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la soluzione dell'indovinello giacesse proprio oltre quelle mura.

      Si voltò verso Caleb.

      "Che cosa pensi?" gli chiese. “Dovremmo andare a vedere di che cosa si tratta?”

      Caleb sembrò titubante.

      “L'indovinello menzionava un ponte,” lui disse, “e un orso. Ma i miei sensi mi dicono qualcos'altro. Non sono molto sicuro—”

      Improvvisamente, Ruth ringhiò, poi si allontanò, correndo via.

      "Ruth!" Caitlin urlò.

      Se n'era andata. Non si era nemmeno voltata ad ascoltare, scattando via con tutta la velocità di cui era capace.

      Caitlin era scioccata. Non l'aveva mai vista comportarsi in quel modo, nemmeno in caso di grave pericolo. Che cosa poteva attirarla così tanto? Non era mai capitato che Ruth non ascoltasse.

      Caitlin e Caleb scattarono dietro di lei, contemporaneamente.

      Ma neppure facendo ricorso alla velocità tipica dei vampiri, riuscivano, in mezzo al fango, a star dietro alla lupa, che era più veloce di loro. La videro voltarsi e farsi largo in mezzo alla folla, e dovettero sgomitare per riuscire a non perderla di vista. Caitlin vide, a distanza, che Ruth svoltava ad un angolo, e si fiondava veloce per un vicolo stretto. Si affrettò, così come fece Caleb, spingendo un uomo grosso via dalla sua strada, e svoltò nel vicolo, dietro di lei.

      Che cosa diamine stava rincorrendo? Caitlin si chiese. Si chiese se ci fosse un cane randagio, o se forse avesse appena raggiunto il limite di sopportazione della fame e stesse rincorrendo qualcosa da mangiare. Dopotutto, era una lupa. Caitlin dovette rammentarselo. Avrebbe dovuto cercare di più qualcosa da mangiare per lei, e molto prima.

      Ma quando Caitlin svoltò l'angolo e guardò in fondo al vicolo, capì subito.

      Lì, in fondo al vicolo, era seduta una ragazzina, di forse otto anni: immersa nella sporcizia, accucciata, piangeva e tremava. Torreggiava sopra di lei un grosso e robusto uomo, senza camicia, con l'enorme pancia scoperta, non rasato, con il petto e le spalle ricoperti di peli. Aveva un'espressione arrabbiata, che svelava i denti mancanti, e frustava ripetutamente la bambina con una cintura di pelle.

      "Ecco che cosa ottieni se non ascolti!" l'uomo urlò in un tono aggressivo, mentre sollevava di nuovo la sua cintura.

      Caitlin era mortificata, e senza nemmeno pensarci, si preparò ad entrare in azione.

      Ma Ruth la batté sul tempo. La lupa partì avvantaggiata, e appena l'uomo allungò un braccio, Ruth balzò in aria, tenendo la mandibola ben spalancata.

      Lei balzò sull'avambraccio dell'uomo, e vi affondò i denti. Il sangue spruzzò ovunque, mentre l'uomo urlava in modo sovrumano.

      Ruth era furiosa, e non avrebbe mollato la presa. Ringhiò e scosse la testa avanti e indietro, affondando i denti ancora di più nella carne dell'uomo, e non intendeva lasciare la presa.

      L'uomo fece oscillare Ruth avanti e indietro, riuscendoci solo grazie alla sua stazza considerevole, e perchè non era ancora una lupa adulta. Lei ringhiò, e fu un verso tanto spaventoso, da far rizzare persino i capelli sulla nuca di Caitlin.

      Ma l'uomo era chiaramente abituato alla violenza, e fece ondeggiare la sua grossa spalla e riuscì a colpire Ruth, scaraventandola contro il muro di mattoni. Poi, le si avvicinò e con l'altra mano, la colpì forte alla schiena con la cintura.

      Ruth urlò e guaì. Alla fine, si lasciò andare e cadde stremata al suolo.

      L'uomo, con uno sguardo colmo d'odio negli occhi, si preparò a riutilizzare la cintura con entrambe le mani, per scatenare tutta la sua violenza sul muso di Ruth.

      Caitlin entrò in azione. Prima che l'uomo potesse abbassarsi, lei scattò in avanti, e con la mano destra, gli afferrò la gola. Lo fece piegare all'indietro, sollevandolo da terra, più in alto di lei, fino a quando non lo lanciò, scagliandolo contro il muro, frantumando diversi mattoni.

