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sono qui. (Posa le valige.)

Carlo

      Ma bravo! Che bella sorpresa!

Francesco

      Bella… più di no che di sì.

Carlo

      E perchè poi?

Francesco

      Perchè io non vengo soltanto a farti una visita. Io vengo a depositare in casa tua…

Carlo

      Le valige?

Francesco

      Qualche cosa di più!

Carlo

      La tua persona?

Francesco

      Qualche cosa di più: una conquista!

Carlo

      Tanto meglio! Ma bada: questa non è precisamente la mia casa.

Francesco

      Non me ne affliggo, purchè possa diventare, provvisoriamente, la casa mia. Ma, a proposito, non ti ho sempre scritto, indirizzando le lettere qui?

Carlo

      Naturale. Io, qui, in questo grazioso bugigattolo, ricevo lettere, e ricevo… intendi?

Francesco

      Intendo: è il tuo bureau… d'affari. Sicchè, cattivo soggetto, ti ho lasciato scapolo, e, dopo tre anni, ti ritrovo, benchè ammogliato, più scapolo di prima. E di tua moglie, che io non ho il piacere di conoscere, che ne è?

Carlo

      È lontana! Separazione completa e definitiva per incompatibilità di carattere…

Francesco

      E di attribuzioni. Poverina!

Carlo

      Sai… qualche mia scappatella… Ma non parliamo di ciò, adesso. Parlami piuttosto di te e della tua conquista, e dimmi se persisti nell'idea di depositarmi… non so che cosa.

Francesco

      Persisto. Fra qualche minuto… ella è qui.

Carlo

      Qui?.. Ed io?

Francesco

      Oh, non ti preoccupare! Ho pensato a tutto. Tu te ne andrai.

Carlo

      Molto bene!

Francesco

      Amico mio, finalmente ho saputo che cosa significa un'avventura di viaggio. Avevo sempre creduto che le avventure di viaggio fossero una rèclame bugiarda delle società ferroviarie, e non ci avevo mai prestato fede; ma ora…

Carlo

      Raccontami… raccontami…

Francesco

      (emozionato) Raccontarti? È impossibile! Figurati la stazione di Genova…

Carlo

      Me la figuro.

Francesco

      (entusiasmato) I vagoni, la vaporiera, i facchini e il resto…

Carlo

      (secondandolo) E il resto.

Francesco

      Nel primo scompartimento d'un vagone entro io. Due donne sono entrate prima di me: una sui sessant'anni…

Carlo

      Era lei?

Francesco

      No. L'altra dai trenta ai quindici anni, o viceversa. Questa era lei. «Scusi – mi dice – questo scompartimento è riservato alle signore». «Sì, ma non si dia pena – rispondo io – . Benchè riservato alle signore, io ci starò bene lo stesso»… Non ci ridi?

Carlo

      (ridendo per convenienza) Ah, ah, ah!

Francesco

      Grazie. Ella ha riso come te. E dice un proverbio arabo: «donna che ride, mezzo conquistata.» Insomma, la vecchia borbottava in tedesco, ed io non aveva l'obbligo di capire, la giovane continuava a ridere in italiano, il capo treno accettava un biglietto di scusa cosmopolita… da dieci lire; e sono restato.

Carlo

      Che cosa avvenne durante il viaggio?..

Francesco

      Niente! Neanche un'occhiata incoraggiante, neanche una parolina che m'avesse lasciato sperare. Non c'era mica da meravigliarsene. Io pensavo: in uno scompartimento riservato, non ci possono essere che delle signore riservate. Carina anche questa, eh?

Carlo

      E la conquista?

Francesco

      Un momento. Quando il treno è giunto alla stazione di Roma, mentre un facchino prendeva la roba di lei e la roba mia, mettendo le mie valige a contatto delle sue, io le ho chiesto se avesse bisogno dei miei servigi…

Carlo

      Ella ha risposto di sì?..

Francesco

      Oibò! Ella ha risposto di no. Ma quando le ho offerto la mia carta di visita, sulla quale, con un lapis, avevo segnato l'indirizzo della tua dimora, dove già contavo di piombare, la mia bella incognita – perchè era ed è ancora per me un'incognita – si è sentita presa da una subitanea passione per me. Evidentemente, il mio nome è stato per lei irresistibile. I suoi occhi hanno avuto sguardi voluttuosamente intensi, le sue mani hanno più e più volte strette le mie e… «A rivederci, signore» – m'ha detto con effusione – «A rivederci al più presto possibile. Anzi, fra pochi minuti, io verrò a farvi una visita.» Era commossa, nervosa, eccitata. Io, che vuoi? pure essendo un po' abituato a queste cose, ho sentito un groppo alla gola, e sono rimasto lì, senza nemmeno ringraziarla. Soltanto, quando lei, dolcemente, mi ha soggiunto: «mi riceverete?», io le ho risposto…

Carlo

      Che le hai risposto?

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