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dico!.. Voi trattate il vostro maestro come se fosse un citrullo vestito! Non è questo il modo di comportarvi!.. E che San Tommaso vi potete imparare, così? (Poi, tra sè, agitandosi) Io mi vedo perduto. Io mi vedo perduto. Il tempo stringe. La materia è ampia! E fa caldo, per giunta… Fa caldo! (Si soffia col suo cappelletto.)

      SCENA OTTAVA

Nanetta

      (di fuori, vociando) Zia Clotilde!.. Zia Clotilde!.. (Indi, più velocemente) Zia Clotilde! Zia Clotilde! Zia Clotilde! Zia Clotilde!

Don Giacinto

      Oh Oh! Che carrucola!

Nanetta

      (entra a passi rapidi, ripetendo:) Zia Clotilde! Zia Clotilde! Zia Clotilde! (Vede Don Giacinto e, senza badargli, senza fermarsi, lo saluta appena) Buon giorno, signore! (Fa un giro per la stanza continuando vertiginosamente) Zia Clotilde, zia Clotilde, zia Clotilde, (infila la porta a destra) zia Clotilde, zia Clotilde… (La sua voce si allontana.)

Don Giacinto

      (l'ha seguìta con lo sguardo, intontito.)

Enrico

      (tornando) Ho visto slanciarsi dal cancello superiore del parco una signora; ma non ho capito chi è.

Don Giacinto

      Io, invece, l'ho capito. È una maniaca. Sicuro! Una maniaca che ripete cento volte in un minuto «zia Clotilde».

Enrico

      Una maniaca?!.. Ma no… Dov'è?!..

Don Giacinto

      Sta perlustrando liberamente tutta la casa. Eccola qui!..

Nanetta

      (di dentro) Zia Clotilde, zia Clotilde, zia Clotilde… (Venendo diritta, s'incontra, di faccia, con Enrico e gli si ferma davanti) Oh oh!.. Il cuginetto prete, forse?.. (Vivacissima) Io so d'avere un cuginetto prete, o quasi prete. Siete voi?

Enrico

      (guarda impastoiato.)

Nanetta

      Se è certo che siete mio cugino, vi do subito del tu e vi abbraccio.

Enrico

      (sempre più impastoiato) … Io sono Enrico.

Nanetta

      Io sono Nanetta.

Enrico

      Ma sì… Ora vi riconosco. Da che sono entrato in seminario non ho avuto più l'occasione di vedervi. Là per là, non potevo riconoscervi.

Nanetta

      E io, ugualmente. Mi ti ricordavo un puttino, ti ritrovo uomo. Cioè… cioè: uomo non è la parola esatta. Vestito in cotesta maniera!..

Enrico

      È vero.

Don Giacinto

      (preso da una specie di spavento, si agita più che mai, tentando di appartarsi. Sembra un pappagallo che, in allarme, si rabbuffi.)

Nanetta

      (a Enrico, con brio crescente) Intanto, non ti ho abbracciato. (Fa per abbracciarlo.)

Enrico

      (evitando, arrossendo) No, no… Grazie…

Nanetta

      Guarda lì. Sempre lo stesso!.. Nemmeno quando eri un mocciosetto ti lasciavi abbracciare da me. (Si scioglie il fitto e abbondante velo che le avvolge la testa.) E ricordo che me ne arrabbiavo, perchè i bambini erano la mia adorazione e la mia aspirazione. Avevo poco più di vent'anni e già avrei voluto esser madre di tre o quattro marmocchi. (Con capricciosa mutevolezza, indicando Don Giacinto, abbassa la voce, ma non tanto che egli possa non udire.) E dimmi: quel signore, che è più prete di te, chi sarebbe?

Enrico

      (sulle spine – presentandolo) Il mio maestro di teologia: il professor Tabarra.