      Lo sollevò nuovamente per il collo, con il viso che stava diventando blu per il soffocamento. Caitlin era molto più minuta di lui, ma quest'ultimo non aveva nessuna speranza contro la sua presa di ferro.

      Infine, lo lasciò cadere. Lui si tirò su e tentò disperatamente di raggiungere la cintura, e Caitlin invece, gli si avvicinò e gli diede un forte calcio al volto, rompendogli il naso.

      Poi, proseguì dandogli un calcio al petto; fu un colpo talmente forte, che lo fece volare all'indietro per diversi metri. Colpì infine, il muro con una tale forza, che lasciò un segno in mezzo ai mattoni, per poi finire al suolo, creando un totale caos.

      Ma Caitlin sentiva ancora la rabbia scorrerle nelle vene. Pensò a quella ragazzina innocente, a Ruth, e non aveva provato una simile rabbia non ricordava da quanto tempo. Non riusciva a fermarsi. Si diresse verso di lui, afferrò la cintura, prendendola dalla sua mano, poi si abbassò, e lo colpì forte, proprio sulla grossa pancia.

      Lui barcollò, trattenendo lo stomaco.

      Appena lui si tirò su, lei gli diede un forte calcio, proprio in faccia. Poi, si occupo' del mento, e lo fece andare all'indietro rapidamente, colpendo la nuca, facendogli sbattere la testa contro il suolo. Finalmente, perse i sensi.

      Ma Caitlin non fu ancora soddisfatta. Non era facile che l'ira prendesse il sopravvento in lei, in quei giorni, ma, quando succedeva, non riusciva a bloccarla.

      Caitlin gli salì addosso, mettendogli un piede sulla gola, e si preparò a ucciderlo definitivamente.

      “Caitlin!" giunse una voce acuta.

      Lei si voltò, ancora pulsante di rabbia, e vide Caleb accanto a lei. L'uomo scosse lentamente la testa, ostentando uno sguardo di rimprovero.

      “Hai fatto abbastanza danni. Lascialo andare.”

      Qualcosa della voce di Caleb giunse a lei.

      Sollevò il piede, con riluttanza.

      A distanza, scorse un'enorme tinozza piena di liquami. Poteva vedere il denso liquido nero strabordare, e ne sentiva il tanfo da lì.

      Perfetto.

      Si abbassò, sollevò l'uomo al di sopra della sua testa, sebbene questo pesasse oltre 136kg, e lo portò nel vicolo. Lo lanciò, a testa in avanti, dritto nella tinozza dei liquami.

      Atterrò con uno splash. Lei lo vide ricoperto, dalla testa ai piedi, da tutti gli escrementi. Si godette l'idea del risveglio dell'uomo, che avrebbe realizzato dove si trovava, e finalmente, si sentì soddisfatta.

      Bene, Caitlin pensò. E' proprio da dove provieni.

      Caitlin pensò immediatamente a Ruth. Corse verso di lei, ed esaminò il segno che la cintura le aveva fatto sulla schiena; si stava riprendendo, e lentamente si stava rimettendo in piedi. Anche Caleb si avvicinò, esaminandola, mentre Ruth poggiò la faccia sul grembo di Caitlin e guaì. Caitlin la baciò sulla fronte.

      Ruth improvvisamente se li scrollò di dosso, si alzò e corse nel vicolo, verso la ragazzina.

      Caitlin si voltò e improvvisamente, ricordò. Anche lei imitò la lupa.

      Ruth corse dalla ragazzina, e la leccò sulla faccia. Il pianto isterico della ragazzina cessò lentamente, distratta dalla lingua di Ruth. Era seduta lì nel fango, nel suo vestito sporco e sudicio, ricoperta di ferite causate dalla cintura, alla schiena, con il sangue che le colava, e aveva lo sguardo rivolto verso Ruth in sorpresa.

      Gli occhi gonfi di pianto le si spalancarono, mentre Ruth continuava a leccarla. Infine, si tirò su e lentamente, cominciò, seppur con esitazione, ad accarezzare Ruth. Poi, si fece avanti e la abbracciò. Ruth ricambiò, avvicinandosi ancora di più.

      Fu incredibile, pensò Caitlin. Ruth aveva individuato quella ragazzina ad isolati di distanza. Era stato come se si conoscessero da sempre.

      Caitlin si avvcinò e s'inginocchiò accanto alla ragazzina, offrendole una mano, per aiutarla a tirarsi su.

      "Stai bene?" Caitlin chiese.

      La ragazza la guardò sbalordita, poi guardò Caleb. Sbatté le palpebre, come se si chiedesse chi fossero quelle persone.

      Infine,

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