei pazzo! Mia madre amava mio padre, e tu lo sai!»

      «Oh no figliola, mi dispiace deluderti ma vedi, l’amore tra tuo padre e tua madre era finito da molto tempo. Stavano insieme per salvare l’immagine di tuo padre, per una specie di contratto che prevedeva anche il mantenimento della loro figlia, cioè tu».

      Lynda serrava forte i pugni battendoli incredula sul piano di lavoro. Aveva girato le spalle a James, non osava guardarlo in faccia in quel momento, timorosa di tradire le proprie emozioni. Per quanto difficile da accettare, il discorso di James aveva un senso.

      «E’ stata zia Beth a raccontarti queste cose?», chiese Lynda mantenendo sempre una certa distanza dall’uomo.

      «Diciamo di si, in parte. Mi sono poi state confermate da tua madre in persona».

      «Tu e mia madre vi scambiavate confessioni così intime e riservate?».

      «Ho visto tua madre piangere un giorno mentre stava seduta in auto e guardava attraverso i finestrini bagnati dalla pioggia. Era una fredda giornata invernale, lo ricordo ancora come se fosse accaduto ieri. Arrivati a casa vostra, accostai l’auto come facevo di solito e mentre stavo per scendere per aprirle la portiera mi fermò, chiedendomi di aspettare perché lei in quel momento non si considerava presentabile. Aveva gli occhi gonfi di lacrime, lacrime molto amare stando a ciò che da lì a pochi minuti mi avrebbe raccontato».

      Il viso di Lynda s’incupì e un grosso interrogativo spuntò nella sua mente, annientando qualsiasi sua capacità di ragionare. Forse sua madre aveva scoperto un tradimento da parte del padre? Decise però di trattenere quel pensiero e di lasciar parlare James.

      «Te

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