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meno di chiedersi se forse all'interno ci fosse un indizio per loro.

      "Mi chiedo se dovremmo entrare?” Caleb cheise, leggendole la mente.

      Caitlin studiò di nuovo l'incisione sul suo anello.

      Dall'alta parte del Ponte, Oltre l'Orso.

      “Menziona un ponte,” lei disse, riflettendo.

      “Abbiamo appena oltrepassato un ponte," Caleb rispose.

      Caitlin scosse la testa. Non le suonava giusto.

      "Quello era solo un ponte pedonale. Il mio istinto mi dice che non è quello il posto. Non so dove dobbiamo andare, ma sento che non è qui.”

      Caleb restò lì e chiuse gli occhi. Finalmente, li aprì. “Nemmeno io sento nulla. Spostiamoci.”

      "Avviciniamoci di più al fiume,” Caitlin disse. “Se dobbiamo trovare un ponte, immagino che debba trovarsi vicino al fiume. E non mi dispiacerebbe un po' d'aria fresca.”

      Lei scorse una strada laterale, che conduceva alla riva del fiume, ed era esposta un'insegna rozzamente realizzata, sulla quale si leggeva “Collina di St. Andrew.” Prese la mano di Caleb e insieme si avvicinarono.

      Camminarono lungo la strada in leggera discesa, e lei vide il fiume a distanza, animato da un traffico di barche.

      Questo deve essere il famoso Fiume Tamigi di Londra, lei pensò. Almeno ricordava questo, dalle lezioni di geografia.

      Questa strada si interrompeva davanti ad un edificio, non consentendo di raggiungere il fiume; pertanto, svoltarono a sinistra per una strada che si snodava parallelamente al fiume, distante solo quindici metri: non a caso si chiamava "Thames Street.”

      Thames Street era persino più elegante, un mondo a parte da Fleet Street. Le case lì erano più belle, e alla loro destra, lungo la riva del fiume, c'erano delle tenute ancora più elaborate, e anche più belle. Chiaramente, quella parte della città era abitata dai ricchi.

      Sembrava un quartiere pittoresco, mentre svoltarono a destra e a sinistra varie volte, finendo in strade laterali dai nomi buffi, come “Windgoose Lane” e “Old Swan Lane” e “Garlick Hill” e “Bread Street Hill.” Infatti, l'odore del cibo permeava ovunque l'aria, e Caitlin sentì brontolare il proprio stomaco. Anche Ruth guaì, e lei sapeva che era affamata. Ma non vide nessun posto in cui vendessero del cibo.

      "Lo so, Ruth," Caitlin simpatizzò. “Troverò presto del cibo per noi, te lo prometto.”

      Camminarono e camminarono. Caitlin non sapeva esattamente dove cercare, e nemmeno Caleb. Sembrava ancora l'indovinello che avrebbe potuto condurli ovunque, e non avevano delle piste concrete. Stavano entrando sempre di più nel cuore della città, e non era ancora sicura di quale direzione prendere.

      Non appena Caitlin iniziò a sentirsi stanca, affamata ed irritabile, giunsero ad un'enorme intersezione. Lei si fermò e guardò in alto. Le si presentava davanti una rozza insegna in legno, su cui si leggeva “Grace Church Street.” L'aria lì, era interamente permeata dal forte odore di pesce.

      Si fermò esasperata, e si voltò verso Caleb.

      "Non sappiamo nemmeno che cosa cercare," lei disse. “Menziona un ponte. Ma non ho visto un solo ponte da nessuna parte. Stiamo solo perdendo tempo qui? Dovremmo pensarci in un modo diverso?”

      Caleb improvvisamente, le dette un colpetto sulla spalla, e indicò qualcosa.

      Lei si voltò lentamente, e si stupì dinnanzi a quanto vide.

      Grace Church Street conduceva ad un imponente ponte, uno dei ponti più grandi che avesse mai visto. Il cuore le si colmò di nuova speranza. Un'enorme insegna diceva “Ponte di Londra,” e il cuore le batté più forte. Quella strada era più ampia delle altre, chiaramente era un'arteria principale, e persone, cavalli, carri e traffico di ogni tipo andavano e venivano dal ponte.

      Se un ponte era davvero ciò che dovevano trovare, chiaramente l'avevano trovato.