Nanetta

      (affrettandosi a presentarsi da sè e a stringergli la mano) Nanetta d'Altuna, felicissima di conoscerla! Io non so bene di che si tratti, ma deve essere interessante la teologia…

Don Giacinto

      (con una gran voglia di svignarsela) Sì… È probabile.

Nanetta

      Assisterò volentieri a qualche lezione. Purchè sia roba per signorine, beninteso… come, per esempio… Il padrone delle Ferriere, Il romanzo d'un giovane povero…

Don Giacinto

      (storce il viso, fa gli occhi d'un bue.)

Nanetta

      (gettando, a molta distanza, sul canapè, il velo che s'è tolto e la borsetta di viaggio) A scanso d'equivoci, professore, io sono ancora una signorina. Forse lei ne ha dubitato vedendomi giungere qui, tutta sola, in automobile. Ma io, oramai, americaneggio, sa. Ho fatto per troppo tempo la signorina italiana. N'ero stufa! Due piedi in una scarpa… Capirà!.. E poi ce l'ho nel sangue un po' d'America. Mia madre – la moglie dello zio di Enrico – è un'americana. A lei, professore, evidentemente, non piacciono le signorine americaneggianti come me.

Don Giacinto

      Se non ho aperto bocca!..

Nanetta

      Scusi: perchè non le piacciono?..

Don Giacinto

      Chiedo licenza… I miei rispetti, i miei rispetti, i miei omaggi, i miei ossequi… (Se la svigna verso il parco, tenendosi con una mano la pancia, mettendosi con l'altra il cappelletto sul cocuzzolo.)

Enrico

      E la lezione, professore?!

Don Giacinto

      (allungando le gambe e uscendo) Tornerò! Tornerò, figliuolo! Tornerò. Tornerò.

      SCENA NONA

Nanetta

      È buffo il tuo professor Tabarra!

Enrico

      (timido) E voi… voi siete… piuttosto allegra, mi pare.

Nanetta

      Altrochè… (Effimera) Allegrissima! E sin dalla nascita sono allegrissima! Di solito, si nasce piangendo?.. Mi è stato assicurato che io, viceversa, nacqui ridendo. (Col pensiero saltellante) Ma, dunque, che n'è di questa zia Clotilde? Dove si cela?

Enrico

      La mamma è uscita insieme col signor Liberti.

Nanetta

      Ahi… Col signor Corrado?

Enrico

      Lo conoscete molto?

Nanetta

      (con una particolare intonazione) Sì, abbastanza!.. Che siano andati alla stazione per ricevermi?.. È possibile, perchè io avevo annunziato alla zia il mio arrivo senza avvertirla che sarei venuta in automobile.

Enrico

      Mi duole che la mamma non sia in casa…

Nanetta

      Mentre sto ad aspettarla, mi terrai compagnia tu, spero.

Enrico

      Come volete.

Nanetta

      E sarai, certamente, molto cortese, molto galante. Ti è proibito di essere galante?

Enrico

      (confuso) Non credo.

Nanetta

      Se non ti è proibito, comincia col togliermi questa spolverina. (Svoltandosela già sulle spalle) Articolo primo della galanteria: «L'uomo deve togliere la spolverina alla donna».

Enrico

      (preoccupato) Mi proverò.

Nanetta

      Animo, cuginetto, chè pericoli non ce ne sono!

Enrico

      (goffamente, cerca di eseguire.)

Nanetta

      Aspetta, che mi laceri qualche cosa. Ciò non è prescritto dal codice della galanteria. Anzi! Divieto assoluto di lacerare!.. Pianino pianino… Bravo!.. Così!..

Enrico

      (soddisfatto) Devo togliere altro?

Nanetta

      Ah, no!.. Togliere altro, no! E adesso, tu mi inviti a sedere, e io seggo: io t'invito a sedere, e tu siedi.

Enrico

      (resta lì, immobile, attento, a guardarla, tenendo la spolverina, delicatissimamente, come se fosse una preziosa ragnatela, con la punta delle dita.)

Nanetta

      Non

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