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che mi davano il lavoro e mi permettevano di vivere dignitosamente. E quando una cosa ti entra nella testa in questo modo non è per nulla facile spazzarla via. Cuore e testa sono come due casseforti, una conserva i sentimenti, l’altra i ricordi».

      «Signor James, lei sta divagando!», puntualizzò Lynda con un sorriso.

      «Si, forse, ma…»

      «Ha qualche obiezione da dichiarare, signor James? E’ un ordine!», imperò Lynda mantenendo una sana espressione giocosa in volto. Stava bene, era serena, e lo lasciava vedere.

      «No, nessuna obiezione Lynda. Va bene se la chiamo Lynda d’ora in avanti?»

      «Si, diciamo che come inizio può andare bene, vedremo i progressi strada facendo. Ma non basta. Devi darmi del tu! Eddai, potrei essere tua figlia James! Te ne rendi conto?».

      James impallidì e sobbalzò in seguito a quella frase.

      «Va bene Lynda, per me è un piacere!», replicò James fiducioso in ciò che stava dicendo ma anche piuttosto scosso da quella richiesta inaspettata.

      «Quindi mi prometti che cancellerai dalla tua mente tutti quegli stupidi e superati formalismi ottocenteschi nei miei confronti? Suvvia, viviamo nel ventunesimo secolo!», chiese Lynda attendendo la risposta di James che rimase fermo a fissarla negli occhi per qualche interminabile istante.

      «Ci proverò davvero, farò il possibile Lynda. Ma se qualche volta dovessi fallire la prego… ti prego di perdonarmi. Mi serve del tempo, sono un uomo anziano ormai. Sono cresciuto in una situazione diversa dalla sua e da quella che viviamo oggi. Anche per un dinosauro sarebbe un po’ complicato riuscire ad integrarsi adeguatamente nella nostra società. Prometto però che farò tutto quanto mi sarà possibile». Gli occhi dell’uomo non riuscivano a guardarla in quel momento. Ma il primo passo per far calare il muro del riserbo era stato fatto e Lynda aveva ottenuto ancora una volta ciò che voleva. Ma questa volta non si trattava di un capriccio.

      Lynda scese dall’auto e Puh la seguì. Il cane stava nascosto dietro le gambe della ragazza, timoroso, mentre James si apprestava ad aprire la porta di una vecchia casa.

      «Dove siamo James?», chiese Lynda incuriosita e affascinata dal mistero che avvolgeva quella vecchia costruzione distante solo poche miglia dalla grande città.

      «Siamo a casa mia, Lynda. Questa è la mia casa di campagna, la casa dove sono nato e cresciuto. E’ tutto quello che mi ha lasciato la mia famiglia e ci vengo spesso a trascorrere i fine settimana per rilassarmi e godermi la natura. E’ piccola e molto semplice, una volta le famiglie povere come la nostra vivevano così. Prego Lynda, entriamo!», la invitò James, mentre con la mano indicava il passaggio alla ragazza.

      Lynda entrò per prima e si meravigliò subito delle ridotte dimensioni della stanza d’ingresso.

      «E’ davvero piccolo qui, James. In quanti vivevate qui dentro?», chiese mentre con lo sguardo curioso analizzava ogni singolo oggetto che volutamente o meno veniva a trovarsi sulla sua traiettoria visiva. Erano vecchi oggetti che portavano addosso il peso degli anni passati dal giorno che furono creati. “Quante mani li avranno toccati”, pensò la giovane. Tuttavia erano ben spolverati, James ci teneva a mantenerli sempre puliti e in ordine.

      «Eravamo in cinque persone», rispose l’uomo.

      «Cinque persone? Ma com’è possibile James. Non c’è spazio a sufficienza per cinque qui dentro, si soffocherebbe», chiese Lynda sorpresa da quella risposta.

      «Oh si, si stava un po’ stretti, si. Ma tutto questo aveva anche i suoi vantaggi! Tanti corpi così vicini aiutavano a tenere calda la casa durante i rigidi inverni che interessavano questa zona. Non avevamo il riscaldamento, faceva tutto quel caminetto laggiù. Ma la legna da ardere costava molto e noi non potevamo permetterci di bruciarne in grande quantità», rispose l’uomo con rassegnazione, «E poi ci si voleva bene. C’era amore, unione tra di noi e con nostro padre e nostra madre. E questo ci bastava per andare avanti con il sorriso. Ovviamente si doveva anche mangiare e i nostri genitori erano ormai anziani. Quindi noi figli ci rimboccammo le maniche e decidemmo di lasciare questa casa per andare a lavorare in città. Lavorammo davvero sodo, sa? Ma era giusto così, dovevamo pur sdebitarci con nostro padre e nostra madre per averci cresciuti forti e sani, nonostante le difficoltà economiche».