*

      Caleb le prese la mano e la condusse verso il ponte, che si mescolava con il traffico. Lei guardò in alto, e fu sopraffatta dalla vista. Era diverso da qualsiasi altro ponte che avesse mai visto. La sua entrata era preceduta da una maestosa porta ad arco, e guardie erano schierate su ogni lato. In cima, si distinguevano svariate teste, impalate sui pali, con il sangue che colava dalle gole. Era uno spettacolo raccapricciante, e Caitlin distolse lo sguardo.

      "Io lo ricordo,” sospirò Caleb. “Secoli fa. E' così che hanno sempre decorato i loro ponti: con le teste dei prigionieri. Lo fanno in segno di ammonimento per gli altri criminali.”

      "E' orrendo," disse Caitlin, mentre abbassava la testa, e camminarono velocemente sul ponte.

      Alla base del ponte, bancarelle e venditori stavano vendendo del pesce, e quando Caitlin guardò oltre, vide barche e pescatori trasportare i prodotti ittici sulle rive fangose, scivolando mentre camminavano. L'ingresso del ponte puzzava di pesce, tanto che lei dovette tapparsi il naso. Pesci di ogni tipo, di cui alcuni ancora si muovevano, erano esposti su piccole tavole improvvisate.

      “Dentice, tre penny la libbra!" qualcuno gridava.

      Caitlin camminò in fretta, provando ad allontanarsi dall'odore.

      Mentre proseguivano, il ponte la sorprese di nuovo, appena scoprì che era pieno di negozi. Piccole bancarelle, venditori appostati lungo il ponte su entrambi i lati, mentre i passanti, il bestiame, i cavalli e le carrozze passavano nel mezzo. Era una scena caotica ed affollata, e le persone gridavano da ogni direzione, vendendo i loro prodotti.

      "Concerie qui!" quallcuno gridò.

      "Scuoiamo il vostro animale!" gridò un altro.

      “Candela di cera qui! La migliore candela di cera!”

      “Tetti in paglia!”

      “Prendete qui la vostra legna da ardere!”

      “Penne d'oca fresche! Penne e pergamene!”

      Spingendosi oltre, si trovarono davanti a dei negozi più graziosi, alcuni vendevano gioielli. Caitlin non poté fare a meno di pensare al ponte d'oro di Firenze, al tempo trascorso con Blake, al braccialetto che le aveva comprato.

      Momentaneamente sopraffatta dall'emozione, si spostò dall'altra parte, sporgendosi dalla ringhiera e guardando davanti a sé. Pensò a tutte le vite che aveva già vissuto, a tutti i luoghi in cui era stata, e si sentì sopraffatta. Tutto questo era proprio vero? Come poteva una persona aver vissuto così tante vite? O si sarebbe semplicemente svegliata da tutto ciò, e si sarebbe ritrovata nel suo appartamento a New York City, e pensato che tutto quello che le era accaduto era soltanto stato il sogno più lungo e più folle di tutta la sua vita?

      "Stai bene?" Caleb chiese, accostandosi a lei. "Che cosa c'è?”

      Caitlin si asciugò velocemente una lacrima. Si dette un pizzicotto, e si rese conto che non stava sognando. E quella fu la cosa più scioccante di tutte.

      “Nulla," gli rispose velocemente, sfoggiando un sorriso forzato. Sperò che lui non fosse riuscito a leggerle la mente.

      Caleb restò accanto a lei, e insieme, guardarono dinnanzi a sé, proprio verso il Tamigi. Era un fiume ampio e molto trafficato. Barche a vela navigavano, condividendo le acque con imbarcazioni a remi, barche da pesca e da ogni tipo di vascello. Era un corso d'acqua movimentato, e Caitlin era stupita dalla grandezza di tutte le diverse navi e vele, alcuni erano alti diversi metri. Era anche meravigliata dinnanzi alla tranquillità delle acque, persino con così tanti vascelli all'interno. Non c'era alcun suono di motori o motoscafi. L'unico suono udibile era quello delle tele che smosse dal vento. La rilassava. L'aria lassù, con la brezza costante, era anche fresca, finalmente priva di cattivi odori.

      Si voltò verso Caleb e continuarono a percorrere il ponte, con Ruth al seguito. Ruth ricominciò a guaire, e Caitlin percepì la sua fame, e voleva fermarsi. Ma ovunque lei guardasse, non riuscì ancora a trovare del cibo. Anche lei era sempre più affamata.

      Appena raggiunsero il centro del ponte, ancora una volta, Caitlin si stupì di quello che vide. Era convinta che nulla avrebbe più potuto scioccarla, dopo aver

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