      Forse proprio qui era nascosto il segreto. Lynda non aveva idea di cosa significassero l’amore, l’unione e la complicità tra i componenti di una famiglia. Tutto questo lei non lo aveva mai vissuto in prima persona, come poteva saperlo? Quando a scuola la maestra chiedeva di scrivere per compito dei pensieri sulla famiglia, provava sempre una sensazione di imbarazzo e per non consegnare il foglio in bianco cominciava ad inventare, fantasticando con la sua fervida mente di bambina. Fortunatamente aveva una buona fantasia. La finzione regnava persino nelle immagini che lei stessa vedeva con la sua piccola mente creativa. Non replicò quindi all’affermazione di James, ma incassò il colpo, certa che l’uomo non lo aveva detto apposta per provocarle del dolore o dei risentimenti sull’affetto che le era stato negato.

      «Quindi qui vivevate tu, tuo padre e tua madre. Chi erano gli altri due?», chiese.

      «Gli altri due erano il mio povero fratello Richard, morto da parecchi anni ormai, possa Iddio conservare per sempre in pace la sua povera anima…», rispose James facendo il segno della croce prima di fermarsi per una breve pausa, «e sua moglie Beth».

      L’uomo sospirò con un’espressione seria dipinta sul volto, Lynda se ne accorse immediatamente.

      «Beth? Che cosa curiosa, si chiama come mia zia…», rispose la ragazza mentre sorrideva, ma piuttosto insicura delle parole che aveva appena pronunciato.

      «Lynda, Beth è proprio tua zia!».

      Lynda non riuscì a credere a ciò che le sue orecchie stavano sentendo! Beth, la moglie del fratello di James e sua zia Beth, sorella di sua madre, amica complice e compagna delle sue estati inglesi erano la stessa persona!

      «Ma no James, non è possibile! Zia Beth vive in Cornovaglia da moltissimi anni ormai! Io trascorrevo tutte le mie estati da lei quando ero bambina, come può essere vero tutto ciò?».

      «E’ tutto vero infatti. Beth ci lasciò subito dopo la morte di Richard per ritornare alle sue origini, nel suo vecchio cottage in Cornovaglia. Facendo un rapido calcolo, tu avevi circa due anni quando lei partì per non tornare mai più qui». James guardava Lynda con tenerezza mentre allontanava una sedia dal tavolo per potersi sedere. Comprendeva bene lo stato di eccitazione misto a smarrimento che una tale notizia poteva averle dato. Lynda sapeva che la famiglia di sua madre era inglese ed aveva le sue radici in Cornovaglia. Sapeva che sua madre Sarah e sua zia Beth si erano trasferite a New York da giovani a causa del lavoro del padre, un ricco industriale che aveva acceso proficui rapporti di lavoro con diverse società statunitensi. Sapeva anche che sua zia era rimasta vedova molto presto e che in seguito alla perdita del marito aveva deciso di tornare nella sua terra d’origine. Ma non era affatto al corrente dello stretto legame che si era formato tra la sua famiglia e quello di James, un semplice autista al servizio del Governo e quindi di suo padre.

      «Oh mio Dio James, sembra tutto così assurdo! Sono totalmente assalita dalle domande! Quindi tu saresti una specie di zio per me!», esclamò Lynda, completamente in balia delle onde di quella burrasca che l’aveva sommersa e che non riusciva ad affrontare. James esitò qualche istante prima di rispondere.

      «Un po’ alla lontana, ma diciamo di si. Una specie di zio», rispose senza però sembrare del tutto convincente agli occhi della ragazza.

      Lynda seguiva i legami di parentela indicandoli con un dito come se fossero stati scritti su un albero genealogico impresso nella sua mente. Tutto aveva un senso logico, James era per lei una sorta di zio.

      «E perché mia madre non mi ha mai raccontato nulla di tutto ciò?», chiese in attesa che l’uomo le rispondesse, nella speranza di dissolvere in un colpo solo tutti i suoi dubbi.

      «Non lo posso dire con assoluta certezza ma penso che dietro a questa sua scelta o imposizione ci fosse la figura di tuo padre».

      «Mio padre?», chiese Lynda sempre più meravigliata.

      «Il Senatore

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